A metà tra commedia e noir, il film di Fernando Di Leo segue diligentemente il filone delle truffe e supertruffe, che qui in Italia ha sempre attecchito grazie all’ovvia propensione del nostro paese al pensiero “furbo”. Chi qui ne interpreta lo spirito è Nick Hezard (Luc Merenda), rara faccia da canaglia, furfantello di mezza tacca che per vendicare l'amico morto si mette in testa di fare un “orologio” (la variante nostrana della stangata di hilliana memoria) al superboss Robert Blake (Lee J. Cobb) facendosi aiutare dai numerosi amici del titolo. Tutta gente bizzarra, che sembra uscita da un circo (c'è pure un nano). Tra questi la...Leggi tutto più sopra le righe è - manco a dirlo - Valentina Cortese la quale, nel ruolo della madre di Nick, imperversa sul set con mossette, gestacci e gridolini da diva d'altri tempi. Ma non è la sola ad esagerare, perché in realtà un po' tutti (Merenda in primis) si lasciano andare a gigionismi piuttosto fuori luogo che trasformano il film in uno strano ibrido (tipicamente dileiano) destinato a non soddisfare in pieno. Ed è un peccato, dal momento che i dialoghi sono spesso brillanti, pieni di verve e la regia è sicura. Di Leo insomma il mestiere lo conosce bene. La sceneggiatura invece si fa di tanto in tanto confusa, perde la necessaria linearità recuperando solo nella seconda parte, finalmente chiarificatrice e decisamente più godibile. Come da copione i colpi di scena e i ribaltamenti di situazione si susseguono fino alla conclusione, travolgendo lo spettatore che non sa più a cosa credere. Chi conosce genere non si stupisce, visto che è la norma. Comunque con GLI AMICI DI NICK HEZARD Di Leo sentiva evidentemente la voglia di sperimentare nuove strane narrative intervenendo anche sulla forma: l'uso frequente (spesso poco pertinente e grossolano) dello split screen - fin dai titoli di testa - sta lì a dimostrarlo.
Elvetico e truffaldino sulla scia de La stangata. Di Leo si diverte incrociando noir e commedia e coinvolgendo un cast nutrito e capace. Merenda è in una delle sue interpretazioni più simpatiche e bizzarre, affiancato dal raggirato Cobb, dall'istrionica e chiassosa Cortese, dal placido Ferzetti e dalle bellissime Paluzzi e Lassander, più una lunga fila di noti e valenti caratteristi. Ampio uso di split-screen.
MEMORABILE: La messinscena del finto commissariato.
Così così. Come detto dallo stesso regista, rende meno di quanto potesse, al di là della troppo palese somiglianza con La stangata. Non funziona l'attore principale (meglio Merenda statico che Merenda che prova a caratterizzare...) e non funziona qualche grande nome (la Cortese, a forza di atteggiarsi a simpatica, sortisce l'effetto contrario). Ancor meno il tono comico, anche se non siamo ai pessimi livelli talora ahimé toccati. La parte migliore è quella che si svolge al "commissariato". Sfilza di caratteristi nei ruoli minori (c'è pure Felleghi, non accreditato).
Uno dei Di Leo in assoluto meno convincenti, una sceneggiatura approssimativa in molti punti e molte volte alquanto improbabile. Il film tende troppo alla commedia e questo diventa il maggior difetto del film. L'ultimissimo colpo di scena finale pero mi è piaciuto e anche Luc Merenda, criticato su questo film pure dallo stesso Di Leo, non mi è per niente dispiaciuto, come in fondo tutti gli altri attori (Cobb a parte, forse, che ho visto un po' svogliato). Tutto sommato godibile, nonostante gli evidenti difetti.
Il film è una piccola gemma: ottimi attori (soprattutto Merenda-Hezard e Gabriele Ferzetti, a volte troppo sopra le righe Lee J. Cobb, ma ci sono anche Luciana Paluzzi, Valentina Cortese e una Dagmar Lassander da sturbo). Di Leo si avvale di una sceneggiatura che funziona come un orologio svizzero, paese dove tra l'altro è ambientato il film (con un po' di ingenuità, non si va in battello da Lugano a Zurigo...). Evidenti i problemi di budget e il richiamo alla Stangata, che chiaramente porta a ingenerose comparazioni.
Sotto-stangata dileiana, onesta e tutto sommato guardabile. In molti, a partire dal regista, si sono cimentati in analisi sul perché il film non funzioni fino in fondo, ma né il maestro (dall'ego non proprio contenuto) né i suoi adoratori postumi sono stati sfiorati dall'idea che forse sia proprio il buon Fernando il problema; non dal punto di vista tecnico, ma perché quel registro di semi-commedia in fin dei conti non era davvero nelle corde di Di Leo (che infatti è naufragato ogni volta che vi si è cimentato). Così così.
Divertente e godibile film picaresco che, pur assomigliando un po’ troppo a La stangata, si lascia guardare con grande piacere, grazie soprattutto ad un ritmo piuttosto frizzante che tende a salire di tono, soprattutto nell’ultima parte, che regala anche qualche colpo di scena che va a segno. Naturalmente va detto che non è certo un gran film, soprattutto per un regista come Di Leo, che ha saputo fare molto meglio.
Mediocre film diretto da un Di Leo che nella sua carriera ha fatto di meglio. La colpa è sopratutto di un copione che vorrebbe rifarsi ad un classico di quegli anni, ovvero La stangata, ma con molto ritmo, classe e attori in meno. Il cast, tolto il buon Lee J. Cobb qui in una delle sue ultime apparizioni, è decisamente mediocre. Merenda è poco credibile nei panni del protagonista; la Cortese antipatica; Ferzetti tende a strafare. Meglio il solito corollario di caratteristi. Rapido cameo dello stesso Di Leo.
Di Leo è stato un artigiano del cinema e come tale sopperiva alla carenza di ingegno tecnico con una profonda conoscenza del metro popolare. Questo film, pure sospeso tra un montaggio isterico e un cast preso ai saldi, si iscrive a pieno titolo nella cinematografia di genere come uno dei suoi prodotti più riusciti.
Di Leo mescola La stangata al noir, calcando troppo la mano sul versante commedia, quasi teatrale, a lui poco congeniale. Da salvare il buon ritmo che la pellicola acquista nella parte finale, il bellissimo tema musicale scritto da Luis Bacalov e l'ambientazione svizzera. Il soggetto e la sceneggiatura (che non sono di Di Leo) non convincono. C'è troppa confusione, gli attori sembrano esagerare nell'improvvisazione. E anche il regista ci mette del suo eccedendo con schermi divisi in due, tre e anche quattro parti. Insomma, un orologio che proprio non va!
Così così. Di Leo in un'intervista disse di essersi reso conto di aver scelto un protagonista inadatto alla parte nel bel mezzo delle riprese. C'è senz'altro del vero, visto che Merenda non era certo quel che si dice il miglior attore sulla piazza, ma credo che il film soffra anche di altri problemi, di sceneggiatura in primis. Resta comunque un filmetto divertente sostenuto dalla buona tecnica del regista pugliese, e nient'altro. E purtroppo Di Leo farà di molto peggio negli anni a seguire.
È nei film di questo tipo che viene fuori il grande talento del regista pugliese. Ottimo intreccio di truffe, inganni, manigoldi e furfanti nella grande tradizione de La stangata. Divertente, pieno d'azione e si ride anche, complice un Luc Merenda veramente sopra le righe (forse anche troppo) e un cast di comprimari veramente eccellente (Ferzetti, Lassander, Cobb). Da riscoprire (anche perché è considerato un film "minore" e ciò è inconcepibile).
Solido film di Di Leo, con un buon ritmo e un cast divertente e divertito (Ferzetti su tutti). La storia ricorda molto La Stangata, ma gli sviluppi sono molto diversi e meno seri. Ottime musiche, poche scene d'azione ma dirette con brio. A suo svantaggio vanno un uso troppo frequente dello split screen (spesso dove non serve) e un finale prevedibile.
Carosello di luoghi comuni dileiani (vendette, tradimenti, un cattivo soprannominato "l'americano"...) qui riletti sotto la lente della commedia (con tanto di episodi stile cartoon virati in seppia). Il lato sperimentale della pellicola (a partire da un uso incomprensibile dello split-screen) è curioso, ma anche molto debole. Attori tutti molto sopra le righe, Merenda compreso. Consueta apparizione alla Hitchcock per Di Leo, stavolta nei panni del regista che dà il ciak nella truffa alla finta questura.
Cercando di evitare scomodi e impietosi paragoni con La stangata (cui si ispira palesemente) bisogna dire che questo simpatico film diretto da Di Leo ha una sua dignità e non è affatto malvagio. Merenda gigioneggia un po' troppo (ma mai quanto Valentina Cortese!) però è in parte e funziona così come tutti gli altri interpreti, con una nota di merito per Lee J. Cobb nel ruolo del fetentone gabbato: grandissimo. I colpi di scena sono notevoli e la realizzazione dell' "orologio" è decisamente ingegnosa. Superfluo l'uso dello split-screen. Buono.
MEMORABILE: La truffa in gioielleria e il finto commissariato.
Da decenni non vedevo un film che mi strappasse tante risate, visto che sono abbastanza serioso. Merenda sa essere comico alla grande, non parliamo di Ferzetti al processo farsa. In più i termini "micco" e "orologio" andrebbero scolpiti nella mente di molte persone. Due gli errori evidenti: 1) Impossibile riprendersi a tempo zero da un pestaggio con calci 2) La troppa fortuna a fare uscire l'auto di strada (per quanto Merenda abbia già disquisito in una scena precedente sull'importanza della fortuna). Per il resto sarebbe mitico.
Buon film del valido regista Di Leo. Solita sfilza di caratteristi e afficionados del regista per un film che sta a metà strada tra commedia e noir. Non è niente di eccezionale, Di leo ha fatto di molto meglio, però un'occhiata la merita. Direi che "non male" è il voto ideale.
Che Di Leo abbia fatto di meglio non ci piove, ma questo film non mi è affatto dispiaciuto. Diciamo che è una sorta di Stangata in salsa noir, ricca di colpi di scena e tante parti interessanti (vedi le truffe di Merenda e soci), nonché assai divertenti. Luc Merenda, checché ne dicesse Di Leo, non mi è affatto dispiaciuto nel suo ruolo, anzi è parecchio funzionale. Bene anche Ferzetti, la bellissima Lassander, meno bene invece J. Cobb e la Cortese. Splendida la OST di Bacalov, curata la fotografia. Da rivalutare!
MEMORABILE: La truffa in gioielleria (da cineteca ); L'interrogatorio farlocco di Pisu a J. Cobb.
Sorta di La stangata all’italiana, ben ritmato e simpatico, classico prodotto anni '70 che si eleva per una disponibilità di mezzi leggermente superiore alla media. Godibili i vari siparietti: Merenda ha una faccia da simpatico guappone che funziona. Il pollo di turno appare un po’ fesso, ma il trucco è ben congegnato e il film si segue piacevolmente.
MEMORABILE: Gli artisti quando scherzano tra loro.
Ad eccezione del sottovalutato Diamanti sporchi di sangue, gli ultimi film di Di Leo non sono strepitosi. Non lo è neppure questo, che comunque si salva, nonostante il mix tra noir e commedia non sia amalgamato a dovere, grazie al mestiere registico e ad alcuni spiazzanti risvolti narrativi. Luci e ombre nel cast: se Merenda va a sprazzi e la Cortese è tremenda, sono bravi Cobb, Ferzetti e la Paluzzi; stupenda la Lassander. Singolare ambientazione elvetica e belle musiche di Bacalov.
Corretto (verrebbe da dir fin troppo ineludibilmente corretto) tutto ciò che del film è stato detto, a cominciar dalla inconciliabilità di Di Leo col registro grasso-grottesco, passando per la scelta "perdente" del protagonista (un Merenda che m'è parso peraltro più brillante che in tanti truci ruoli), finendo con la derivatività del soggetto. Va tuttavia detto che "l'orologio" filmico congegnato da Fernando & c. è ben taroccato e fila via senza sorprese sì ma pure senza nulla pretendere, evitando il trivio farsesco del Colpo in canna. Atroce Valentina.
MEMORABILE: Le bellezze Paluzzi e Lassander; Le risate della Cortese; La recitazione sorniona di Ferzetti.
Un consistente "orologio" viene organizzato ai danni di un boss malavitoso privo di scrupoli, organizzato dal ladro matricolato Nick Hezard per vendicare il suo amico ucciso. Divertismment come pochi, si beve liscio tutto d'un fiato, ricco di siparietti gustosi, dove Luc Merenda si distingue per lo sforzo di apparire più brillante che mai. La regia di Fernando Di Leo è tanto professionale, quanto guizzante e brillano le starlette Biagini-Paluzzi-Lassander. Da rivalutare senz'altro.
Bella commedia a tinte noir con palesi rimandi al più celebre La stangata. Merenda è perfetto nel rifare un suo cavallo di battaglia, quello del delinquente buono e guascone, supportato da valenti caratteristi (la Lassander, la Biagini e il tirolese Berger su tutti). La storia è ben costruita, con una sceneggiatura vivace e un ritmo sostenuto, garantito dal mestiere di Di Leo. Inferiore al cugino americano solo per la minore disponibilità di mezzi, resta un validissimo esempio dell'alto livello del cinema italiano di genere degli anni '70.
Un Di Leo moscio e derivativo; i mascherini richiamano La stangata (film di cui questo è un sottoprodotto). Gli split screen sono inutili e malfatti e Merenda è impacciato più che mai nel ruolo di un truffatorello più furbo del demonio. Per il resto la trama è insolita per il regista (che si ritaglia una interessante mise en abyme) ma non nelle sue corde. Il cast fa quel che può ma per un Ferzetti autoironico abbiamo una Corstese sopra ogni riga e dei comprimari che nemmeno nei film a episodi anni 60 con Franco e Ciccio.
Abile truffatore, Nick viene coinvolto suo malgrado in un grosso colpo contro le assicurazioni organizzato da un boss malavitoso che ordina di farlo fuori. A rimetterci la pelle è però un altro... Film derivativo non sgradevole ma deludente, considerato il nome del regista che qui si rivela poco portato verso i toni fra lo scanzonato ed il grottesco. Anche il cast suscita qualche perplessità: funzionale come duro di poche parole, Merenda non convince nei panni del simpatico mascalzone, Cobb sembra spaesato e Cortese è troppo sopra le righe, mentre se la cavano Ferzetti, Paluzzi e Pisu.
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DiscussioneFauno • 4/05/11 12:23 Contratto a progetto - 2743 interventi
Ci sono almeno 4 punti in comune con LA STANGATA, ma anche se l'ispirazione è quella, lo spirito è completamente diverso.
1) Il movente dell'orologio
2) L'organizzazione che crea qualcosa di fittizio, qui il processo,là l'agenzia di scommesse
3) L'unica persona che non sa niente, qui è un agente delle assicurazioni, là se ben ricordo, un poliziotto
4) La persona "giocata" alla fine scappa da qualcosa che nella realtà non esiste.
FAUNO
CuriositàZender • 23/11/14 12:05 Capo scrivano - 47782 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima visione Tv (lunedì 6 ottobre 1986) di Gli amici di Nick Hezard:
Benché i vari personaggi ripetano più volte di essere a Zurigo, è evidente, dai cartelli stradali e da una serie di piccoli particolari, che il film è quasi interamente girato a Lugano e dintorni.
DiscussioneZender • 12/05/17 08:05 Capo scrivano - 47782 interventi
Sì, d'altra parte basta guardare le location verificate trovate.