La signora di Shanghai - Film (1947)

La signora di Shanghai
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Titolo originale: The Lady from Shanghai
Anno: 1947
Genere: gangster/noir (bianco e nero)
Note: E non "La signora di Shangai". Welles non amava particolarmente questo film, la cui sceneggiatura scrisse in un tour de force di 72 ore chiuso in motel.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/01/09 DAL BENEMERITO DANIELA
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Galbo 24/09/09 14:54 - 12380 commenti

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Considerato un capolavoro del genere noir, il film di Orson Welles è in realtà qualitativamente discontinuo e non privo di difetti, il principale dei quali è la trama decisamente troppo ingarbugliata (ma lo è quella di molti film dello stesso genere). Dalla sua tuttavia il film ha il fascino di alcune sequenze (la sparatoria finale) e l'indubbio carisma dei protagonisti, vere icone del cinema americano.

Daniela 15/09/09 18:11 - 12626 commenti

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E'vero che Welles non lo amava molto e lo girò controvoglia, che forse già detestava la moglie (trasformata da rossa di fuoco in bionda glaciale), che lui stesso nel ruolo del marinaio è impacciato e non è molto convincente (a differenza di Sloane, avvocato zoppo di indubbia efficacia), e poi la trama è ingarbugliata e l'andamento discontinuo, però sono bastate poche sequenze magistrali per consegnare questo film alla storia del cinema, quasi suo malgrado: come dimenticare il colloquio nell'acquario o la sparatoia fra gli specchi del luna park? Capolavoro involontario, quasi suo malgrado.

Tarabas 22/02/10 09:15 - 1878 commenti

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Chi ha ucciso Grisby? Il suo socio Bannister, il mozzo O'Hara o la misteriosa Elsa, moglie infedele dal torbido passato? Welles interpretò retrospettivamente il film come un deliberato sberleffo alle convenzioni del melò-noir di moda all'epoca, che gli studios gli avevano imposto per sfruttarne la fama. Vero o no, Welles carica il film di scene grottesche e fuori registro (il processo, per dirne una) o dense di simboli espressionisti che mandano fuori giri la storia per accumulazione (l'acquario, il luna park). Quasi incomprensibile ma tuttora da vedere.

Pigro 5/07/10 08:23 - 9636 commenti

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Squali che divorano se stessi: questo è il cupo mondo rappresentato da Welles attraverso la storia del marinaio coinvolto in inesplicabili complotti mortali all'interno di una ricca coppia e del suo entourage in gita su uno yacht. Un universo di inganni dominato dall'ambiguità delle persone e dei sentimenti (e della trama, un po' contorta). Hayworth seduttiva. Virtuosistiche le riprese conclusive al luna park: lo svelamento è ironicamente calato in una scena simil-espressionistica, fino alle eclatanti sequenze nel labirinto degli specchi.

Pau 7/07/10 09:58 - 125 commenti

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Nel bene e nel male, un film dominato dalla ingombrante e umbratile personalità di Welles, sempre in rotta con i produttori e desideroso di scioccarli, al punto da accorciare la leggendaria chioma rosso fuoco della super diva Rita Hayworth e tingerla di biondo platino. Più della trama, declinata sui topoi del genere (in primis quello dell'innocente finito in un gioco più grande di lui a causa di una torbida dark lady), contano le singole inquadrature e il senso di deacadenza morale che permea la vicenda. Ottima performance per Everett Sloane.
MEMORABILE: La sparatoria conclusiva nella sala degli specchi.

Deepred89 15/09/10 11:44 - 3704 commenti

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Siamo dalle parti del B-movie, ma di quelli di tutto rispetto. Welles scende a compromessi con un budget discutibile e dirige un noir molto intrigante, troppo macchinoso nella parte centrale (troppo contorto il fulcro della vicenda e discutibile la parte in tribunale) ma ben strutturato (ottimo l'utilizzo della voce over) e con un ottimo e memorabile finale onirico (con sorpresa). Rita Hayworth, al top, si mangia il resto del cast (Welles compreso) e regala, da sola, mezzo punto in più al film. Un bel film.

Saintgifts 24/11/10 23:09 - 4098 commenti

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Tra le figure dei protagonisti, scelte tutte molto bene (Everett Sloane zoppo e ambiguo al punto giusto, Glenn Anders dallo sguardo inquietante e pericoloso, per non parlare della strepitosa bellezza della Hayworth e della sua bravura con espressioni che riempiono lo schermo) quella di Welles è la meno adatta. Ho apprezzato Welles come attore solo quando ha cominciato a invecchiare e a gonfiarsi. Per il resto, storia a parte, ci sono inquadrature speciali che danno la giusta atmosfera dark al film e sberleffi come il processo farsa.

Homesick 28/10/11 17:30 - 5737 commenti

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L’odio e la cupidigia pianificano il delitto perfetto; ma il delitto perfetto, come insegnerà più tardi Hitchcock, non esiste...In un’ipotetica classifica dei noir più influenti della storia del cinema “La signora di Shanghai” conquisterebbe uno dei primi posti sia per la costruzione dell’intreccio – complotti, ricatti, controcomplotti ed imprevisti –, sia per un impatto visivo che nel finale al luna park prevede una rapida ed efficace summa di sagome ed oscurità espressioniste. Personaggi: Welles nelle insolite vesti di vittima, Hayworth divorante femme fatale, Sloane e Anders fini macchinatori
MEMORABILE: I trucchi processuali escogitati da Sloane; il corteggiamento all'acquario; il labirinto degli specchi.

Rebis 21/11/11 20:28 - 2332 commenti

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L'esasperata stilizzazione visuale con cui Welles investe storia e personaggi pone in archetipo il narrato: ma lo schematismo ieratico libera un contrappunto ironico che lo alleggerisce e sdrammatizza. Il torbido ordito - da un romanzo di Sherwood King - offre a Welles continui pretesti per sbalorditivi esercizi di regia. Il montaggio - secco, repentino, contrastato - asciuga le ombre di autocompiacimento dal virtuoso studio delle inquadrature, inanellate in una spregiudicata apoteosi di barocchismo che culmina nel labirinto di specchi. Hayworth da cardiopalma.

Giùan 4/01/12 13:13 - 4540 commenti

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L'unico film del fenomenale Orson la cui fama del dietro le quinte è (forse) superiore al risultato su grande schermo, a significare che quel che accadde off scene fu storia potente. Nato per scommessa col produttore Cohn, portato avanti quasi come un offesa alla moglie/diva Rita, girato in spregio delle regole della logica narrativa come pure del pur già arzigogolato noir dell'epoca. Ciò che ne consegue è un incubo espressionista, per forza di cose nebuloso, a tratti noioso ma con momenti folgoranti e un olezzo di marciume violento, di trapassato remoto.
MEMORABILE: Oltre a quel che è diventato già leggenda, mi piace rimarcar la prova della vita per Everett Sloane, zoppo azzaccagarbugli demoniaco.

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Myvincent 29/05/12 08:42 - 3727 commenti

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Costosissima produzione che ritrova gli stessi ingredienti de La fiamma del peccato, puntando su gli aspetti emotivi e un intreccio amoroso complesso. Una dark lady platinata non del tutto convincente è al centro di una storia dove un uomo viene raggirato proprio giocando sui suoi sentimenti. Un baro che le costerà carissimo. Sceneggiatura a tratti bislacca, molti buchi nella rete narrativa, ma la presenza magnetica della Hayworth fa dimenticare tutto.

Fauno 27/08/14 23:50 - 2208 commenti

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Due battute son costruttive, ovvero l'aneddoto sugli squali come "sugo sanguinolento" di tutta la storia, il significato della marcia in più; tutto il resto son caricature e panzane, a partire da Welles, gigante buono anti-Jo Condor (Carnera picchiava un po' meglio), la Hayworth, campionessa di insulsaggine e di antiesteticità e il marito storpio che sembra Beau Geste guarito dallo strabismo con una botta in testa e trasferimento automatico della menomazione... La fotografia lo rende ancor più mirabolante come cartone animato cammuffato da film.
MEMORABILE: L'auto (s)contro-interrogatorio; La resa dei conti con gli specchi umoristici...

Capannelle 12/09/14 18:06 - 4399 commenti

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Brutto prologo con un marinaio che si trasforma in Braccio di ferro e conquista un'Olivia (una Hayworth dai capelli corti) normalmente fuori portata, poi si passa lentamente da un noir sentimentale a un (troppo) intricato thriller. Bello il finale, non male la morbosità latente che Welles pompa nei personaggi, ma come regia non mi entusiasma; si nota anche il budget ridotto e come storia mostra delle lacune.

Lythops 7/05/15 20:38 - 1019 commenti

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È datato e qui risiede il fascino del film, che a me ricorda curiosamente Il mistero del cadavere scomparso anche se, onestamente, c'entra ben poco. Eppure c'è un intreccio complicato (forse troppo, come nella "sua" caricatura), la scena iniziale del tentato rapimento è così mal montata e interpretata da far scappare almeno una risata; insomma, un film curioso per uno come Welles che ha firmato ben altri capolavori. Magica la Hayworth, Welles troppo caricato forse perché la sceneggiatura l'ha scritta lui. Perdonato per il poco tempo avuto.

Cotola 26/10/15 15:07 - 9013 commenti

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Per l'ennesima volta Welles si confronta col noir e pur avendo a disposizione una storiellina di poco conto, riesce a nobilitarla con una grande regia e confermando così tutta la sua maestria. La prima parte (ben poco noir) è un po' fiacca, abbastanza lenta e con troppe e francamente snervanti musiche e canzoni spagnoleggianti. Per fortuna tutto si ravviva ed è riscattato da una seconda parte in cui una certa prevedibilità, per chi lo guarda con gli occhi di oggi, non inficia il divertimento la riuscita della pellicola. La Hayworth è un'ottima femme fatale.
MEMORABILE: Il racconto sugli squali e l'odore del sangue. All'acquario. Nella casa degli specchi. La Hayworth negli ultimi fotogrammi.

Fedeerra 12/05/21 19:38 - 770 commenti

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Noir peculiare (poco amato dal regista), dal tratto visivo quasi futuristico che unisce pathos e psicologia con grande disinvoltura. Rita Hayworth, qui in versione femme fatale, sfodera sguardi persi nel vuoto che, in mezzo a personaggi maschili dal sapore caricaturale e grottesco, rimandano a una figura femminile impassibile, algida quanto estremamente sconvolgente. Grande cinema.

Orson 20/02/22 12:46 - 120 commenti

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Dopo Lo straniero, che quasi fungeva da prova generale con gli stilemi del genere, ecco il primo vero grande noir diretto da Orson Welles, nel quale convergono e vengono sublimati tutti i topoi del genere: l'ignaro protagonista-pedina al centro di una macchinazione, la femme fatale, il triangolo amoroso, i capovolgimenti di prospettiva... Welles si reputa superiore alla materia da novella pulp che approccia e lo rimarca con sequenze visivamente portentose, entrate nella leggenda (gli specchi, l'acquario, la Hayworth).

Nicola81 2/04/22 22:20 - 2840 commenti

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Un film girato quasi per scommessa, diventato quasi suo malgrado un classico ma celebrato (senza quasi) oltre il suo reale valore. Il finale, con la celeberrima sparatoria tra gli specchi, è un grande pezzo di cinema, ma la parte preparatoria è tirata troppo per le lunghe, e quando la storia diventa finalmente interessante incappa in una fase processuale ai limiti della parodia, e forse anche oltre. Tecnicamente ineccepibile, narrativamente molto meno, interpretazioni ovviamente ottime (la Hayworth, anche se trasfigurata, era sempre splendida).

Ultimo 25/08/22 11:03 - 1653 commenti

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Pellicola noir molto affascinante ma che sente il peso degli anni, anche a causa di uno sviluppo discontinuo. La prova del cast è in ogni caso buona, e soprattutto Rita Hayworth ci regala un personaggio il cui sguardo è difficile da dimenticare. Sapiente la regia di Welles, specie nella celeberrima scena degli specchi. Non un capolavoro, ma certamente un buon film che merita la visione. Per cinefili.
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  • Discussione Harrys • 10/01/10 19:23
    Fotocopista - 649 interventi
    Anche questo, mi permetto, inequivocabilmente noir.
  • Homevideo Rebis • 23/11/11 16:51
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Eccellente il dvd Columbia dedicato a questo classico: sotto il profilo video l'immagine è dettagliata e profonda, con poche spuntinature, mentre l'audio italiano (mono) non è del tutto nitido (direi a causa dell'età) e mancano alcuni frammenti di dialogo (per altro privi di sottotitoli automatici). L'audio originale è in buone condizione e sono presenti anche il francese, il tedesco e lo spagnolo. Sottotitoli ad libitum.

    Ma la vera ragione d'interesse è il commento audio di Peter Bogdanovich interamente sottotitolato in italiano, e un breve documentario sul film sempre da lui condotto.

    Chiudono il pacchetto extra i trailer d'epoca del film di Welles e di "Gilda" e una galleria fotografica.
    Ultima modifica: 23/11/11 19:25 da Rebis
  • Curiosità Rebis • 23/11/11 17:00
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    La durata originaria del film, così come lo aveva concepito Welles, era di circa due ore e mezza. In seguito alle preview e ai commenti negativi del pubblico (che dimostrarono di non cogliere la modernità del film, specie nel tratteggio cupo e pessimista dei personaggi) la Columbia decisa di ridurlo alla durata attuale (84 minuti) senza il consenso e senza la supervisione del regista. Tra le molte sequenze sacrificate va almeno ricordata quella dentro "La casa delle pazzie" che anticipa il labirinto di specchi: le poche immagini rimaste (lo scivolo, le fauci del mostro, la porta a soffietto) rappresentano solo un antipasto del delirio concepito da Welles che per altro aveva realizzato di sua mano l'intero impianto scenografico della sequenza (dal quale sbucava il volto di una Hayworth scarnificata!).

    (Peter Bogdanovich - Dall'intervista contenuta nel DVD Columbia Pictures)
  • Homevideo Digital • 22/09/17 23:04
    Portaborse - 3991 interventi
    Dvd Sinister disponibile dal 22/11/2017.
  • Homevideo Caesars • 31/05/21 11:40
    Scrivano - 16800 interventi
    In uscita, il 28/7, il bluray (+dvd) targato Sony
    https://www.dvd-store.it/Video/Blu-Ray/ID-74438/La-signora-di-Shanghai-Blu-Ray-Disc-DVD