Rand rover - Film (1978)

Rand rover
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Anno: 1978
Genere: drammatico (colore)
Note: Il film presenta il visto censura del Giugno 1978, ma la prima proiezione pubblica ebbe luogo oltre un anno dopo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/09/08 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 26/09/08 13:13 - 1648 commenti

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Strano rozzo road-movie con finale tragico girato con due lire da un regista attivo poi nell'hard. Si percepisce un certo entusiasmo quasi naïf in certe sperimentazioni, ma alla lunga subentra la noia, dopo troppe scene ripetute più volte ed interminabili camera-car con in sottofondo la (bella) musica elettronica di Marcello Giombini. Resta comunque un reperto interessante, almeno per i cultori di un certo cinema ai margini già allora ed ormai semi-scomparso.
MEMORABILE: Le scene col parabrezza-specchio.

Undying 11/06/09 20:11 - 3807 commenti

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Esordio alla regia per Arduino Sacco -poi più noto per le susseguenti "opere" (Goduria '82, Morbida '83) come Dudy Steel- uno tra i primi pionieri del cinema hardcore tricolore. In questo "dramma piccolo borghese" si assiste al comportamento biricchino della bella Franca Gonnella. La protagonista, a seguito di un battibecco con il coniuge, ben pensa di dare corda ad un improvvisato corteggiatore. Quest'ultimo, con l'aiuto di due complici, non ci pensa su due volte e violenta, davanti al marito, la povera signora. Le idee non mancano, ma in generale si respira aria di "misera" improvvisazione.

Fauno 7/07/14 23:19 - 2208 commenti

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Il finale, col riavvicinamento coniugale dopo aver subito violenza, è esagerato, ma la discussione dei medesimi al ristorante - specie nel passaggio sul far del male al partner pur di non ammettere di ignorare ciò che veramente si vuole nella vita - ha la stessa potenza del Sacro Graal o della chiave di volta dell'impalcatura della vita stessa! È particolare come road movie e va spezzato, ricomposto e valutato. In tal modo a me è piaciuto, anche perché i personaggi, immancabilmente perdenti, svelano precchio della loro psiche più nera...
MEMORABILE: Il brano iniziale, in stile trash-punk; Le contraddizioni sì-no, di serie zeta, che battono come negativitò perfino bullismo e inseguimenti in auto.

Daidae 14/09/14 20:28 - 3169 commenti

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Mi aspettavo una mezza schifezza trash stile Delitti o persiono peggio. Invece si tratta di un film curioso, che a suo modo risulta strambo e alternativo. La prova degli attori non è certo il massimo. Inoltre alcune battute sono agghiaccianti; ma è una pellicola con una certa originalità e, se si sorvola su alcuni difetti, anche vedibile. Sufficiente con riserva.
MEMORABILE: Le grida con eco in strada.

E.m. 6/12/15 00:27 - 10 commenti

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Terrificante esordio alla regia di Arduino Sacco, regista anconetano che si dedicherà all'hard-core italiano più estremo (per l'epoca), girato con due lire, para-pseudo-intellettualistico, recitazione inesistente, povero nelle idee e nella realizzazione. Sacco vuole ricreare certi sperimentalismi godardiani (specie nel montaggio convulso) ma finisce per fare una pellicola talmente velleitaria che non si può nemmeno considerare (s)cult. Il problema è che Sacco crede davvero di rappresentare una sorta di conflitto di classe. Da evitare.

Marcolino1 15/11/16 20:18 - 553 commenti

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La promessa (mantenuta) nell'introduzione di parlare della violenza senza esplicitarla conduce alla trasformazione di un road-movie violentissimo, filtrandolo e reinterpretandolo con una mente bambina; lo sporco dell'hardboiled viene ripulito e alleggerito dalla naïveté dell'assurdo. I cattivi qui sono teneri nell'esternare le loro debolezze e la coppia borghese rafforza nel dramma l'unione affettiva uscendo dall'incomunicabilità. La colonna sonora calzante orchestra questo delirio meraviglioso e innocuo.
MEMORABILE: Uno dei cattivi ha desideri incestuosi verso il fratello e dice: "Bebè mi vuole sbattere. Ma non gli si drizza!"; Le armi che si mutano in salami.

Panza 19/12/20 17:15 - 1834 commenti

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Commentato dalla suggestiva colonna sonora di Giombini, l'esordio di Arduino Sacco si contraddistingue per una regia sperimentale (lunghe panoramiche della MDP posta sul muso dell'auto, inquadrature circolari, specchi sul parabrezza messi solo per agevolare la ripresa). La vicenda è la classica contrapposizione tra modi di vivere e classi sociali, maldestramente rappresentata, soprattutto nei caratteri della banda dei giovani, troppo esagitati, mentre più azzeccato è il rapporto tra i coniugi. Ha molti errori e lungaggini, però non è poi così pesante da vedere. Bravo Cutini.

Carlitos 30/12/20 14:24 - 43 commenti

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Un Sacco agli esordi che dimostra una vena d’autore che andrà persa nel tempo. L’anti-conformismo “sacchiano” è un libello infuocato che ci viene sbattuto sin dalle prime didascalie della pellicola. Il tutto però prosegue su livelli di misera banalità, il ripetitivo si innesca e il tentativo di rappresentazione deflorante fallisce miseramente. Interessanti le interpretazioni di Cutini e Gonella. Il tema musicale principale vorrebbe esprimere qualcosa di profondo ma finisce solo per stonare e confondere. Sacco rappresenterà qualcosa di simile nel suo successivo "Mi fai morire" (1984).
MEMORABILE: Le inquadrature “fisheye” all’interno del ristorante.

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