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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Grande esempio di cinema:
Noodles - Davvero notevole!:
ShangaiJoe, Lucius, Rebis, Jurgen77, Teddy - Quello che si dice un buon film:
Ciavazzaro, Daidae, Anthonyvm, Caesars - Non male, dopotutto:
B. Legnani, Deepred89, Homesick, Stefania, Nicola81 - Mediocre, ma con un suo perché:
Undying - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr.
Film piuttosto lento, ma giocato su ambientazioni interessanti e sottilmente insinuanti, che trovano l'acme nella corporeità di Mia Farrow, ossessionata da ricordi luttuosi e da fantasmatiche presenze. Keir Dullea porta inquietudine con il suo sguardo azzurro, spalancato sin da 2001 Odissea nello spazio.
Discreto film. La storia ha qualche lentezza ma col passare dei minuti diventa sempre più suggestiva e complessa, fino alla bella inquadratura finale. Buona la fotografia e ottima come sempre Mia Farrow, che qui sfoggia un'acconciatura in stile Rosemary's baby. Discrete le musiche, in alcune scene davvero azzeccate.
A quasi dieci anni dall'immagnifico Rosemary's Baby, l'intensa Farrow è ancora coinvolta in un horror d'atmosfera su case infestate e bambine maledette, tutto giocato sui sottointesi e su un riuscito connubio tra musica e luci, parziale riscatto di un ritmo lento. L'incontro tra la protagonista e l'enfante terribile fanno venire in mente Il profumo della signora in nero; il pupazzo ghignante sembra presagire La casa 3.
In una parola: angosciante. Ottima ghost story tardi Anni Settanta, imperniata sull'amarissimo tema dell'assenza e del disagio interiore conseguente alla scomparsa di una persona cara. Tutto è perfetto, a cominciare dalle musiche, passando dalla splendida protagonista, fino ad arrivare all'ultima delle comparse. La pesante sensazione di malessere, presente in tutto il girato, esplode nel finale lasciando lo spettatore attonito da tanta crudeltà. Senza scampo.
MEMORABILE: Colonna sonora azzeccata ed elegante.
Ci sono dei film frutto di un'alchimia perfetta, tipo Rosemary's baby o A Venezia un dicembre..., questo è uno di quelli. Inoltre Mia Farrow, che conferma il suo talento, quasi sprecato con i film di Woody Allen, emoziona ed appassiona. La storia, incorniciata da un profondo malessere ben evidenziato per tutta la durata del film, avvolge lentamente. Dal punto di vista tecnico (fotografia, colonna sonora, ecc.) tutto è perfetto. Notevole.
Confuso thriller - frutto di una coproduzione inglese e canadese - che ha per maggior difetto un taglio narrativo (im)personale, essendo appiattito sul già abusato (pur all'epoca, ovvero a metà anni Settanta) tema della fragile e (apparentemente) indifesa figura tratteggiata, comunque con immedesimazione lodevole, dalla (adatta) Mia Farrow, qua sorta di ideale consanguinea della Rosemary più celebre. Difetta di ritmo e l'impostazione, decisamente singolare (ma perdente), di puntare unicamente su una sola attrice alla fine rende ancora più lento e astruso il film.
Ectoplasmatica lei stessa, la Farrow ammalia, perlacea ed intensa, mentre si aggira nell'ennesima "haunted house", sempre più attenta ai sussurri e alle grida che le giungono dal mondo dei morti, sempre più sorda al gracchiare del buon senso che le giunge dal mondo dei vivi. Loncraine vuole costruire una ghost story sofisticata, un mistery della psiche, ma la parsimonia nel dosare gli elementi schiettamente horror finisce per rendere insipida la portata. Il finale straziante riscatta solo in parte un film troppo ambizioso e ben poco originale.
MEMORABILE: Gli ultimi cinque minuti...
Inquietante ghost-story con una intensa Mia Farrow interprete di un ruolo non facile da lei ritratto sullo schermo con bravura non comune. Va segnalato anche il notevole cast di contorno, con un viscido Dullea e la Bennett cognata. Inoltre il film forse presenta uno dei finali più "terribili" del genere horror: crudele, inaspettato, lascia lo spettatore senza parole e pieno di dubbi. L'atmosfera è veramente angosciante come in poche altre pellicole, anche grazie alla stupenda colonna sonora. Merita e molto.
MEMORABILE: Il finale: nella migliore delle ipotesi non potrete non provare un sottile brivido di terrore.
La "chiusura del cerchio" cui allude il bellissimo titolo originale, è quella messa in atto da Jullia, inseguendo le tracce del suo senso di colpa. Tratto da un romanzo di Peter Straub, autore americano che ha profondamente innovato la tradizione gotica inglese, mette i brividi grazie alla raffinatissima, sibillina messa in scena di Loncraine che procrastina intelligentemente l'agnizione finale. Luci spettrali di Peter Hannan e score - solo d'acchito datato - di Colin Towns. Ultima, memorabile incursione di Mia Farrow nei meandri della paura, dopo Polanski e Fleischer. Agghiacciante.
Non l'ho trovato spaventoso. Sicuramente è ben realizzato, a parte l'assurdità della morte di uno dei protagonisti (la cantina...). Colonna sonora semplicemente perfetta, trama intricata e ottima recitazione da parte di un'attrice che aveva certamente ottime doti. Mi sentirei di consigliarlo anche a chi non apprezza il genere.
MEMORABILE: La colonna sonora.
Keir Dullea HA RECITATO ANCHE IN...
Interessante, ma piatto. Gli horror che prediligo sono proprio quelli che puntano sull'atmosfera anziché sugli effetti gratuiti, però vorrei che arrivassero al dunque più rapidamente e che fossero sorretti da un ritmo più sostenuto, cosa che qui invece non accade. La Farrow sembra catapultata da Rosemary's baby e fornisce un'ottima prova, il finale è agghiacciante e si presta a varie letture, la colonna sonora discreta. Comunque, su un canovaccio simile farà molto meglio Peter Medak con il suo Changeling.
Ottimo davvero questo horror paranormale tratto dal libro di Peter Staub. La cosa che più colpisce è la perfezione della resa scenica, con atmosfere sempre inquietanti, anche all'esterno. Il ritmo non corre, ma proprio questo contribuisce alla costante tensione che si avverte. Alcuni buchi di sceneggiatura qua e là ci sono e non tutto è sempre originalissimo. Ma il film coglie nel segno, incanta, inchioda alla poltrona. E in fin dei conti è questo ciò che conta.
Bel thriller/horror gotico che si inserisce nel filone bambini demoniaci di metà anni Settanta. Mia Farrow splendida nel ruolo della madre angosciata/depresssa/sconvolta, bellissime le ambientazioni gotiche in una Londra autunnale. Tensione e trama che tengono lo spettatore incollato sino alla fine. Un gradino sotto la pietra miliare Rosemary's baby con la quale ha molti elementi in comune.
MEMORABILE: Il finale.
Ghost story tetra e angosciosa, che ricorda nelle premesse A Venezia... un dicembre rosso shocking, pur non raggiungendone i picchi di inquietudine. Il Loncraine de Le due facce del male dirige con competenza, costruendo ottime sequenze di tensione (l'agguato in cantina, l'omicidio nella vasca da bagno) e adeguate atmosfere. La Farrow regge ovviamente bene la parte della madre fragile e tormentata. Dispiace che certi spunti davvero cupi (l'uccisione del bambino e soprattutto l'identità dei colpevoli) siano solo accennati a parole: un flashback non avrebbe guastato. Comunque valido.
MEMORABILE: Il soffocamento della bambina; Il pupazzetto-clown; La seduta spiritica; La visita al manicomio; L'ambiguo finale teatralmente immerso nelle tenebre.
Intarsiato in una fotografia pallida e funerea che lo fonde al grigiore psicologico dei protagonisti, è un film sospeso tra angoscia, orrore e smarrimento. Richard Loncraine tratteggia una ghost-story mesta e impalpabile, dalla sottotrama esistenziale e dalle sfumature neo-gotiche. Inquietantissima Mia Farrow, ancora una volta madre del terrore. Da dissotterrare.
Horror d'atmosfera che richiama alla mente il capolavoro di Roeg, anche se non riesce a raggiungere le vette qualitative di tale pellicola. Mia Farrow sostiene sulle sue spalle l'enorme peso di far girare una storia che, tutto sommato, non offre grandi spunti; e grazie alla sua performance e a una regia attenta a non cadere in facili effetti, il film avvince lo spettatore fino all'ultimo fotogramma. Il ritmo è lento, ma non si tratta certo di un difetto, visto il genere. Corrette le prove dei comprimari (Dullea e Conti). Buono (con un pizzico di generosità).
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- Visto finalmente! Qualche considerazione:
- mi ha messo una fifa blu, ed era da un po' che non succedeva...
- ignoravo fosse tratto da "Julia" di Peter Straub, romanzo che ho recuperato pochi mesi fa in una bancherella dell'usato. Non lo leggerò in tempi brevi ma sono mooolto curioso di sapere come era risolto il finale in origine. Straub è un grande, ha innovato profondamente il gotico e le ghost story inglesi, suo è anche "La casa dei fantasmi" da cui è stato tratto Storie di fantasmi di John Irvin, e con Stephen King ha scritto "Il talismano" un fantasy visionario e truculento che probabilmente non vedrà mai la luce nelle sale...
- il film di Loncraine è clamorosamente assente nel dossier sui bambini cattivi dell'ultimo Nocturno: è vero che la piccola Olivia non appare mai fisicamente nel film, ma la sua presenza è tangibile e davvero inquietante
- di Loncraine avevo visto soltanto - ancora quando uscì al cinema - Riccardo III, un interessante a cupissimo adattamento della tragedia shakespeariana.
- rispondo a Ciavazzaro: propendo per una interpretazione "psicoanalitica" del film, [SPOILER] ovvero Julia è afflitta da un tremendo senso di colpa per la morte della figlia e la storia della piccola Olivia le offre l'opportunità di "punirsi" per ciò che ha fatto. Olivia rappresenta il lato malvagio dell'infanzia ed è l'alter ego di Kathy: ed è attraverso questa proiezione che Julia mette in atto quel gesto estremo finale, per sentirsi finalmente libera dal rimorso. - Rebis ebbe a dire:
Visto finalmente! Qualche considerazione:
- mi ha messo una fifa blu, ed era da un po' che non succedeva...
- ignoravo fosse tratto da "Julia" di Peter Straub, romanzo che ho recuperato pochi mesi fa in una bancherella dell'usato. Non lo leggerò in tempi brevi ma sono mooolto curioso di sapere come era risolto il finale in origine. Straub è un grande, ha innovato profondamente il gotico e le ghost story inglesi, suo è anche "La casa dei fantasmi" da cui è stato tratto Storie di fantasmi di John Irvin, e con Stephen King ha scritto "Il talismano" un fantasy visionario e truculento che probabilmente non vedrà mai la luce nelle sale...
- il film di Loncraine è clamorosamente assente nel dossier sui bambini cattivi dell'ultimo Nocturno: è vero che la piccola Olivia non appare mai fisicamente nel film, ma la sua presenza è tangibile e davvero inquietante
- di Loncraine avevo visto soltanto - ancora quando uscì al cinema - Riccardo III, un interessante a cupissimo adattamento della tragedia shakespeariana.
- rispondo a Ciavazzaro: propendo per una interpretazione "psicoanalitica" del film, [SPOILER] ovvero Julia è afflitta da un tremendo senso di colpa per la morte della figlia e la storia della piccola Olivia le offre l'opportunità di "punirsi" per ciò che ha fatto. Olivia rappresenta il lato malvagio dell'infanzia ed è l'alter ego di Kathy: ed è attraverso questa proiezione che Julia mette in atto quel gesto estremo finale, per sentirsi finalmente libera dal rimorso.
Felice che ti sia piaciuto, Rebis
Mio cult movie assoluto (visto una sola volta, ma l'impatto fu "devastante")
Atmosfera quasi al Profumo della Signora in Nero o alla Sussurro nel Buio (più che a Rosemary's), gran suggestione e sì, classicone dei "bambini dannati e il fantacinema"
Vero, manca nel dossier nocturniano sui "bambini cattivi" (ma manca pure Occhi Nel Buio, per dire)
Altro cult movie buiesco in saccoccia rebisiana :)
Di Loncraine devo vedere al più presto Le Due Facce Del Male (che mi mette un acquolina...)Ultima modifica: 18/06/14 01:10 da Buiomega71 - Invece io non l'ho mai visto, anche se ne ho registrazione e sicuramente lo farò. E' strano perché già all'epoca della sua uscita ne lessi recensioni che mi incuriosirono. Ma non lo vidi al cinema e ancora non ho trovato la "spinta" giusta per farlo. Eppure mi attira e non poco. Devo rimediare...
