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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Father's Little Dividend
Anno: 1951
Genere: commedia (bianco e nero)
Regia: Vincente Minnelli
Note: Sequel di "Il padre della sposa".
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Appena un anno dopo IL PADRE DELLA SPOSA Vincente Minnelli replica, riconvocando l'intero cast del film precedente (premiato dal successo). Ovviamente anche la formula resta la medesima, con Spencer Tracy nel ruolo di motore comico e narratore: nel ruolo del padre burbero, distratto e dal cuore d'oro, Tracy ritrova uno dei suoi personaggi migliori, e non ha che da ripetersi trasferendo tutto il suo innato scetticismo dal famigerato Poldo (magie dei doppiaggi d'epoca, capaci di italianizzare, stravolgendoli, tutti i nomi presenti sulla scena) al nipotino in procinto di nascere. Tuttavia gli appigli comici cominciano a scarseggiare...Leggi tutto ed era chiaramente più umano il sentimento di sconforto provato per il marito pronto a portare via di casa la figlia che non quello per (quasi) inesistenti drammi causati dalla nascita di un bambino. Comunque sia, qui ci vengono se non altro risparmiati i tediosi preparativi per le nozze e l'azione scorre ancora discretamente. Di Tracy si è già detto tutto, e quanto ottenne comicamente nel primo capitolo non è differente da quanto ottiene qui. Cambiano le situazioni, però, e il rapporto coi genitori di Poldo non può essere ugualmente esplosivo perché le famiglie ormai si conoscono. Elizabeth Taylor (la figlia Carla) è la solita lagna, la madre (Joan Bennett) non sa rendersi più simpatica che in precedenza con le sue premure eccessive, per cui - una volta di più - l'intero film poggia sulle spalle larghe di Tracy, forse meno divertente ma sempre bravo.
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- Quello che si dice un buon film:
Lovejoy, Galbo, Rigoletto, Daniela - Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Ciavazzaro, Puppigallo
Seguito di un niente inferiore al precedente, ma che comunque può vantare sempre una bella prova da parte del grandissimo Spencer Tracy. Il quale, peraltro, mise un deciso veto all'idea (venuta da parte della casa di produzione) di continuare la serie con altri film. E cosi la saga della famiglia Banks si interrompe dopo soli due film. Tracy ebbe comunque ragione. Meno brioso e meno divertente del primo, colpa anche del cambio di regia, con diverse gag poco riuscite. Ma la parte finale è divertente. Ottimo anche il resto del cast.
Sequel del grande successo Il padre della sposa, Papà diventa nonno è realizzato dallo stesso cast (regista compreso) del primo film. Si tratta di una commedia piacevole e briosa che pur non aggiungendo nulla alla storia della famiglia Banks, rappresenta un mirabile esempio della bontà delle commedie americane realizzate nel periodo. Attori tutti in grande forma.
Buon sequel del classico Il padre della sposa con un Tracy sempre ispirato. La regia di Minnelli è più che discreta, il cast secondario funziona in modo più che adeguato. La visione è decisamente consigliata: buon film che va accuratamente conservato in videoteca.
L'età della pellicola si fa indubbiamente sentire; e il doppiaggio, specialmente la voce della figlia, è un po' disturbante. Ma nonostante questo, una regia abbastanza sciolta, un Tracy sempre bravo e alcune situazioni piuttosto divertenti fanno sì che lo si segua con leggera allegrezza, attendendo la prossima follia dei nonni fissati (la scelta dei nomi, uno peggio dell'altro); e gustandosi il povero nonno Tracy che tenta di barcamenarsi, cercando un'impossibile neutralità per non urtare la già scossa figlia. Non male.
MEMORABILE: Il bimbo un po' più cresciuto, che sorride (molto simpatico, sembra un bambolotto).
Sequel dignitoso che può contare ancora sulla regia di Minnelli e il faccione di Spencer Tracy ma, contemporaneamente, appare meno fresco, più datato rispetto al precedente. La brava Taylor ha ancora il difetto di correre fra le braccia di papà per ogni foglia che cade, lasciando al poveruomo il ruolo di paraurti fra lei e il marito. Chi invece acquista maggior rilievo è la Bennett. La storia finisce qui (come nei remake anni '90) ma mentre il primo film lo rivedrei subito, questo lo lascerei decantare un po'.
Naturale sequel di un film di successo, affidato allo stesso regista del primo e con lo stesso indovinato cast: Joan Bennett madre saggia, Taylor & Taylor teneri sposini e soprattutto il formidabile Tracy, nonno scettico e brontolone all'inizio ma a cui basta poco per farsi conquistato dal nipotino. Pungenti alcune scenette (il confronto fra consuoceri per la scelta del nome), divertenti altre (i falsi allarmi, la scomparsa del pargoletto), ma il clima generale è improntato ad una ironia bonaria e rilassante. Commedia d'altri tempi, sempre amabile.
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