Nella Russia sovietica degli anni trenta un umile proiezionista di filmati di propaganda si ritrova a dover proiettare per Stalin e per la sua cerchia di fedelissimi. Drammaticità e storia si intrecciano in maniera soddisfacente: sono gli anni delle purghe, del terrore, del culto della personalità e del sospetto; in tutto questo si affiancano le drammatiche vicessitudini familiari del compagno Sanshin e di sua moglie, che culmineranno con la morte del grande leader. Un buon film sull'URSS è di per sè cosa rara. Da vedere.
MEMORABILE: Katia che specchiandosi con il fiocco rosso bacia un ritratto di Stalin.
La grande epopea stalinista scorre sullo sfondo della vita di un proiezionista che si trova a lavorare per il dittatore e a vivere con una donna che vuole proteggere un'orfana invisa al regime. Bel film, ottimo nei momenti in cui la grande storia viene vista dalla piccola prospettiva del protagonista (stalinista ingenuo e convinto), e comunque ben fatto anche nelle parti più normalmente drammatiche e sentimentali. Buona interpretazione di Hulce e interessante ricostruzione del terrore nella vita quotidiana dei russi del periodo.
Il film prende spunto dalla vera vita di Aleksander Ganshin, proiezionsta di Stalin ottimamente interpretato da Tom Hulce (viene spontaneo accomunarlo al Mozart di Forman) che capirà i diabolici meccanismi del potere quando sarà troppo tardi. Ben confezionato, emotivamente coinvolgente anche grazie ad un intelligente commento musicale, realistico, offre interessanti spunti di riflessione non solo sul periodo storico, ma sugli uomini e tutte le dittature. Interessanti i filmati di propaganda dell'epoca, così identici a quelli fascisti.
Un punto di vista biografico e circoscritto per raccontare l'epoca stalinista: l'obbiettivo è riuscito, grazie a un'ottima sceneggiatura e ad attori veramente in gamba. Hulce probabilmente sforna la sua prestazione migliore (superiore anche a quella del più famoso Amadeus), tutti gli altri lo seguono sulla stessa linea. Menzione particolare al trucco e alla scelta della somiglianze: perfetto Hoskins nei panni di Beria (anche se in versione più "large"). Perla.
La scalata sociale di un esperto proiezionista ai vertici della nomenklatura stalinista; firmerà un patto col diavolo, a scapito dei rapporti umani e dei sentimenti. Come un freddo, lucido reportage sugli anni scuri dell'assolutismo sovietico, il film segna un parallelismo storico con il "1984" di orwelliana memoria, riproponendo però fatti e climi realmente vissuti.
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il film dovrebbe essere incentrato sul proiezionista privato di Stalin.. e da russofilo quale sono (in senso culturale) non può che interessarmi.. nessuno l'ha visto? :)
ah piccola nota: ci sarebbe da modificare il regista.. ho sbagliato a traslitterare! è "Andrei Konchalovsky", per altro già presente in qualche scheda..