Mio zio - Film (1958)

Mio zio

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/10/08 DAL BENEMERITO FORD
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Ford 7/10/08 14:04 - 582 commenti

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Primo film a colori di Tati, un elegante grido di protesta alla spersonalizzante società moderna. Una casa bella e moderna può essere un ottimo covo d'ipocrisia ma non è il luogo ideale per la crescita del piccolo Gerard che infatti preferisce la compagnia dell'alienato zio Hulot (Tati). ogni inquadratura di questo film è un tocco di poesia, gli ambienti sono incredibili e sono la prima fonte d'ispirazione per le elegantissime gag visive e/o acustiche di Tati. capolavoro.
MEMORABILE: I signori Arpel rimangono intrappolati in un modernissimo garage con sensori a infrarossi.

Il Gobbo 24/01/09 16:28 - 3015 commenti

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Delizioso film di Tati che inizia la sua stralunata ma implacabile satira dell'alienazione apportata dalla tecnologia. La poesia lieve e non melensa bilancia perfettamente l'apparente faciloneria della critica, il rimpianto di un'epoca che si apprestava a finire sotto i colpi delle trasformazioni urbanistiche è sincero e contagioso, e c'è - a bizzeffe - grandissimo cinema comico, con un uso degli spazi e un'inventiva visuale (fin dagli ingegnosi titoli di testa) degni di un Buster Keaton. Imperdibile.

Pigro 11/06/09 09:18 - 9673 commenti

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Da una parte una famiglia borghese che vive in un villino ultramoderno, dall'altra lo zio strambo che sta in un vecchio quartiere destinato a scomparire. Un impietoso e divertente ritratto della società europea del boom economico che, pasolinianamente, distrugge il passato per creare l'alienazione. Tati è assolutamente geniale nella costruzione impeccabile, nell'intuizione visiva di mostrare da un altro punto di vista situazioni quotidiane (rendendole così nuove o abnormi), nella cura di gesti e suoni. Imperdibile.

Rebis 30/07/09 12:38 - 2338 commenti

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L’antico e il moderno secondo Monsieur Hulot. Si riconoscerà almeno che i serafici, discreti ritratti sociologici di Tati sono bozzettistici e tendenziosi, quando non proprio puntigliosi e prosaici. Le conclusioni cui perviene sono esattamente quelle attese dalle premesse e ciò che mostra allude a se stesso e nulla più: la semplicità al prezzo della noia. Malgrado metta a segno qualche bella gag, non c’è magia né incanto, e la pretesa leggerezza trasuda affettazione e carineria. L’insistita resa di suoni ambientali come elemento comico è, a conti fatti, la cosa più interessante. Estenuante.
MEMORABILE: Il party in giardino.

Saintgifts 10/02/10 22:25 - 4098 commenti

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Monsieur Hulot ha una sorella e un nipote e conseguentemente un cognato che è esattamente all'opposto di lui. Tati mette uno di fronte all'altro due stili di vita e due aspetti urbanistici. La vita asettica e tecnologicamente avanzata di un modernismo che avanza, ancorchè pieno di ipocrisie, contro un quartiere popolare dove regna ancora il calore umano e le case sono tutto fuorchè un esempio di razionalità e stile e i colpi di piccone stanno facendo spazio per nuovi edifici. Buona fotografia, scenografia ottima, non irresistibile nel ritmo.

Matalo! 19/04/12 09:11 - 1378 commenti

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Straordinario lo sguardo "alieno" di Tati nei confronti della modernità. La battaglia dell'uomo sulla natura paga un prezzo troppo alto; ciò che dovrebbe renderci la vita facile si rivolta contro di noi. Tati riesuma gag primordiali (rivolta degli oggetti in primis) e ristabilisce il primato del silenzio (Hulot è praticamente muto). Un calibratissimo studio sui suoni, voce della tecnologia e dell'alienazione (i tacchi della segretaria). Tra Chaplin e Keaton, ma sempre unico Tati ci ricorda che l'umanesimo è l'unica via, come dimostrano le scene popolari.
MEMORABILE: La fontana; Il nipote corre dalla mamma ma trova... un aspirapolvere solitario.

Giezz 4/05/13 02:16 - 11 commenti

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Inquietante grido di allarme sulla distruzione dei rapporti umani che l'incipiente modernità avrebbe generato. La comicità esplosiva di Tati porta in sé un'amarezza sconfinata, ancora più grande perché non evocata mai direttamente. La plastica avrebbe indurito anche i cuori e lui se ne era accorto con decenni di anticipo. Uno zio che tutte le famiglie "normali" dovrebbero oggigiorno avere... Antesignano e struggente.
MEMORABILE: L'incredibile scala che porta alla casa di Hulot; Il raggio di sole sulla gabbia del canarino; La potatura del rampicante sotto le occhiute finestre.

Daniela 22/09/15 12:33 - 12672 commenti

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Il piccolo Gerard vive in una villa ultramoderna con i genitori, troppo impegnati con le loro faccende per badare a lui. Per fortuna, c'è zio Hulot... Capolavoro poetico in cui convivono tenerezza e sarcasmo, sorriso benevolo ed ironia pungente. La vita moderna, le sue storture razionaliste e gli assurdi riti, viene messa a confronto con quella bohemien, creativamente caotica, del protagonista, marziano piovuto sulla terra, destinato all'esilio. Chiusura malinconica ma illuminata da una speranza: hulottizzandosi nel gioco, l'arido industriale ritrova forse il rapporto con il figlio.
MEMORABILE: L'interno della casetta di Hulot; La sua prima giornata di lavoro in fabbrica; La parte finale

Paulaster 23/06/16 10:15 - 4427 commenti

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In una società priva di calore e dominata dalla domotica, l'eroe al contrario diventa Hulot, maldestro e dai modi gentili. Ambientazioni spaccate in due a illustrare le differenze di socialità (gestite bene tra i suoni ripetitivi di una rispetto al dolce suono del pianoforte dall'altra). Qualche pausa nella vicenda rallenta un ritmo non eccelso anche per le poche varianti. Piccoli gioielli visivi invece le inquadrature delle case dall'esterno, sia per la moderna che per l'altra più modesta. Chiusura speranzosa a monito che niente è perduto.
MEMORABILE: Il getto del pesce in giardino; I passettini della segretaria; La moglie che spolvera il cancello; La discesa dalle scale.

Jdelarge 7/06/20 17:40 - 1000 commenti

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Bellissimo film di Tati, il quale cerca di trarre linfa vitale da ogni componente cinematografica, a partire dall'iperbolico audio, fino a giungere alla superlativa fotografia, che immortala in veri e propri quadri i suoi protagonisti. Fulcro della vicenda è la corsa verso una modernità ancora acerba, nell'ambito della quale Monsieur Hulot risulta vero e proprio corpo estraneo ma al tempo stesso portavoce silenzioso di bambini e cani, veri rappresentanti dell'aspetto ludico e semplice dell'esistenza.

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  • Musiche Lucius • 29/12/21 00:29
    Scrivano - 9051 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, l'EP originale italiano:

    [img size=300]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images59/miozio.jpg[/img]
    Ultima modifica: 29/12/21 07:54 da Zender