Un'ombra nel buio - Film (1975)

R
Un'ombra nel buio
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Titolo originale: Forced Entry
Anno: 1975
Genere: thriller (colore)
Regia: Jim Sotos
Note: Aka: "The Last Victim"; "Last Victim"; "The Last Entry"; "Last Rape", "Forced Entry - Erzwungener Eintritt"; "Nuori, kaunis... kuollut". Remake di "Forced Entry" (1973).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/07/17 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 18/07/17 04:11 - 8117 commenti

I gusti di Herrkinski

Caso più unico che raro in cui un film hard X-rated (dallo stesso titolo, uscito due anni prima e interpretato da Harry Reems) viene rifatto come film R-rated; tolte le scene di sesso esplicite (qui risolte con giochi di montaggio e ben poco grafiche) la trama e il villain rimangono circa identici e si va in territori rape & revenge/exploitation tentando di seguire L'ultima casa a sinistra e affini. Un discreto lavoro da grindhouse, noto anche per gli esordi di Roberts e Allen, che però non raggiunge la cruda brutalità del prototipo XXX.
MEMORABILE: Lo stupro della Allen.

Gestarsh99 16/11/19 17:23 - 1395 commenti

I gusti di Gestarsh99

Pavido rifacimento-lampo del disturbantissimo "Forced entry" di paternità costelliana, prudenzialmente dehardizzato sia dal porno-esibizionismo cochon che dai melmosi trasudamenti malsano-violenti del film originale. A farne le veci omicidiarie, un men che anonimo Ron Max dalle infinitesime risorse recitative, neppur vagamente accomunabile a quel villoso animale da palco osceno che è Harry Reems. Il delirante "zavattinismo" allucinatorio e l'innescante questione sociale della mancata riabilitazione psichiatrica dei reduci del 'Nam restano lettera morta dal primo all'ultimo minuto. Soporifico.

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  • Curiosità Undying • 21/12/08 00:26
    Risorse umane - 7574 interventi
    Il titolo originale del film, Forced Entry non deve essere confuso con l'esplicito (e duro, considerato l'epoca del girato) film diretto da Shaun Costello nel 1973.

    Anche se, di fatto, pure Un'Ombra nel Buio venne realizzato nel 1975, per essere poi stato rimontato (con scene aggiuntive girate ad hoc) e distribuito solo cinque anni più tardi.

    Inutile dire, comunque, che tra i due titoli la spunta, per scorrettezza, realizzazione tecnica e insana atmosfera, l'opera di Shaun Costello, che, per certi versi, sembra quasi anticipare il Maniac di William Lustig.

    Nel Forced Entry HARD, si narra di un reduce vietnamita traumatizzato dall'esperienza e deciso a dichiarare (nuova) guerra alla popolazione femminile residente a New York.
    Tramite un'occupazione come addetto alla distribuzione del carburante, presso una pompa di benzina, il folle risale, grazie ai pagamenti con carta di credito, alla dimora delle vittime prescelte.
    "L'entrata forzata" è dunque un'allegoria che ha valenza sul piano figurato (l'intrusione nell'appartamento) e su quello allusivo (la violazione della privacy e...)

    Trailer Forced Entry (ATTENZIONE: solo per un pubblico ADULTO)
  • Curiosità Undying • 30/08/09 00:17
    Risorse umane - 7574 interventi
    Esordio cinematografico per Tanya Roberts (in seguito nota attrice e celebre eroina della serie Charlie's Angels).
  • Homevideo Buiomega71 • 8/01/13 09:38
    Consigliere - 25997 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Multivision

    Ultima modifica: 8/01/13 10:58 da Zender
  • Discussione Gestarsh99 • 18/11/19 19:28
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Chi avrà già avuto occasione di visionare e apprezzare il prototipo hard cui fa eco questo quasi-remake (vale a dire Forced entry, anno 1973, uno dei porno americani più sordidi, cupi, malsani e oscuri mai realizzati nella golden age), non potrà che convenire sul fatto che l'originale sia di tutt'altra pasta qualitativa.

    La pellicola precedente di Shaun Costello, oltre a vantare la belluina quanto nauseante presenza scenica di Harry Reems (un veterano del "dirty cinema" nei panni di un veterano della "dirty war" per antonomasia), affondava il coltello nella piaga degli orrori del Vietnam e delle sue ripercussioni sociali e mentali (peraltro, in geniale anticipo rispetto a opere d'impatto come Taxi driver, Combat shock e Allucinazione perversa), ricorrendo a un sorprendente montaggio allucinato capace di alternare in modo straordinariamente efficace sconvolgenti immagini di repertorio in bianco e nero (provenienti dal Vietnam) al girovagare del folle protagonista tra le strade della Grande Mela.
    La tensione palpabile che il film piano pianino accumulava nel suo delirante percorso era inoltre acuita da un lugubre accompagnamento musicale - ora minimale, ora folcloristico/tribale - in grado a più riprese di far accapponare la pelle nel vero senso del termine.

    Questo rimpastino soft firmato da Jim Sotos non presenta nessuno dei connotati scioccanti sin qui esposti, e sceglie di appiattirsi in maniera grigia sulle anonime gesta di un altrettanto anonimo violentatore come tanti se ne vedono al cinema (bolsamente interpretato dal gorillesco carneade Ron Max).

    Succo del discorso: non fatevi scappare l'opera originale, un pugno nello stomaco e nel cervello difficilmente eguagliabile.
  • Discussione Herrkinski • 18/11/19 21:32
    Consigliere avanzato - 2632 interventi
    Sì, decisamente inferiore al prototipo XXX; a conti fatti non mi ha lasciato molto, infatti l'ho visto un paio d'anni fa e me ne ricordo ben poco. Mi sembrava tuttavia decoroso e nella media dei prodotti dell'epoca, se sganciato dal modello originale.
  • Discussione Buiomega71 • 18/11/19 22:37
    Consigliere - 25997 interventi
    Francamente ricordo poco dello "stalking movie" sotosiano. Visto la notte dei secoli sulla non eccelsa vhs Multivision

    Ma lo rammento (per quel che posso rammentare) come un buon filmaccio di genere (eppoi la Roberts angariata dal sordido e untuoso meccanico aveva un suo perchè, e l'atmosfera zozzerella faceva capolino quà e là). Ma per un'approfondimento più corposo dovrei rivederlo.

    Ovviamente paragone impietoso con il laido piccolo gioiello costelliano.

    Anche se Waterpower (attribuito a Gerard Damiano ma farina del sacco di Costello) le è nettamente superiore per quanto mi riguarda. L' ossessione perversa per l'enema perpretata da Gillis fa impallidire le sudice imprese del deviato Reemes ( che seppur fetido in quel ruolo, non riesco a scinderlo dal dottore imbecille di GOLA PROFONDA).

    Perchè il sudaticcio Jamie Gillis, schizzato reduce del vietnam, che clisterizza vittime sacrificali femminili in quell'aura fetida alla Maniac difficilmente si scorda e la sporcizia ti rimane addosso per un bel pò.
    Ultima modifica: 18/11/19 22:53 da Buiomega71
  • Discussione Raremirko • 18/11/19 23:17
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    C'è da dire che Reems ne interpretò di cult movies...