Un VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA mescolato con le suggestioni legate all’ultima tappa dell’UOMO CHE VISSE NEL FUTURO. Con un’idea in più che è poi quella rintracciabile nel titolo: gli uomini talpa (chiamati in verità Tenebriani) emergono dalle viscere della Terra per essere presi a pesci in faccia dalla potente casta dei Sacerdoti, discendenti dei sumeri rimasti anch’essi intrappolati sotto la crosta terrestre ma con qualche rotella in più. Poveri tenebriani, che destino: ridotti in schiavitù da gente che appena vede la torcia elettrica usata dagli...Leggi tutto esploratori protagonisti la scambia per “la miracolosa luce di Ishtar”. Tutto era cominciato quando un gruppo di archeologi aveva intrapreso il proprio personale viaggio al centro della terra dopo aver ritrovato antiche tavole sumere in cui si svelava dove fosse il punto che congiunge i due mondi (in cima a una montagna semi-inaccessibile). I nostri passano un buon quarto d’ora tra gallerie di cartone e poco esaltanti incidenti nella semioscurità di percorso prima di raggiungere le antiche civiltà sepolte di cui s’è parlato: da una parte i Sacerdoti, conciati con abiti carnevalizi di rara pacchianeria e immersi in quintali di scenografie dozzinali di stampo neoclassico, dall’altra i poveri tenebriani, autentiche talpe in giacchetta nera che emergono dal terreno coi loro mascheroni e la gobba pronti a catturare chi si avvicina a un loro presidio. Gli esploratori non hanno alcun problema di comunicazione, vengono scambiati per divinità (ma qualcuno lassotto cerca di farlo capire che non è perché un tizio tieni in mano una torcia, per quanto “miracolosa”, che deve essere creduto automaticamente un Dio), mangiano appetitosi funghi di ogni specie e s’intrattengono pure con una bella bionda locale. Si procede più che altro per inerzia dopo aver imbastito un soggetto sufficientemente articolato, Il cast è davvero troppo inamidato (specialmente gli esploratori vestiti sempre di tutto punto) e la regia non gli è da meno, non dimostrando alcun interesse nell’accelerare ritmi sonnacchiosi che rendono il film irrimediabilmente e pesantemente datato. Fortunatamente la povertà dell’insieme e la ridicolaggine di alcune situazioni (vedasi l’assurdo finale) ce lo fanno apprezzare in chiave trash grazie anche al fondamentale apporto di costumi e scenografie tra i più miseri mai visti.
La trama è parecchio articolata e non bastano i caratteri a disposizione per raccontarvela. Ricorda in sedicesimi quella di Viaggio al centro della Terra del 1959. Simili anche gli effetti speciali che sono così così. Sono interessanti i Tenebriani che hanno una testa praticamente uguale a quella di Greedo di Star Wars – Episodio IV e l’effetto utilizzato quando spariscono nel sottosuolo, in quanto verrà ripreso in maniera identica nella seconda versione di The Time Machine. La produzione di Alland che ci ha regalato anche tanti capolavori in quegli anni non è delle più incisive.
Durante le megarassegne della fantascienza del periodo 1975-77, questo piccolo film minore (dal titolo italiano invero molto suggestivo, rimasto negli anni nei ricordi di molti fans) ebbe buoni riscontri, quanto altre pellicole di qualità superiore. La trama vagamente verniana, i mostri-schiavi alquanto patetici ma in fondo ben realizzati per l'epoca, le suggestioni fanta-archeologiche... Per carità, rimane un'operina minore, ma non del tutto disprezzabile. Se non l'avete mai visto, potreste, se credete, perderci 77 minuti del vostro tempo.
Non male questa pellicola, che si apre con un esperto che parla di teorie pseudoscientifiche tutte da gustare. Poi, si prosegue con i ritrovamenti (tavole con iscrizioni e disegni); e infine si approda nelle viscere della terra, dove ci attendono gli "orribili" uomini talpa (mai però giudicare dall'aspetto) sottomessi da albini vari, compreso un Re con corona più simile a un cesto. Certo, gli effetti e gli sfondi sono quel che sono, ma si denota comunque una certa cura sceneggiatorica e le idee non mancano. In più, quasi sui titoli di coda, si assiste a una gratuita e inaspettata bastardata.
MEMORABILE: La luce della torcia, considerata divina; Il vecchio, che passa metà della pellicola a scappare terrorizzato; L'agguato dei tenebriani (uomini talpa)
Interessante il prologo, in cui un esperto spiega teorie che non riguardano il cosmo, ma cosa c'è all'interno del pianeta Terra: altra grande domanda che la fantascienza si è posta; quasi sempre ci si trovano mondi antichi come per i dinosauri di Verne oppure l'antico impero Yamatai in Jeeg robot, per fare esempi molto lontani tra loro. Anche in questa pellicola si incontra una antica civiltà sotterranea ma, dopo la parte iniziale, in cui c'è il mistero, il film comincia vacillare e a pescare negli stereotipi.
Si salvi chi può da questi goffi uomini-talpa schiavizzati da una misteriosa civiltà sumera che vive nelle viscere della terra, condannata a non vedere la luce. Il racconto è così bislacco da risultare attraente, i costumi sono ultra-kitsch, gli effetti davvero poco speciali; ma l'intero baraccone funziona grazie soprattutto all'effetto bianco e nero e al suo alone nostalgico.
Buon film di fantascienza. Piccola produzione, ma la pellicola risulta essere ben diretta, con un cast che si impegna lodevolmente (su tutti Alan Napier nei panni del diabolico sacerdote) e la presenza dei simpatici mostri. Trama semplice, ma non mancante di aspetti interessanti (il sacrificio umano con le vittime nude, con sorpresa sul cosa consiste). Molto discutibile a mio avviso solo il finale; per il resto veramente una gradevole visione.
MEMORABILE: Il sacerdote complotta per prendere più potere; La creatura uccide il capo delle guardie; Il rapimento dei tre; L'arrivo della creatura.
Una spedizione scientifica si reca in Nepal alla ricerca di un'antica civiltà sotterranea. Una volta laggiù sarà difficile tornare in superficie. Particolare film fanta-archeologico, basato sulle teorie della Terra cava, che offre momenti di discreto intrattenimento. Si sente aria di risparmio quando si scende nel regno sconosciuto (fondali dipinti e molti interni), tuttavia non mancano elementi di interesse, come le spiazzanti sortite degli uomini talpa e gli inseguimenti nel buio delle grotte. Curiosa l'introduzione pseudoscientifica. Non banale.
MEMORABILE: La discesa nelle grotte non proprio secondo i piani; La luce come strumento di morte; La rivolta degli uomini talpa contro i loro padroni.
Diviso tra avventuroso e pseudo fantascienza, il film di Virgil W. Vogel può annoverarsi un po' tra i classici dell'epoca; eppure, al di là della felice intuizione dei famigerati uomini talpa, peraltro ben realizzati, non è che ci sia molto da raccontare. Una vicenda basica che riesce a tratti ad entusiasmare, pur scontando certe leggerezze e limiti del cinema Anni '50 (i fondali del mondo sotterraneo palesemente dipinto). Mediocre, ma con un suo perché.
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