Corrado Guzzanti: Recital - Spettacolo teatrale (2009)

Guzzanti godrà con me di stima eterna ma da questo spettacolo mi aspettavo di più. Quando l'attualità supera la satira non basta il suo Tremonti assediato come un reale durante la rivoluzione francese o la Gelmini "calabrese" di Caterina. Bello l'omaggio a Funari ma troppe le gag riproposte (Vulvia, Prodi, Quèlo). Per chi smanetta su YouTube ci saranno poche sorprese come un'esteso Padre Pizarro o il La Porta ormai in cura psichiatrica. Clamoroso l'opinionista "abruzzese". Il rischio del temibile effetto-tormentone alla Zelig è alle porte. Delusione.

Vero, non c'è stato ringiovanimento. Vero, la maggior parte dei personaggi sono attempati (eccezion fatta per uno strepitoso Di Pietro). Vero anche che la formula è quella de "Il caso Scafroglia" ma, per quanto triste, ho riso dall'inizio alla fine. Triste perché la satira poggiava su accadimenti reali e concreti. Anch'io mi aspettavo forse qualche personaggio nuovo ma ho rivisto con piacere gli everGreen. Il Funari finale è stato delizioso. Se a questo aggiungiamo che almeno al Mandela Forum di Firenze lo show è durato 3 ore, beh...! Tanto di cappello.

Per chi ha seguito la carriera di Guzzanti e per chi smanetta un po' sulla rete, questo Recital è una grossa delusione. Il comico presenta in carrellata tutti i suoi cavalli di battaglia da Tremonti, Bertinotti e Prodi fino a Quelo, Vulvia e Funari, financo replicando le gag col Mazzocca-Prete di quel grande show che fu Il caso Scafroglia. Purtroppo Guzzanti, a parte un Di Pietro lampo che non conoscevo, ripropone pedissequamente (forse anche un po'svogliato) vecchie battute, tanto che la sala le aspetta, proprio come uno Zelig qualsiasi.

Guzzanti lo si aspetta sempre, un po' come una reunion dei Beatles. Quando arriva, è sempre festa nel desolante panorama della satira italiana. Recital è però poco più che un ripasso, un "il meglio di" che offre poche sorprese. Oltretutto ci sono parti lentissime e poco efficaci (Miss Italia, Padre Federico) e alcune smaccatamente recuperate dal passato (Quelo, Vulvia). La durata è eccessiva e non giova al ritmo. E poi manca il Massone, il mio personaggio preferito. Dove sarà finito? Lui sa chi, lui sa dove, lui sa perché...

E' una carrellata dei suoi personaggi cardine, condita qua e là con brevi monologhi. Ma nonostante non ci sia nulla di veramente nuovo, è impossibile non apprezzare questo comico-imitatore dotato di cerebro e capace di farti ridere e riflettere. Tra tutte le sue imitazioni, le migliori sono sempre quelle di: Bertinotti che cazzeggia, Prodi inchiodato alla stazione, Di Pietro che straparla, Tremonti che descrive il grande cetriolo globale che gira e trac! Consigliando all'Italia di camminare radente al muro, il teologo disincantato del Vaticano e Rieducational Channel. Davvero notevole.

Niente di nuovo o quasi, piuttosto un ripasso con alcuni cavalli di battaglia, riproposti pari pari (Vulvia, Quelo) ed imitazioni rodate (Tremonti, Bertinotti, Funari) aggiornate ai tempi, ma con poco sforzo dato che questi tempi sono da anni come congelati in un eterno presente. Ripasso sempre gradito, dato che Corrado Guzzanti è uno dei migliori sulla piazza, ma si rimpiangono i guizzi d'inventiva del Caso Scafroglia, ed inoltre lo spettacolo è appesantito da due lunghi sketch della sorella Caterina (Miss Italia, Gelmini), poco riusciti.

Alla fine si pesca sempre dove il pubblico gradisce e la rassegna dei personaggi mostra tanto di già visto, sebbene la genialità porti anche a nuove battute. Il versante politico patisce il repentino cambio dei tempi mentre Quelo e Vulvia non perdono lo smalto. Conclusione con un Funari senza grinta che affossa l’entusiasmo. Intermezzi della sorellina che fungono solo da riempitivo e Marzocca spalla col senso del ritmo. Durata forse eccessiva.