Il gigante di New York - Film (1949)

Dramma ambientato nel mondo del football americano professionistico del 1949, svela senza troppi pudori il cinismo e l'arrivismo di quel mondo, mostrando la storia di un campione affetto da un problema cardiaco che cerca di giocare un'ultima partita. Il tutto per riconquistare una moglie fedifraga che ha una torbida relazione con un vecchio ricco. Le due parti non si combinano benissimo, ma la parte sportiva è convincente e i personaggio di contorno sono azzeccati. Insolito.

Sicuramente stiamo parlando di uno dei film minori di Jacques Tourneur, che dopo il tris di horror e il bel noir Le catene della colpa se ne esce con questo dramma sportivo che risulta inevitabilmente datato ma che comunque si lascia guardare in modo del tutto piacevole sino ai titoli di coda. La pellicola è interessante perché ci immerge in un modo sportivo che per certi versi è sempre attuale: arrivismo, giornalisti pronti a tutto pur di ottenere uno scoop.

Oggi risulta non poco convenzionale, ma siamo nel 1949 e per descrivere in quel modo così disincanatato il mondo sportivo e conseguentemente quello del sogno americano, pur con gli ovvi compromessi (si noti un finale posticcio e buonista) ci voleva coraggio. Buon cast con un Mature più su degli altri. Un Tourneur minore ma comunque gradevole e superiore alla media.

Dramma sportivo - vizio cardiaco pone fine alla carriera di un asso del rugby - da cui derivano dramma umano e coniugale: tre vicende in una, messe in scena da Tourneur con la sua consueta semplicità e stringatezza in grado di stimolare spontaneamente il coinvolgimento emotivo. Pacato Mature nell'esprimere paura e inquietudine trattenute, mesta e insieme brillante l'amica saggia e innamorata rassegnata Ball, rapace e sdegnoso Nolan; la Scott ha sex appeal e sa personificare con palpabile efficacia una mediocrità arrampicatrice oggi purtroppo sempre più comune.

Campione di football americano scopre di avere un vizio cardiaco che potrebbe costargli la vita sul campo da gioco ma tiene nascosta la cosa per non perdere l'amore della moglie, cinica ed ambiziosa... Anche se il soggetto non è nelle sue corde, Tourneur dirige un film dignitoso che compensa la scarsa originalità della parte sportiva con una certa delicatezza nei risvolti sentimentali, in particolare per quanto riguarda il personaggio di Ball, contrapposti a quello detestabile interpretato da Scott. Buona interpretazione di Mature, fisico massiccio e carattere fragile.