Poverissimo gangster-movie girato da Fidani alle porte di Roma, con scenografie ed esterni da non crederci. Se la trama è meno cervellotica di quella de La legge della camorra (film che da questo ricicla un buon 70% del materiale), questa storia di vendetta tra malavitosi fa comunque solo sbadigliare. Da collocare tra i miei personali vertici dell'inguardabilità.
MEMORABILE: L'inseguimento in moto, col poliziotto che centra di proposito l'unico cavalletto che si trova davanti.
Squallido e poverissimo poliziesco (meglio noir) firmato da Fidani autore dell'orripilante La legge della camorra. Cast che comprende dei buoni caratteristi che però sono sprecati in un film scadente, tra i poveristi è sicuramente uno dei più noiosi e inutili.
MEMORABILE: Il feroce gangster solitario si concede a giochi da fidanzatini adolescenti in un parco: mai visto scene così idiote in un noir.
Nel vasto ambito del cinema di serie Z Fidani può certo definirsi a suo modo un "autore", dal momento che dalle prime inquadrature è già possibile riconoscerne lo stile: scenografie squallide, locations laziali spudoratamente spacciate per americane, trama confusa e barbosa, innesti di psicologia da bancarella (i monologhi esistenziali del protagonista), azione bambinesca, montaggio svogliato e musiche dozzinali. Il grinzoso iraniano Imanvardi si aggiunge ad assidui frequentatori di casa Fidani come Strano, la Vitelli e Pacifico.
MEMORABILE: L'inseguimento sulle colline laziali.
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Simonetta Vitelli ha dichiarato due giorni fa a Stracult che l'arrivo in due film di Fidani (l'altro è La legge della camorra) dell'attore persiano Reza Beyk Imanverdi fu dovuto al fatto che il film del di lei patrigno piacevano laggiù anche per la "formosità" di lei stessa. Rafforzarono dunque la penetrazione nel mercato persiano prendendo un big di quel cinema.