Tutti gli anni, una volta l'anno - Film (1995)

Come nel GRANDE FREDDO è l’aleggiante presenza di un defunto a un ritrovo di vecchi amici ad avviare il film. Ma qui, considerata l'età dei protagonisti, non si può parlare di morte prematura e l'assenza del fantomatico Filippo al convitto (che si tiene come da titolo) non porta ad alcun ricordo particolare. Il cast di “vecchie glorie” è ben assortito, la scrittura non le esalta ma nemmeno le mortifica, cosicché il film, d’impostazione teatrale e di forma para-televisiva, procede senza troppi scossoni sui binari della commedia senile di discreta efficacia. A Jean Rochefort...Leggi tutto il compito di fare da inguaribile giullare, agli altri quello di dividersi gli spazi senza salire sopra le righe. Peccato per un Lando Buzzanca in ombra (cui spetta l'inevitabile ruolo da “homo eroticus” pure da anziano), per figure femminili decisamente lasciate sullo sfondo (nonostante la buona verve di Giovanna Ralli). I due Paoli (Bonacelli e Ferrari) hanno almeno un bel momento a testa, Gassman entra in scena giusto per cinque minuti nel finale, Gianmarco Tognazzi si fa notare nel piccolo ruolo di figlio “ansioso” di Rochefort. L'atmosfera generale è quella che ci si aspetterebbe da un prodotto televisivo di medio livello, ma la professionalità del cast permette di volare leggermente oltre la media e certe buone intuizioni del soggetto risollevano qua e là l'andamento lento del film.

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