Parigi - Film (2008)

Natale è vicino, ma una plumbea Parigi non sembra accorgersene. Come nelle tante fredde cartoline che la ritraggono, osserva annoiata il destino che muove i fili da cui pendono i nostri insoddisfatti protagonisti, uniti da parentele, amori, sguardi e dall'ineluttabile fil rouge dell'imprevisto, con cui, volenti o nolenti, dovranno confrontarsi. Klapisch non moralizza, ma osserva e riporta, realizzando un'opera asciutta (pure troppo), dove un maggiore focus sui personaggi chiave avrebbe forse evitato alcuni stagnanti cali. Un plauso al cast.

La splendida e bravissima Juliette Binoche è uno dei tanti punti forti di questo film davvero affascinante sulla storia di un ragazzo malato che passa i suoi ultimi giorni ad osservare la metropoli brulicante di vita che lo circonda. Ma le vere protagoniste sono le vite complesse, differenti e destinate a intrecciarsi dei vari personaggi che si muovono sullo schermo. Colonna sonora e fotografia collaborano nel creare atmosfere plumbee e raffinate… insomma, Parigi.

Storie di vite che scorrono incrociandosi, osservate dal balcone di un appartamento parigino. Il regista Klapisch lascia scorrere il racconto in modo fluido, quasi senza intervenire, apparentemente guidato dal caso. Forse mette troppa carne al fuoco e alcune storie non appaiono adeguatamente sviluppate, ma l'insieme è di grande suggestione, anche per lo splendido contesto ambientale e per la colonna sonora coinvolgente. Buono il cast.

Gioiellino che si avvale di uno scenario naturale fra i migliori al mondo (la Ville Lumiere) una volta tanto privo dei soliti stereotipi. Volti, luci, colori, emozioni... tutto molto palpabile e coinvolgente, con una straordinaria e luminosa Binoche e un cast tutto sommato all'altezza. Da non perdere per chi ama la seconda città più bella del mondo.

Collage di storie che si sfiorano nella splendida Parigi, con un fil rouge debole ma con personaggi interessanti, interpretati in modo convincente da un ottimo cast tutto francese in cui spicca la sempre brava Binoche. A parte qualche eccesso di divagazione, c’è tanta quotidianità e tanta ordinaria insoddisfazione che rendono la visione complessivamente intrigante.