The carpenter - Film (1988)

Non è uno slasher, né una ghost story, ma un anomalo e persino romantico ibrido dove si cerca, in maniera originale, di spostare in continuazione l’asse del film dallo squilibrio mentale della protagonista ad altre soluzioni, tutte prontamente smentite. Ma il risultato è comunque piacevole: peccato per l'attrice principale, insipida e per qualche passaggio a vuoto. Non ci si aspetti tutto quel sangue che il titolo e gli arnesi vari del protagonista lascerebbero presagire: siamo nella media, per un normale horror, forse anche sotto.

L'esordio di Wellington offre se non altro una variazione su temi classici del cinema horror del periodo; si frulla insieme un po' di tutto, da tipici elementi slasher fino allo psycho-thriller, squarci onirici e killer "ritornanti" stile House III o Sotto shock, il tutto condito da un certo humour nero. Il risultato è un film bizzarro, con uno script che cerca di disorientare lo spettatore spesso riuscendoci, non sempre per meriti effettivi però. Restano alcune scene splatter discrete, rese da un Hauser gigioneggiante al suo meglio ma il film è incostante e gira talvolta a vuoto.

Dopo Lo squartatore di Los Angeles, un altro folle con la mania degli attrezzi da carpenteria si prende i suoi cinque minuti di slasherosa gloria, ma l'estro dell'esordiente Wellington lo guida per vie parallele e poco battute rispetto agli standard del filone, immerse in un clima onirico e grottesco. Fra incubi e allucinazioni, persino le scene splatter si consumano in trasognati attimi di silenzio. Peccato che la vincente ambiguità di fondo (il killer è davvero un fantasma o frutto della mente malata dell'eroina?) sia guastata da un finale mediocre, figlio della più banale serie B.