L'asso nella manica - Film (1951)

L'asso nella manica
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Ace in the hole
Anno: 1951
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Aka "The big Carnival".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'addio al cinema drammatico di Billy Wilder è uno di quei film in cui è difficile trovare punti deboli: recitato intensamente da un Kirk Douglas al top della forma, sceneggiato con arguzia, diretto con la consueta abilità da un Wilder mai sopra la righe, ACE IN THE HOLE è uno dei più grandi manifesti di quel cinismo tipicamente giornalistico che porta i reporter a speculare sulle sofferenze altrui pur di trovare lo scoop in grado di dare una svolta alla carriera. Douglas è sempre al centro dell'azione: iperdinamico, scaltro, pronto a stringere alleanza con gli individui più abietti, mette in atto un complicato vincolo di connivenze per mantenere...Leggi tutto il più a lungo possibile sotto le macerie un minatore vittima di un crollo roccioso. L'intrepido giornalista finirà per essere l'unico a cui lo sceriffo corrotto permette di scendere nella miniera per parlare con lo sventurato, mentre la zona esterna, da tempo deserta, si trasforma in una gigantesca meta di pellegrinaggio per i turisti del macabro. Costruito impeccabilimente, frizzante e vivace come lo saranno le future commedia del regista (e NON PER SOLDI... MA PER DENARO riprenderà tematiche simili per svilupparle in modo differente), interessante dall'inizio alla fine, ACE IN THE HOLE resta un monito deciso contro l'ingordigia umana, una lezione morale diretta che non lascia scampo. Successivamente in molti tratteranno il tema del cinismo massmediologico, dell'invadenza del quarto e del quinto potere (si veda l'omonimo capolavoro di Lumet) nelle regole di convivenza civile, ma pochi lo faranno con lo stesso rigore, la stessa sincerità. Forse l'unica difetto sta nella rumorosa colonna sonora, troppo legata a canoni musicali ormai sorpassati.

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Caesars 16/07/07 16:06 - 3778 commenti

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Billy Wilder ci ha regalato magnifiche commedie divertenti ma anche film drammatici che non si possono dimenticare. A quest'ultima categoria appartiene questo "L'asso nella manica", che mostra le nefandezze di cui si può macchiare un giornalista pur di realizzare uno "scoop" importante. Leggermente datato mantiene comunque ancora oggi una forte carica di denuncia che lo rende imprescindibile per chi ama il buon cinema d'impegno civile.

Cotola 16/07/08 00:14 - 9009 commenti

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Strepitoso apologo di Wilder sulla crudeltà umana che in anticipo sui tempi tratta un tema come quella della spettacolarizzazione del dolore e della morte ad opera dei mass-media che già allora sembravano cinici come quelli di oggi. Ottima la regia, strepitosa la sceneggiatura e grandissima la prova di Kirk Douglas.

Daniela 12/03/09 16:58 - 12622 commenti

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Opera potente, il cui insuccesso commerciale spinse Wilder ad abbandonare il genere drammatico per dedicarsi alla commedia, questo ritratto di un Big Carnival mediatico di profetica ferocia girato oltre mezzo secolo fa si dimostra ancora attualissimo, per la rappresentazione spietata di un tipo di giornalismo cannibale, che sfrutta (e nello stesso tempo attizza) la curiosità morbosa del pubblico di fronte ad avvenimenti tragici. Accanto a Kirk Douglas nella migliore interpretazione della sua carriera, spicca la cinica Jan Sterling. Capolavoro.
MEMORABILE: Douglas spiega le regole del mestiere ad un suo giovane collega; Il finale, con Douglas che cade in avanti, verso la cinepresa.

Harrys 11/03/09 00:15 - 687 commenti

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Ultimo dramma di Wilder prima di dedicarsi completamente alla commedia. Un film che tocca tematiche importanti, riuscendoci decisamente bene: il cinismo insito nella natura dell'uomo, l'ipocrisia del fenomeno mass-mediatico... Nota dolente, a mio avviso, il fatto che sia invecchiato male, o meglio, che le tematiche trattate siano state riprese talmente tante volte da non permettere di godere appieno di quest'opera, ai giorni nostri. Ma questo non va di certo ad incidere sul valore effettivo della pellicola: alto, sicuramente. ****.

Galbo 15/03/09 10:06 - 12380 commenti

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Bellissimo film che si inserisce nel filone drammatico che segnò efficacemente la prima parte della carriera di BillY Wilder. Benchè realizzato agli inizi degli anni '50, il messaggio di fondo sulla spettacolarizzazione delle tragedie umane da parte dei media è ancora attualissimo, insieme all'amara critica sociale e al pessimismo di fondo della visione del grande regista. Ottima l'interpretazione di Kirk Douglas.

Saintgifts 24/04/10 00:49 - 4098 commenti

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"Dite la verità", recita il motto dell'onesto direttore del giornale di Albuquerque, ma per il fallito giornalista Charlie Tatum vale più "Costruite, la vostra verità". Chi è più disonesto? Il giornalista che cerca lo scoop a tutti i costi, anche mettendo in gioco la pelle altrui, o chi compra il giornale solo in occasione di notizie forti che emozionino, magari, una vita quotidiana piatta? Volutamente sopra le righe, un film che solo negli USA, Paese della libertà, poteva nascere, dove molte cose si fanno e si disfano in poche ore. Profetico.

Tarabas 25/01/10 13:47 - 1878 commenti

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Al giornalista fallito Charlie Tatum serve un colpo da prima pagina per ritornare alle grandi testate. Albuquerque non offre molto, così se lo inventa sfruttando l'innocua, fino ad allora, disavventura di un tale chiuso in una grotta pericolante. Non sorprende che il pubblico dell'epoca lo abbia rifiutato. Tremendamente moderno, spietato, privo della tipica ironia Wilderiana. Non c'è speranza per nessuno, nemmeno la confessione finale è redentrice. Regia essenziale. Ai geni non serve granchè per girare capolavori. Big Carnival? No, danse macabre.
MEMORABILE: L'arrivo di Tatum ad Albuquerque sull'auto trainata dal carroattrezzi; l'ultima telefonata al direttore di New York.

Tuxtucis 23/08/10 12:02 - 34 commenti

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Straordinario film di uno dei più grandi ed eclettici registi di tutti i tempi. La critica al cinismo dei mass-media ed al sensazionalismo giornalistico non ha mai più toccato le vette raggiunte in quest'opera, che peraltro precede la tv spazzatura di vari decenni. Semplicemente memorabile.

Pigro 6/09/10 08:55 - 9635 commenti

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Il cinismo della stampa sposato con gli interessi personali, politici, economici: è un vero groviglio di sanguisughe quella sarabanda che si accalca attorno alle grotte in cui è sepolto vivo un uomo, che l'ingordigia generale finge di voler salvare. Un film eccellente per il tema (sempreverde: 30 anni dopo tutti abbiamo rivisto qualcosa del genere a Vermicino) affrontato con grande maestria, in modo impeccabile, dove ogni elemento si incastra alla perfezione attorno al perno, un poderoso Douglas. Implacabille atto d'accusa contro l'ipocrisia.

Giùan 27/06/12 22:05 - 4539 commenti

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Rabbrividente per la sua profetica attualità. Il big Carnival della comunicazione di massa, il tendone sempre aperto del circo del dolore ipocrita, il perenne palinsesto della tragedia che scandisce pasti e appuntamenti conviviali. Chuck Tatum (un Douglas dall'antropologico occhio laido) ne è solo il capro espiatorio, ma se a lui concede la nemesi, è alle cattive coscienze di tutti noi condiscendenti spettatori che l'"amorale" Billy rivolge (attraverso il torrido b/n di Lang) il suo sguardo asciutto e per questo più spietato. Dopo ci sarà solo da ridere.

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Tomslick 29/05/13 19:45 - 205 commenti

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Cinico. Magari fosse solo cinico. Questo film è molto di più, è molto peggio. La tragica situazione del povero disgraziato semisepolto fa da catalizzatore a umane bassezze di ogni sorta: il giornalista fiuta lo scoop e lo piega al proprio volere, la moglie s'arricchisce grazie al macabro turismo, lo sceriffo inciucia qua e là in nome della propria rielezione... alla faccia del poveretto agonizzante che crede che nel frattempo loro stiano agendo per la sua salvezza. Wilder qui ci vede lungo, preconizzando tempi tristi. Aveva amaramente ragione.

Mickes2 10/06/13 17:20 - 1670 commenti

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Potentissima ricognizione del maestro Wilder sull’amoralità, il cinismo e la ferocia del giornalismo con un occhio gravemente pessimista e spietato nei confronti della società, inebetita, ignorante, superficiale, pronta a nutrirsi delle disgrazie altrui senza nemmeno il minimo tentativo di indagare le (proprie) coscienze e andare “oltre” la superficie dei fatti. Grandissimo Kirk Douglas, prova viscerale e intensa, tragico capro espiatorio di una nazione intera. Film nerissimo, profetico, glaciale, teso come una corda di violino.

Graf 16/03/14 03:14 - 708 commenti

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Wilder con questo film si fa profeta e riesce a cogliere, fin dal’51, la deriva sensazionalistica dei mass media e profetizzare, con lucidità e rigore, il futuro violento e cinico di una società oppressa dalla comunicazione di massa. Una notizia locale trasformata, dalla sete di guadagno di un giornalista, in avvenimento di grande interesse nazionale che fa muovere il circo mercantile della comunità americana. Potente stile espressivo, scultura michelangiolesca dei personaggi, profonde lacerazioni morali e il dollaro come unica misura delle azioni umane.
MEMORABILE: Kirk Douglas giganteggia nel ruolo del giornalista di pochi scrupoli Charles Tatum; Jan Sterling interpreta una moglie insoddisfatta di rara volgarità.

Belfagor 19/05/15 12:51 - 2689 commenti

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Questo dramma sul mondo del giornalismo non è invecchiato di un giorno. La fanfara da un giornalista senza scrupoli attorno alla notizia di un uomo intrappolato da una frana è ancora oggi una valida rappresentazione dello sciacallaggio mediatico, che crea il falso con la scusa di voler raccontare il vero. Altrettanto colpevole è tuttavia il pubblico (forse anche quello in sala?), con la sua morbosa curiosità e la sua ipocrisia. Douglas dà l'interpretazione della vita, la Sterling è una bionda ancor più malvagia di Phyllis Dietrichson.
MEMORABILE: "Ecco un giornalista da mille dollari al giorno! Potete averlo gratis".

Il ferrini 26/04/16 23:24 - 2345 commenti

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Film di un'attualità disarmante, spietato come solo Wilder riesce a essere quando dipinge il mondo dei media. Se l'anno prima si era occupato del cinema, stavolta tocca alla stampa e per raccontarne il cinismo usa come protagonista un giornalista senza scrupoli interpretato da un Kirk Douglas in forma straordinaria. Anche la scelta di Jan Sterling risulta vincente; buona la sua interpretazione della moglie fredda e ingrata di "Leo" (Richard Benedict). Grande impiego di comparse, ritmo sempre molto alto, una vera perla molto sottovalutata.
MEMORABILE: "Tell the truth".

Myvincent 2/05/16 08:24 - 3726 commenti

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Un giornalista senza scrupoli né valori sfrutta una tragica storia per soddisfare il proprio ego, ma la nemesi è sempre dietro l'angolo. Forte opera di denuncia sociale contro l'uso artificioso delle notizie di cronaca, si gioca tutto sul tavolo del cinismo più efferato, offrendo a Kirk Douglas l'occasione per un ruolo indimenticabile. Purtroppo né questa volta né mai l'attore venne insignito con l'Oscar.

Jdelarge 12/07/16 22:16 - 1000 commenti

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Wilder orchestra in maniera magistrale un film che denuncia il mondo spietato del giornalismo americano (di cronaca possibilmente) e la conseguente voracità del popolo pronto a divorarsi le notizie e se possibile a farne parte. La critica poi si estende anche all'indole invasiva americana; così, se da una parte uno spazio sacro destinato agli indiani defunti viene circondato e profanato dagli americani, dall'altra Chuck Tatum (un fantastico Kirk Douglas) si stabilisce nella camera della mamma del povero Leo Minosa. Gran film.

Rocchiola 14/09/16 12:30 - 953 commenti

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Grande capolavoro sulla crudeltà umana e sul cinismo dei media più che mai attuale. Apice del primo Wilder che in seguito abbandonerà il genere drammatico per dedicarsi alla commedia ma sempre con un tocco d’amarezza. Condotto come un noir, è uno dei più grandi film sul giornalismo, ritratto di un mondo spietato dominato dal denaro e dall’ambizione. Douglas esuberante e machiavellico concede una delle sue prove migliori e la Sterling offre un’interessante variazione della classica dark lady. Ampiamente in anticipo sui tempi, fu un insuccesso.
MEMORABILE: L'arrivo di Tatum al giornale; La giostra e la folla davanti alla grotta; Tatum invita la folla a disperdersi dopo la morte di Leo; La canzone "Leo".

Gippal 23/02/17 21:46 - 89 commenti

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Un giornalista alla costante ricerca di una notizia da prima pagina, una tragedia che viene spettacolarizzata e trasformata in una fiction brutale. Poco importa dell'uomo in pericolo; l'ingordigia umana, crudele, prevale e non lascia spazio ad altro. Ogni personaggio ha il suo sporco interesse da soddisfare e nemmeno la vita, il bene per eccellenza, può ostacolarli. Un ottimo Douglas, e una regia altrettanto buona fondono due tragedie americane che, neanche a dirlo, avevano seguito esattamente lo stesso corso.

Giacomovie 17/07/18 18:03 - 1397 commenti

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Leo Minosa rimane bloccato in una caverna e il giornalista Tatum cerca di sfruttare l'evento per farne un grande scoop. Wilder rielabora col suo stile pungente e con lungimiranza i toni esasperanti che possono raggiungere i mass-media, ma la sua analisi riguarda anche l'ambiguità umana. Non manca qualche momento enfatico ma è tangibile la maestria di un regista che sa andare oltre la trama mettendo a nudo il peggio dell'animo umano.

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Didda23 30/08/19 16:22 - 2426 commenti

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Un'altra perla preziosa che si incastona meravigiosamente nella filmografia del regista austro-americano. Un'opera potentissima che anticipa il filone della "tv del dolore" ancora oggi attualissimo. Meravigliosa la location principale, un luogo sperduto nella periferia americana che diventa centro di attrazione di massa ed è inquietante il sonante carosello che man mano si forma. Douglas è meraviglioso quando si muove con furbizia per tornaconto personale, meno nella parte conclusiva. Regia dall'indubbia classe, sorretta da una sceneggiatura pressochè inappuntabile.
MEMORABILE: L'arrivo nel giornale; Il prezzo del biglietto che quotidianamente si alza; Il piano per estrarre la vittima dell'incidente.

Anthonyvm 22/07/20 17:22 - 5637 commenti

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Uno dei più intensi e cupi capolavori del grande Wilder. Una tragedia lineare, in cui il finale non è anticipato come in Viale del tramonto ma lasciato intendere a poco a poco, in un climax quasi insostenibile di tensione e di indignazione, fra ipocrisia e cinismo. Decisamente maturo per l'epoca (non a caso fu un flop al botteghino), si dimostra attualissimo nel dipingere il parassitismo dei media, la morbosità del pubblico e lo sfruttamento multilaterale delle disgrazie, ben prima de Lo sciacallo di Gilroy. Ci si sente in qualche modo colpevoli anche come spettatori "esterni".
MEMORABILE: Il luna park attorno alla montagna; La ballata country; La reazione di Douglas al rifiuto della pelliccia da parte della moglie di Leo; Il finale.

Giufox 22/05/21 17:26 - 324 commenti

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Giostre, polvere e hamburger, nell'esercizio filmico dell'umano cinismo; la cui dialettica, tra caverne e uffici, telescriventi e crotali, dipinge un quadro impietoso e convincente della nostre specie. Anni prima dei "villaggi globali" di McLuhan, dei fantasmi di Cronenberg e delle derive social, Wilder sfata quel tabù che ha segnato la natura dei mass media del '900. Filma la morte in diretta, filma un suicidio collettivo; nutrendo, fermo e autocritico, quel morboso desiderio umano di storie per procurazione, che si/ci ridicolizza nel suo fanatismo quotidiano. Circus is (not) over.
MEMORABILE: "The circus is over"; La contrapposizione degli spazi; L'inettitudine dello sceriffo contro la malizia di Tatum; Douglas perfetto nel ruolo.

Nicola81 3/09/22 18:53 - 2840 commenti

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Il film più amaro e pessimista di Wilder, nonché quello più bistrattato da critica e pubblico, che non ebbero difficoltà a riconoscersi come bersagli delle sue accuse al cinismo manipolatore dei media, e all'ipocrisia e al falso perbenismo della società americana. Narrazione non priva di lentezze e di enfasi, ma il messaggio è tremendamente in anticipo rispetto ai tempi (impossibile per noi italiani non notare analogie con la tragedia di Vermicino) e l'epilogo non concede sconti a nessuno. Douglas superlativo, ma la Sterling moglie ingrata e profittatrice lo supera in negatività.
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  • Homevideo Ciavazzaro • 23/10/13 22:48
    Scrivano - 5591 interventi
    Il dvd ha un buon video,e l'audio italiano d'epoca che si sente bene.
  • Homevideo Rocchiola • 14/09/16 13:37
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Il 25 agosto 2016 è uscita una nuova edizione in DVD marchiata Golem. Sulla copertina c'è stampato "Nuova versione rimasterizzata in HD".Benché già in possesso della precedente edizione A&R, ho proceduto egualmente all'acquisto. Ebbene dopo una prima visione devo dire che l'immagine è più dettagliata, luminosa e soprattutto pulita dai difetti della precedente edizione. Credo abbiano utilizzato il master del bluray americano probabilmente comprimendolo su DVD. Il risultato è più che soddisfacente e sicuramente migliore dell'edizione precedente. L'audio italiano mono d'origine è molto potente e discretamente chiaro. Se non lo avete ancora scegliete l'edizione Golem rimasterizzata in HD.
    Ultima modifica: 31/07/19 15:14 da Rocchiola
  • Homevideo Noncha17 • 14/09/16 15:15
    Magazziniere - 1068 interventi
    E, hai fatto bene! ;)

    Perchè, sempre su dvdessential forum, si legge che: La nuova edizione Golem contiene il documentario su Wilder "Ritratto di un uomo perfetto al 60%"..non presente sulla "vecchia"!

    C'è da dire anche che, in Italia, ne sono uscite 'solo' quattro edizioni: dvd-store
  • Homevideo Rocchiola • 31/07/19 15:10
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Si effettivamente potevano fare un'unica edizione subito di buon livello e basta. Comunque si tratta delle due edizioni A&R e Golem raddoppiate, prima uscite con master normali e vetusti e poi riedite co nuovo master in HD.