Scabroso e statico, trasferisce nei più pessimisti anni Ottanta il disagio generazionale di Gioventù bruciata: un'adolescenza vuota e pericolosa, incline ad alcol, droga e - per sentirsi "viva" - all'omicidio; alle spalle, una famiglia allo sfascio. Hopper, solitario e paranoico, è il veterano di un cast di giovani promesse: il capobranco schizoide Glover, il ribelle razionale Reeves e la splendida Skye, di lì a poco ragazza dei sogni. Miller, teppistello dodicenne, dà volto alla cattiveria più pura.
Eccezionale cartolina dalla provincia americana: una spada di Damocle che pende sulla testa di tutti i componenti della gang; le possibilità di redenzione sono risicate e la stessa geografia della provincia è una recinzione virtuale che blocca il futuro di questi giovani. Tra Fates Warning e Hallows Eve, tra t-shirt degli Iron Maiden, dei Def Leppard e dei Motley Crue, tra baci e sesso, tra un inizio e una fine complementari, si consuma il rito della vita disagiata che verrà raccontata anche dai videoclip degli Skid Row.
Agghiacciante e spietato ritratto della perdita dei valori della gioventù americana. Un'atmosfera plumbea alla Twin Peaks pervade tutto il film (e non per nulla Tim Hunter ne dirigerà alcuni episodi): davanti all'omicidio insensato di una loro amica, i giovani si comportano chi con indifferenza e chi esaltandosi per aiutare l'assassino. Il looser bukowskiano di Hopper è indimenticabile, sudicio e laidamente outsider (la bambola gonfiabile come unica compagnia). Il corpo nudo, rigido e cereo della ragazza morta sulle rive del fiume ricorda Laura Palmer, che arriverà quattro anni dopo.
MEMORABILE: La lista della spesa è nella posta; La bamboletta gettata dal ponte dal ragazzino punk; Il professore perde le staffe; Le liti familiari.
L’unica ragione per cui vale la pena vederlo è Hopper, che qui porta a straziante compimento i suoi Goon e Billy, diventati relitto di una trasgressione dolorosa e demodé. Ma la storia del delitto della ragazza coperto dai suoi coetanei (scritta male da una sceneggiatura mediocre e piena di falle) è retorica e superficiale: troppo moralismo nel descrivere una gioventù strabruciata, senza valori e priva di emozioni (peraltro tra adulti altrettanto squallidi): la recitazione falsa e sopra le righe del protagonista Glover ne è sintomatico riflesso.
Adolescente mentalmente disturbato uccide la sua ragazza e se ne vanta con gli amici, le cui reazioni vanno dall'indifferenza al desiderio di aiutarlo, senza che mai affiori un minimo di pietà per la vittima... Vorrebbe essere il ritratto agghiacciante di una generazione non bruciata ma piuttosto bollita dal vuoto pneumatico di sogni e speranze ma il risultato è compromesso da una sceneggiatura approssimativa, dalla regia piatta e dalle prestazioni modeste delle giovani promesse nel cast, al cui confronto Hopper giganteggia in uno dei suoi soliti ruoli schizzati da reperto sessantottino.
MEMORABILE: In negativo: nel ruolo del capobanda Goover gigioneggia in maniera tanto esagerata da far sperare nella rapida morte del suo personaggio
È un film interessante, questo ritratto di una gioventù bruciata della periferia americana. Ma come spesso accade non mantiene le promesse. La storia è interessante e oltre a mostrarci questo spaccato di America mostra anche l'amicizia sotto un aspetto insolitamente cupo. Poteva essere però un lavoro migliore, perché l'unione tra dialoghi pessimi e recitazione scadente rischia a più riprese di uccidere il film, che per fortuna però resta sempre gradevole. Ottima la fotografia. Peccato, un approfondimento dei personaggi e dei dialoghi migliori l'avrebbero reso un ottimo lavoro.
Se l'idea di base di raccontare una gioventù di provincia disagiata poteva essere interessante, specialmente considerando il periodo storico in cui il sogno americano e i giovani rampanti erano solitamente protagonisti degli schermi Usa, il risultato è affossato da diversi fattori; in primis una regia anonima, senza nerbo, e poi le prove attoriali non all'altezza, su tutti un Glover eccessivamente sopra le righe. Hopper fa il matto come sempre, Reeves non brilla; meglio il giovanissimo Miller e la splendida Skye. Interessante la ost, d'atmosfera alcune scene notturne, ma delude.
Di fronte a una ragazza morta e nuda, un gruppo di ragazzi ha reazioni differenti, come se un cadavere reale fosse qualcosa non previsto dai loro schemi mentali. E con la scusa di un delitto subito svelato, il regista ne approfitta per raccontare tutte le storture familiari del nostro “lontano” occidente, da cui si muove una generazione problematica. A volte qualche spruzzo macchiettistico a ricordarci, comunque, che si tratta in fondo di un buon film.
Crispin Glover HA RECITATO ANCHE IN...
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MusicheManowar79 • 13/09/10 15:46 Pulizia ai piani - 93 interventi
nella colonna sonora, oltre ad un nutrito lotto di brani thrash (di Slayer e Hallows Eve), anche il brano "Kyrie Eleison" dei grandi Fates Warning.
DiscussioneRaremirko • 20/04/21 21:49 Call center Davinotti - 3862 interventi
Perlomeno gli si può riconoscere di essere stato abbastanza anticipatore dei tempi (Lynch), c'è un pò di atmosfera ed è stato pure girato lo stesso anno del simile Stand by me!!!
Bene un giovane Reeves e buona la perfomance di Hopper, che fa lievitare il film.
Per il resto regia ababstanza piatta per un film con un suo perchè, anche se non esaltante.