Note: Il film di Irwin Allen è il rifacimento del precedente "The Lost World - Il Mondo scomparso" del 1925 (Hoyt), con cui condivide anche la location sudamericana.
L'irascibile prof. Challenger (un Rains truccato con occhialoni e zazzera rossa) torna da una spedizione in Amazzonia dicendo di aver incontrato nientemeno che i dinosauri. Purtroppo ha perso il materiale video con cui li aveva filmati e di conseguenza una sua conferenza finirebbe poco meno che a pernacchie se il prof non rilanciasse coinvolgendo in una nuova missione un po' dei presenti. Il gruppo quindi parte, ritrova immediatamente il posto e atterra senza problemi accampandosi per la notte nella giungla. Pochi minuti ed ecco i primi dinosauri, che ci fan capire il perché del film: finalmente non più i soliti mostri di gomma in stop motion, ormai decisamente poco presentabili, ma iguane e altri...Leggi tutto animaletti autentici truccati amorevolmente da sauri. Il risultato marca chiaramente la differenza col passato: i movimenti sono sinuosi, realistici e il cinemascope li esalta lasciando percepire la gradevolezza degli "effetti". Il fascino del film purtroppo rimane però confinato a questo, perché a livello di avventura proprio non ci siamo: personaggi inconsistenti, dialoghi patetici, un incontro con gli indigeni che lascia il tempo che trova, gli immancancabili passaggi tra lava e rocce che nulla aggiungono ai tanti film già girati in tema. Il fatto poi che la donna del gruppo si aggiunga agli altri portandosi dietro il suo barboncino (!) e segua la spedizione con abiti quasi da sfilata di moda d'epoca la dice tutta sulla palusibilità della vicenda. D'altra parte non era quello che importava agli autori, i quali a partire da un romanzo di Arthur Conan Doyle hanno imbastito una sceneggiatura ingenua degna di un'avventura per ragazzi, senza alcuna pretesa che non sia quella di accompagnare l'esibizione degli effetti speciali. Se però quelli relativi ai "dinosauri" hanno come detto il loro perché (notevole anche l'immancabile lotta a due), non si capisce per quale motivo mescolarli ad altri che in un attimo riportano il film indietro di vent'anni (il ragno gigante è davvero impresentabile). E siccome appassionarsi alle vicende dei protagonisti proprio non pare possibile, tocca purtroppo ammettere che il film di motivi per essere ricordati ne ha pochi.
Con questa credo di aver quasi completato la serie di pellicole Mondo Perduto. Se fino ad ora non è la peggiore, poco ci manca. E' tutto finto, dagli attori alle scenografie teatrali (a parte forse la lava, che almeno sembra calda), ai "dinosauri" (povere lucertole, credo varani, alle quali sono state applicate corna e ammennicoli vari. Una viene addirittura sollevata con evidenti fili, ma non prima che le abbiano cacciato in bocca un pupazzetto, che dovrebbe rappresentare uno della spedizione). Velo pietoso sui cavernicoli in costume (bella compresa). Filmaccio.
MEMORABILE: Il professore ai compagni di viaggio: "Questi fumi sono letali". Peccato che poi li respirino per venti minuti senza fare una piega.
Spedizione nella giungla per scoprire dinosauri e uomini primitivi. Banale, mediocre, sessista (le donne sono petulanti o incapaci o bòne) e razzista (la guida locale è paurosa, subdola, allupata). A questo si aggiunge pure la calma piatta per ciò che riguarda la capacità di avvincere o emozionare, e l'ingenuità di alcune trovate che dovrebbero essere spettacolari. Senza contare le incongruenze più pacchiane. Risultato: un film praticamente inutile.
Involontariamente umoristico. Pare un film per ragazzi riuscito malissimo. Così abbiamo pericolose spedizioni amazzoniche cui partecipano ragazze con cane barboncino, vestaglie di seta e cappellini. Adeguati spazi pianeggianti ove planare, accamparsi e cenare su tavolini con tovaglia candida. La selvaggia pare appena uscita da parrucchiere e gioielliere. Alla fin dei conti, non sono gravi i brutti dinosauri, ma quel mare di lava che sembra ragù napoletano in lenta bollitura è pazzesco. Da guardare in compagnia, solo per ridere.
MEMORABILE: Di bello le immagini di repertorio con le cascate. Di brutto, in quanto oltre l'assurdo, la splendida selvaggia.
Lo spunto di questo paleo Jurassic Park è quello di un romanzo di Conan Doyle che parla di una spedizione alle sorgenti del Rio delle Amazzoni. Il film di Irwin Allen che ne deriva però è decisamente riuscito male. I personaggi sono al limite della macchietta, tanto da dare luogo a siparietti involontariamente ridicoli. La storia è noiosa e risaputa, gli effetti speciali scadenti.
Sensazionale avventura del mitico Irwin Allen. Riprendendo e adattando un romanzo del creatore di Sherlock Holmes, Sir Doyle, costruisce un film con effetti molto speciali sbalorditivi (per l'epoca) usando animali veri modificati, piuttosto che ricorrere allo stop-motion. Alcune uscite poteva evitarle, come il fintissimo ragno o il passaggio con i tentacoli. Tutto sommato un bel film che non manca di colpi di scena inaspettati. Il personaggio del prof. Challenger è il più carismatico.
MEMORABILE: Lo scontro tra il varano e l'iguana: notevole, sperando non abbiano maltrattato quelle povere bestiole.
Della serie "come si facevano un tempo gli effetti speciali": non manca proprio nulla alla fantasia degli autori per ricreare l'atmosfera del cosiddetto mondo perduto. Gli iguana utilizzati per simulare i dinosauri sono una chicca ormai entrata nel mondo del cult-trash. Per il resto il film si dimentica facilmente non presentando alcuno spunto degno d'interesse.
Traduzione (dopo quella di Hoyt del 1925) ispirata alle pagine fantastiche del dottore, poeta e scrittore Arthur Conan Doyle. La verve avventurosa si compatta con le suggestioni terrifiche demandate a fauna e flora giganti. I varani e i rettiloni dell'era che fu si muovono quasi stupiti e la loro epifania non difetta certo di quel fascino che soltanto pellicole di tal guisa sanno profondere. In tema di fascinazione, impossibile non restare basiti innanzi la prima apparizione in aeroporto della prosperosa Jill St. John.
Uscito all'incirca l'anno dopo Viaggio al centro della terra, ne riprende lo stile. Anche qui i personaggi della spedizione nella giungla vengono modificati rispetto al romanzo di Doyle (inserendovi pure una donna e il suo cagnolino) andando a riprendere i cliché del genere. I dinosauri sono veri rettili truccati (si riconoscono un'iguana, un varano e un coccodrillo). Nel complesso il film dà una forte idea di finto e di artificioso. Bravo Claude Rains nel ruolo del dottor Challenger.
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Il film di Irwin Allen è il rifacimento del precedente The Lost World - Il Mondo Scomparso del 1925 (Hoyt), con cui condivide anche la location sudamericana.