La banda Baader Meinhof - Film (2008)

La banda Baader Meinhof
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/12/08 DAL BENEMERITO MASCHERATO
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Mascherato 1/12/08 12:10 - 583 commenti

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La doppia anima del produttore Bernd Eichinger (ha prodotto Cristiana F, Hitler di Syberberg, ma anche Resident Evil o Lei ...io & Lui) si specchia in quella del regista Edel (di Cristiana F, Ultima fermata Brooklyn, ma anche Body of Evidence e Il mio amico vampiro) ed il film, pertanto, ne riceve quel tanto di dualismo tra il blockbuster (le scene di massa non fanno una piega) ed il cinema di impegno che ne dovrebbe segnare la fortuna. La psicologia dei terroristi, però, è tratteggiata in modo così dozzinale (specie la Meinhof) da risultare controproducente (meglio, forse, solo Gun & Bomb).

Cotola 18/03/09 19:57 - 8998 commenti

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Interessante film su un importante gruppo terroristico della Germania degli anni '70 (la R.A.F.) in cui il regista Edel riesce, in maniera piuttosto riuscita, a coniugare spettacolo, intrattenimento ed impegno. Il ritmo è buono anche se la pellicola è un filino troppo lunga (scorciarla non avrebbe fatto male) mentre la regia è del tutto professionale. Peccato che l'approfondimento psicologico dei personaggi non sia il massimo (un po' risaputo e dozzinale). In ogni caso il risultato è buono, anche se avrebbe potuto essere migliore.

Galbo 6/06/09 07:17 - 12372 commenti

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Buona ricostruzione di un importante periodo della storia tedesca (ed europea), quello degli anni del terrorismo della RAF. Il film di Uli Edel indaga le ragioni (da ricercare nella consapevolezza delle disuguaglianze sociali) che portarono alla costituzioni di bande armate e che ne designarono contemporaneamente il fallimento. Il film è caratterizzato dalla buona resa ambientale e dalle ottime interpretazioni di tutto il cast, che ne fanno un importante strumento di conoscenza dei fatti.

Capannelle 15/06/09 10:12 - 4394 commenti

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Discreto lavoro sul contesto di formazione e sulle gesta delle Brigate Rosse tedesche. A fronte di una buona prova degli attori vedo due limiti, tra loro connessi: la durata eccessiva e la tendenza, come sviluppo narrativo, al documentarismo che toglie forza al film anche se permette a Edel di rimanere sopra le parti. Interessante notare come mutò il regime carcerario (dall'isolamento al gruppo di lavoro) verso conclamati terroristi sotto la pressione dell'opinione pubblica. Coda di paglia? Stato troppo tollerante?

Pigro 3/10/09 09:09 - 9623 commenti

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Una brutta e superficiale sceneggiatura rievoca le vicende dei terroristi della Raf immolandole confusamente alle leggi della spettacolarità. Certo il tema è importante e l'impegno encomiabile. Ma la storia è narrata male, a mo' di riassuntino per chi già conosce tutto, con confusi riferimenti internazionali (terribile l'accenno alle Olimpiadi) e a rischio di incomprensione mancando le coordinate politiche, culturali e sociali. La psicologia dei personaggi è frettolosa. Un'occasione sprecata per capire davvero: tanto valeva fare Bonnie & Clyde.

Cif 31/01/10 20:27 - 272 commenti

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Da apprezzare la capacità del film di raccontare una vicenda, a cavallo tra autobiografia e cronaca, senza alcuna enfasi o retorica. Però al contempo l'opera difetta di analisi e di contestualizzazione: non pretendo una spiegazione di taglio teorico-marxista, però se si vuole spiegare un fenomeno bisognerà pur far capire alla gente perché in un dato momento storico tanta gente fa una scelta come quella della lotta armata! E non basta l'interruzione di una assemblea studentesca o la mezza ramanzina alla Meinhof (masturbazioni intellettuali)!

Homesick 16/02/10 08:14 - 5737 commenti

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Retrospettiva su un tragico capitolo della Germania del Secondo dopoguerra - dilaniata dall'odio politico e dal terrorismo omicida della RAF - chiusosi con la scottante pagina dei "suicidi collettivi" in carcere. Edel si attiene con professionalità ai canoni di un resoconto oggettivo, tempestato dai pugni del realismo e madido di cruore, che incontra i suoi limiti in una troppo approssimativa rievocazione del contesto storico e in una pressochè inesistente analisi psicologica dei militanti; qualche chiosa è apposta solo all'ispettore di Ganz, che si interroga sull'eziologia del terrorismo.

Nando 30/04/10 02:21 - 3806 commenti

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Ricostruzione degli anni in cui la banda terroristica tedesca commetteva attentati ed uccisioni varie. Una prima parte dedicata alla genesi ed alle azioni armate, una seconda più intimista nel vedere i famigerati assassini marcire nelle galere germaniche. Molto cronachistico ma girato con ottima maestria e senso della giustizia. La sofferenza evidenziata nella seconda parte è interessante, gradirei un film simile sulle brigate rosse.
MEMORABILE: La carica iniziale contro i facinorosi sembra reale.

Enzus79 26/06/10 17:42 - 2863 commenti

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La ricostruzione della storia della banda della Raf è buona e non annoia, nonostante la durata. Purtroppo, però, molte volte si ripete e vengono ripetute le stesse frasi. Film non all'altezza di Munich o simili, ma sicuramente meglio, ad esempio del "nostro" Buongiorno notte.

Greymouser 28/06/10 21:36 - 1458 commenti

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Non male sul piano della ricostruzione epidermica (non pensiate di trovarvi profonde disamine storiografiche) e dell'intensità dello sviluppo, con protagonisti abbastanza centrati. Il difetto principale sta in una regia sostanzialmente piatta e per molti tratti da fiction televisiva. Si segue con attenzione e interesse, ma manca uno sguardo puramente cinematografico sull'incandescente materia.

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Tarabas 13/01/11 18:09 - 1878 commenti

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La storia della RAF tedesca, dalle contestazioni studentesche ai dirottamenti aerei, passando per un numero imprecisato di rapine, attentati, omicidi. Mix non riuscito di bigino di storia e cronaca nera. Una miriade di fatti è condensata in poche confuse inquadrature (gli omicidi di Kennedy e ML. King, il Vietnam, Che Guevara). Gli alfieri del terrore prima dpinti come alternativi "vivaci", poi come una specie di Bonnie & Clyde da action movie, poi come dei paranoici da kammerspiel carcerario. (Mi è parso) Ambiguo e stilisticamente confuso.

Trivex 4/03/11 17:58 - 1738 commenti

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Esplicitazione semplificata, non scorretta, del fenomeno criminale del terrorismo in Germania. Il culto di Mao (poi la Cina diverrà potenza del capitalismo economico e non democratico), l'opposizione alla guerra in Vietnam (scatenando una guerra in patria), non sono questi elementi semplici, banali motivi di lotta? Il film mostra le efferatezze degli attentati di questi banditi ideologici, sconfitti dallo stesso popolo che si arrogavano la pretesa, con estrema superbia, di rappresentare. Erano mostri o figli di quel mondo? L'infermo, comunque sia, aveva posto per loro.
MEMORABILE: Arriva lo "stato di polizia", ma il popolo apprezza le misure per vedere sconfitti i terroristi.

Myvincent 14/09/11 15:35 - 3721 commenti

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Repubblica Federale Tedesca anni 70, ascesa e discesa della RAF (Rote Armee Fraktion), gruppo armato estremista contro l'imperialismo americano, il modello borghese, Israele e le istituzioni governative che le sostenevano. Giovani disposti a tutto, a volte folli e senza scrupoli, fra i quali anche una giornalista affermata, seminano terrore e spargono sangue nell'arco di un decennio. Il film racconta la loro complessa storia sforzandosi di non stare dalla parte di nessuno e proponendosi ideologicamente come piuttosto equilibrato.

Belfagor 8/03/12 09:34 - 2689 commenti

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La storia della Rote-Armee-Fraktion, il gruppo armato che operò nella RFT degli anni '70, è narrata in questo film che cerca un punto di raccordo fra il blockbuster e il nuovo cinema europeo. Il problema è che coniuga il peggio di entrambi: superficialità sensazionalistica e onanismo intellettualoide liberista. Non che si pretenda un'analisi coerentemente marxista, ma questa tanto sbandierata equidistanza ideologica si traduce nel prendere le parti della reazione, oltre che nello spiegare un bel niente. Tiepido, conformista.

Manfrin 25/10/13 17:02 - 391 commenti

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Crudo e realistico ritratto storico degli anni di piombo tedeschi. Qui i protagonisti non vengono certo enfatizzati e le scene delle diverse esplosioni, anche di violenza, rendono perfettamente l'idea allo spettatore. Attori bravi e ben diretti; forse manca la voglia di condannare.

Nicola81 4/10/15 11:25 - 2827 commenti

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Regista a dir poco discontinuo, Edel racconta le gesta della RAF (gruppo terroristico di estrema sinistra che insanguinò la Germania Ovest per oltre un decennio) dalla genesi alla morte in carcere dei suoi leader storici, con doverosa aderenza ai fatti reali, ma senza trascurare il lato spettacolare. Quasi 140 minuti che però non annoiano mai grazie a un ritmo sostenuto e a convincenti prove attoriali, soprattutto sul versante femminile. Finale forse un po' brusco per un film che non dice proprio tutto ma dice bene quello che racconta.
MEMORABILE: Gli scontri di piazza; La lettera aperta alla moglie dello Scià di Persia; Il sequestro di Schleyer, terribilmente simile a quello di Aldo Moro.

Bruce 21/07/16 10:34 - 1007 commenti

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Concentrare in due ore e venti la tragica vicenda della RAF e degli anni di piombo in Germania, con continui rimandi alla situazione internazionale, comporta per forza semplificazioni e superficialità. Il film ha il pregio di non essere pesante, di non avere un taglio documentaristico, né di esprimere giudizi o di prendere posizioni. Descrive con ritmo incalzante, buoni interpreti, ottime scene d'azione anche spettacolari le pulsioni anarchiche, la spinta anti imperialista e la nascita dei gruppi armati. Colonna sonora perfetta. Valido!

Schramm 18/01/17 13:37 - 3490 commenti

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Una narrazione articolantesi per schegge di shrapnel, per scoppi e crolli; una scrittura la cui calligrafia sono crepe: quelle fondanti l’istanza societaria, comunitaria, politica, ideologica, morale, e tutto il cinematografico resto per conseguenza. Edel squaderna una cine-planimetria sorretta dai suoi stessi interstizi rizomatici, di continuo edificata e abbattuta da attori/personaggi che sono a un tempo cantiere edilizio e faglia spaccata della Storia, diretta come una trascrizione del Perec de La vita: istruzioni per l’uso. Lo si vede-vive come l'ultimo minuto del countdown di una bomba.

Paulaster 2/05/20 11:54 - 4373 commenti

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Dall'attivismo di una giornalista ci furono gli albori del terrorismo tedesco. Dal punto di vista storiografico il film può servire per capire la genesi e l'evoluzione della RAF, ma manca nel definire il tessuto sociale dell'epoca. Si parla di Vietnam, di Israele e magistrati e a volte i terroristi sembrano più degli esaltati che dei lucidi criminali. Buone le ricostruzioni ambientali, bombe comprese.
MEMORABILE: L'addestramento nel deserto; Il rapimento in stile Aldo Moro; Le bombe nei palazzi e nelle auto.

Bubobubo 28/04/21 13:42 - 1847 commenti

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Portare sullo schermo una storia così complessa non esime da difetti. Se la ricostruzione dell'humus sociopolitico che favorì l'istituzione del gruppo armato è interessante e apprezzabile (per quanto facilmente manipolabile a fini retorici) è il tentativo di analizzare le crescenti conflittualità personali tra la Meinhof e gli altri terroristi, appare lacunosa la rappresentazione del percorso di radicalizzazione della stessa Meinhof e troppo affrettato lo svolgimento degli ultimi 35', quasi come se non si sapesse come chiudere il film. Imparziale lo sguardo di Edel, buono il cast.
MEMORABILE: Il grottesco addestramento in Cisgiordania; Il controverso Baader (Bleibtreu); Le fasi del Processo di Stammheim; Il rapimento di Schleyer.

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Thedude94 22/12/22 00:44 - 1084 commenti

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Punto di vista di Uli Edel su un momento della vita politica tedesca negli anni '70 a dir poco complessa e ricca di avvenimenti, ben messo in scena e ricco di tensione e azione violenta. I protagonisti sono i membri della banda del titolo, autori di numerosi conflitti e reati che hanno destabilizzato l'opinione pubblica e agitato le masse, creando in Germania un clima di tensione che il regista mostra con chiarezza e precisione grazie all'aiuto dell'ottimo cast e di una fotografia fredda molto caratteristica. Un film notevole che ben racconta un periodo buio e complicato socialmente.
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  • Discussione Cotola • 22/02/09 18:05
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    Nomination agli oscar come miglior film straniero.
  • Discussione Nando • 30/04/10 02:21
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    non ha vinto.
  • Discussione Nicola81 • 4/10/15 13:25
    Compilatore d’emergenza - 671 interventi
    Era inevitabile che il cinema tedesco prima o poi si sarebbe cimentato con le gesta della RAF (Rote Armee Fraktion, comunemente ma impropriamente nota come Banda Baader Meinhof). Non era altrettanto scontato che avrebbe assolto degnamente il compito. Film come questo si espongono ad un duplice rischio: da un lato quello di essere troppo indulgenti nei confronti dei criminali, dall'altro quello di limitarsi a una generica condanna senza appello. Edel, regista che nella sua carriera ha alternato opere di robusto spessore ad altre puramente commerciali nel senso più deteriore del termine, è riuscito a schivare entrambe le trappole, grazie ad una sceneggiatura equilibrata che, nella prima parte, è molto puntuale nel descrivere il contesto storico e sociale che permise al terrorismo di germogliare nella Germania Ovest. Emblematica la battuta del sensato capo dell'Ufficio Federale Anticrimine (un sempre bravo Bruno Ganz), secondo cui spetta ai politici e non alla polizia risolvere certi problemi (può sembrare sociologia spicciola, ma non lo è).
    Forse è proprio la prima parte quella più convincente di un film che comunque funziona anche dal punto di vista dell'azione pura e del dramma carcerario. La regia non azzarda voli pindarici ma non perde neppure colpi, il ritmo è sufficientemente alto da non far pesare i quasi 140 minuti di durata, gli attori sono bravi, in particolare la attrici, senz'altro più avvenenti delle terroriste che interpretano (e infatti qualche nudo ogni tanto fa capolino).
    Ovviamente qualcosa manca (mi ha un pò sorpreso la totale assenza di accenni alla situazione della due Germanie), ma l'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è l'aver sposato acriticamente la tesi del suicidio collettivo da parte dei capi del gruppo nel carcere di Stammheim. È vero che si tratta della versione ufficiale, ma è una versione che ha sollevato molti dubbi, anzi forse sarebbe più esatto dire che non l'ha bevuta quasi nessuno...
    Teutonica fiducia nelle istituzioni o eccessiva timidezza? Nel dubbio, lo reputo comunque un bel film.
    Ultima modifica: 4/10/15 15:00 da Nicola81
  • Discussione Zender • 4/10/15 19:32
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Beh, anche più di buono se gli hai dato tre e mezzo.
  • Discussione Nicola81 • 5/10/15 17:18
    Compilatore d’emergenza - 671 interventi
    Ho un vero e proprio debole per le pellicole che toccano certi argomenti, specialmente per quelle europee, che in genere evitano gli schiamazzi tipicamente hollywoodiani. Di pallini ero orientato a dargliene addirittura quattro, ma ne ho tolto mezzo a causa di quel finale un pò troppo brusco in cui Edel si dimostra fin troppo accondiscendente verso la tesi del suicidio collettivo. Un regista come Costa-Gavras, ma anche qualcuno dei nostri Petri, Damiani, Rosi o Vancini (bei tempi quando anche noi film del genere ne giravamo a iosa, ma qui il discorso sarebbe troppo lungo...) ci sarebbe andato giù molto più pesante. D'altra parte, se penso che Tarantino ha avuto il coraggio di far morire Hitler e compagnia bella all'interno di un cinema, non posso poi nemmeno prendermela più di tanto con un regista che, all'opposto, si è soltanto scrupolosamente attenuto alla versione ufficiale, per quanto molto discussa e discutibile.
    Ultima modifica: 5/10/15 17:42 da Nicola81