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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/03/11 DAL BENEMERITO ZARDOZ35
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Zardoz35 28/03/11 00:02 - 290 commenti

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Famiglia altolocata dove tutti hanno vizi più o meno nascosti: padre gran cornificatore (va anche con la figliastra), madre incestuosa, figlio omosex, cognati estorsori. Una delle peggiori commedie del filone erotico italiano tardi anni Ottanta. Gli attori poi recitano da far rizzare i capelli, a iniziare dalla Cavalcanti che al tempo pareva essere icona sexy, alla Delli Colli notevolmente appesantita rispetto ai tempi fulciani, mentre gli uomini paiono burattini. Da cestinare senza indugio.
MEMORABILE: La madre si concede al figlio per guarirlo dalle voglie gay, ma poi lui, anzichè "rinsavire", le impone di far sesso anche con l'amichetto.

Daidae 9/12/11 22:23 - 3179 commenti

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Rispetto a certi lavori di questo regista napoletano da poco scomparso è addirittura guardabile. Gli attori non sono un granchè: ci sono il Vallone del pessimo Delitti, una irriconoscibile Alessandra Delli Colli lontana anni luce da Zombi holocaust e una bella Claudia Cavalcanti, forse unico motivo di interesse del film. Per il resto si tratta del solito prodotto mediocre, dalla trama trita e ritrita che sa di già visto. Ma rispetto allo squallore degli erotici di fine anni 80 si salva. 2 pallini.

Marcolino1 7/11/16 20:42 - 553 commenti

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Titolo ispirato al capolavoro almodovariano, il film utilizza elementi e regia tipici delle telenovele popolari "pervertendoli" in versione softcore. La recitazione è da soap, risalta solo Alexandra Delli Colli, madre-martire e icona ineccepibile, come evidenziato nell'incipit freudiano dei titoli di testa. Troviamo una suspence e un crescendo che si sviluppano da un'apertura filmica che incuriosisce e inquieta lo spettatore. Emerge anche il contrasto tra un'apparenza normale della famiglia e il sottobosco insospettabile di eros inconfessabile.
MEMORABILE: Caso forse unico nel cinema di genere nostrano: un triangolo gay-incestuoso, dove la madre tenta invano di "salvare" il figlio, concedendosi a lui.

Herrkinski 18/12/17 16:23 - 8107 commenti

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Leggermente meglio della media dei film di Grassia del periodo; si cerca almeno di costruire una trama e la confezione è tutto sommato un po' meno squallida del solito. Si ricerca la morbosità a tutti i costi tra incesti, omosessualità, ninfomania, in un carosello di scene softcore e intrighi familiari accompagnati dall'onnipresente score di Grassia (qui ispirata a Love boat). Curioso il cast, dove oltre all'attore feticcio Vallone troviamo una Delli Colli ancora piacente e una scatenata Cavalcanti. Involontariamente esilarante, annoia poco.

Markus 19/12/17 14:09 - 3687 commenti

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Tra i primi softcore di Ninì Grassia (di lì a poco ne sciorinerà a profusione) e, forse per questo, tra i più "dignitosi". Dal punto di vista della sceneggiatura, delle ambientazioni e di certi dialoghi (il più delle volte pretestuosi all'atto sessuale) siamo dalle parti dell'hard tagliato, ma certamente la sensazione di squallore che si percepirà negli analoghi film successivi è qui quantomeno scongiurata. La bellezza di un'allora ventenne Claudia Cavalcanti è indubbiamente valore aggiunto e forse unico motivo di interesse.

Cotola 23/12/17 20:04 - 9043 commenti

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Tra i tanti film di Grassia è uno dei meno brutti poiché appare leggermente meglio curato e quindi più dignitoso. C'è persino una storia che è sì risaputa ma riesce comunque a non annoiare: tra l'altro si nota una evidente spaccatura in due fra la prima parte (incentrata sulla figlia ninfomane della protagonista) e la seconda (dove è protagonista il figlio omosessuale della protagonista che ne fa un dramma e trova una soluzione poco ortodossa). Sesso soft ed a tratti, come di prammatica in queste pellicole, vestito e quindi ridicolo.
MEMORABILE: Il figlio durante un pranzo di famiglia: "Facciamo tutti finta di non sapere quello che sta succedendo ed accettiamo Giuda alla nostra tavola".

Buiomega71 27/01/19 10:57 - 2910 commenti

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Tra i più audaci erotici del periodo, dove Grassia getta l'occhio da "angelo sterminatore" in una famiglia disfunzionale. A parte alcune terribili performance (la Cavalcanti su tutti), l'opera grassiana trasuda morbosità e amore malato che ha il clou nell'incesto tra madre e figlio, dove si anticipano i temi dell'Ozon di Sitcom e si sprofonda nella deviazione sessuale tanto cara ai nostri "sesso in famiglia" settantiani. Incipit alla Viale del tramonto, finale tragico e una patina lorda non indifferente. La Delli Colli, perversa mater incestuosa, lascia il segno.
MEMORABILE: Il figlio con l'amichetto sul bagnasciuga e le foto compromettenti; La De Colli seduce il figlio a letto; La mamma si concede all'amichetto.

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