RACE WITH THE DEVIL è quasi una versione su quattro ruote di UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA, con la differenza che il pur solido Jack Starrett non ha la classe e la raffinatezza di John Boorman e la coppia Peter Fonda/Warren Oates impallidisce, se confrontata con quella formata da Burt Reynolds e Jon Voight. Non poche poi le comunanze con le tematiche del primo Spielberg (DUEL e SUGARLAND EXPRESS in particolare) per un film modesto che vive di qualche buon momento (specialmente nel lungo inseguimento sulla strada, in...Leggi tutto cui decine di vetture si passano il testimone della caccia al megacamper dei protagonisti) e di troppi inserti superflui (vedi la serata al locale country). La sceneggiatura inoltre ha la grave pecca di disinteressarsi a qualsiasi spiegazione riguardante il modo di agire della “setta” e dei suoi mille adepti, lasciandoci in balia di una storia vuota di contenuti e incapace di inquadrare bene i personaggi. Le corse in moto che riempiono il primo quarto d'ora e più si rivelano slegate al resto della narrazione (servono forse per ricordarci che Peter Fonda è quello di EASY RIDER?) e dimostrano quanto poco senso abbia la struttura logica decisa da Starrett. Non può essere liquidato come un sottoprodotto dei road-movies allora di moda (siamo nel 1975) solo grazie a un certo senso dello spettacolo ben riscontrabile in alcune occasioni, ma la regia è anonima, la recitazione dei quattro protagonisti non incide e tutto sembra proseguire stancamente. Se volete sapere che faccia ha il regista, osservate l’attendente alla stazione di servizio (la gas station): protestate eventualmente con lui per il finale.
Pur con i suoi evidenti limiti di regia presenta una indubbia spettacolarità legata all'intrecciarsi di vari riferimenti: da quello demoniaco con annessa sindrome da complotto al confronto cittadini/campagnoli (inevitabile il rinvio a Un tranquillo week end di paura), il tutto condito con un pizzico di Duel (i guai iniziano perché i protagonisti scelgono una strada secondaria) e Ombre Rosse (l'assalto al camper come assalto alla diligenza). Visione consigliata ai campeggiatori, che saranno in grado di gustarlo maggiormente di altri.
Pura exploitation. Un ibrido tra horror e inseguimenti d'auto diretto con carisma da Jack Starrett che grazie ad un cast di prim'ordine riesce a confezionare un godibile B-movie. Grandissimo Warren Oates che ruba la scena al pur bravo Peter Fonda, inquietante la prova di R.G. Armstrong nei panni dello sceriffo con qualche segreto nascosto. Ottimo uso delle location e l'atmosfera di persecuzione a cui sono sottoposti i protagonisti in fuga dalla setta di streghe. Avvincente l'inseguimento tra il camper e le auto, inquietante il finale di puro terrore.
Niente di nuovo sotto il cielo della retriva provincia americana. Sembra proprio, infatti, che il minimo che possa capitare a quanti si avventurino (questa volta su un camper extralusso) per queste lande selvagge sia di essere braccati da una minaccia mortale. Che sia un camionista proveniente dall'inferno (Duel), un gruppo di sadici (Weekend di paura), minatori cannibali (Le colline hanno gli occhi) o un vermone sotteraneo (Tremors), non fa differenza alcuna. Questo film ha però un pregio, quello di precedere il 90 per cento delle suddette pellicole. Buono.
Quintessenza del satanismo pandemico, dove le paranoie complottistiche polanskiane si sposano con il road movie. Parente stretto delle notti in casa Coogan, con una larvata linea degli ultracorpi siegeliani, dove un'intera comunità e preda degli influssi stile Il messia del diavolo. Tutta l'angoscia sotto la luce del sole in un bizzarro cross over che brilla di ingegno e tensione sparsa a piene a mani. Uno scuolabus domenicale e un rito satanico tra i più terrifici mai girati restano nella memoria. Piccola gemma da custodire tra i cult movie.
MEMORABILE: La messa nera a cui assistono i protagonisti; il finale che rimanda a Quella notte in casa Coogan.
C'è ben poco da contemplare o su cui meditare: l'azione è sfrenata per 90 minuti e solo all'overtime c'è il fatidico e apocalittico ralenti. Suggestivo e unico per colori ed emozioni il rituale azteco col sacrificio; se inseguimenti e speronamenti ricordano il primo Spielberg, modi ed espressioni dei personaggi coinvolti in qualcosa di losco verranno ripresi alla grande in opere quali Arlington Road - L'inganno. Tallone d'Achille l'ingenuità di loro quattro che parlano ad alta voce dei loro spostamenti. Nell'insieme più che buono.
Serie B di alto livello: inquietante e carico di tensione, il film incrocia bene il road movie con il genere demoniaco. Oates e Fonda sono una gran bella coppia, ma a rubare la scena è Armstrong nei panni del subdolo sceriffo. I venti minuti finali sono da antologia. Notevole.
Cultissimo dei Seventies che impianta il complottismo satanico-polanskiano negli scenari del far west, scatena una carambola di car-crash e impatta in un finale nerissimo che mette addosso una pelle d'oca alta così. Tecnico e professionale, riserva qualche ingenuità nel plot demoniaco (i culti aztechi!) e nella definizione sommaria dei personaggi, ma narrativamente carbura fino all'ultimo minuto, oltre a testimoniare dell'attenzione riservata dalle major per l'horror selvaggio che ha spalancato il decennio (Romero, Hooper, Craven & co.). Edulcorato il doppiaggio italiano.
Come nei satanici complotti di Polanski, le insidie stradali di Spielberg e in quelle bifolche di Boorman, la paura non scaturisce dal sangue, ma dal senso di claustrofobico accerchiamento che si stringe intorno al malcapitato quartetto - complici i volti degli abitanti del villaggio, la cui ambiguità e colpevolezza si palesa fin dall'inizio - e da una tensione in continua ascesa, nutrita altresì di attanaglianti scene di inseguimento e speronamento. Un simile contesto è l'ideale per Peter Fonda, attore-principe del road movie anni Settanta, ancora una volta alla guida di macchine e moto.
MEMORABILE: I serpenti nascosti nel camper; il camper inseguito.
Un crossover curiosissimo, di per sé intrigante per il voler sbattere due ex ribelli in pieno doposbornia e già mezzi imborghesiti (oltre alle moto in vacanza portano pure le mogli) in un contesto tra Hooper, Polanski e l'uomo di vimini, buttandoci dentro pure una lunghissima sequenza action che traduce in immagini il titolo, con effetti speciali che promuovono il film in serie A. Alcune soluzioni non convincono (il ralenti finale) e il crescendo ogni tanto si ingolfa, ma alcuni sprazzi sinistri (il sabba, l'autubus) lasciano il segno.
MEMORABILE: Oates e Fonda, dopo la cenetta in campagna, si accorgono che qualche metro più in là si sta svolgendo un rito satanico; L'autobus del dì di festa
Atipico road movie a sfondo horror, con diverse scene d'azione piuttosto riuscite. Nella prima parte la storia pare proprio non decollare e sembra di assistere a un telefilm mentre nella seconda il ritmo e la tensione salgono notevolmente, riscattando un po' tutto il film. Sempre bravo e credibile Warren Oates. Discreto il finale.
Buon demoniaco di epoca settantiana, un periodo in cui il genere "diabolico" tirava parecchio. Qui i bolsi Fonda/Oates (quest'ultimo sempre più o meno stordito) se la devono vedere nella campagna texana con una setta di adoratori del Demonio ben capeggiati dal "satanico" R. G. Armstrong (un habituè del genere dal Cane infernale in poi). Starrett lavora bene sulla tensione, non indulgendo in affettaci ma concentrandosi sulla minaccia oscura e pervadente che avvolge i "cittadini" (si veda la splendida scena della piscina). Riuscito.
MEMORABILE: I bellissimi titoli di testa; Il rito attorno all'albero in fiamme e relativo sacrificio umano; L'anello di fuoco attorno al camper.
Bellissimo horror on the road, una sorta di incubo polanskiano non confinato tra le mura di un condominio ma libero di muoversi per le assolate strade americane, con più azione e assedi furiosi di ispirazione romeriana. Peter Fonda guida un cast convincente di "buoni" al quale fa da contraltare un manipolo di antagonisti affabili e sorridenti, davvero inquietanti e memorabili. Ottimi inseguimenti automobilistici occupano la parte conclusiva, che sfocia in un finale estremamente pessimista, forse un po' sbrigativo ma indimenticabile. Un cult!
MEMORABILE: Il rito satanico cui assistono i protagonisti; La scena del cagnolino; Il finale nerissimo.
La provincia americana vista (ancora!) quale incubatrice di nequizie. Starrett è pochissimo interessato ai risvolti horror anche se un'atmosfera di plumbea paranoia aleggia su tutta la pellicola: siamo più dalle parti del catastrofico-autostradale (sempre godibile). Fonda si prende la (temporanea) rivincita sui redneck in uno storico contrappasso (vedi finale di Easy rider). Per i cultori: c'é la macchina che non parte quando dovrebbe (un camper stavolta). Non malaccio.
Piuttosto piatto nella conduzione registica, quasi televisivo nelle scelte di volti (soprattutto femminili), ambientazioni, stilemi di montaggio, ma comunque (o magari anche grazie a questi aspetti) godibile in virtù del particolare abbinamento tra film "on the road" e occultismo satanico. Starrett non è interessato, del tutto platealmente, a giocare dialogicamente con gli ammiccamenti cospirativi o innestare elementi perturbanti nella narrazione, ma gioca onestamente le carte del racconto, aggrappandosi al grande Oates ed esibendo un incendiario finale.
Riuscito mix di generi, dal road-movie al thriller con inserti da horror satanico e quell'aria di complottismo settario e minaccia su larga scala tipico di certo cinema 70s; in questo senso anche il nerissimo finale rispecchia in pieno il pessimismo di quegli anni e risulta un'ottima chiusura a un film ben confezionato, con alcuni inseguimenti spettacolari e scene di tensione ideali pur senza versare sangue. Molto buona la coppia di protagonisti, specialmente l'ottimo Oates; introduzione un po' avulsa dal contesto ma si entra presto nel vivo.
Accampate in camper a godersi la vacanza, due coppie una notte vedono su di un'altura qualcosa di strano: un rito satanico, con tanto di sacrificio umano. Se il soggetto è horror bisogna dire che lo sviluppo segue più le dinamiche dell'action thriller, con tanto di inseguimenti pirotecnici su strada, per poi chiudersi in un finale ancora tipico dell'horror. Il meccanismo di base è sicuramente polanskiano, influenzato da Rosemary's baby: una comunità in cui la borghese cordialità può nascondere le peggiori insidie striscianti... dietro chiunque. Ha il suo fascino e i suoi difetti.
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Non so Zender, forse rompo con questa storia dei generi, però Drammatico un film di turisti che devono salvare la pellaccia da un gruppo di satanisti in corsa dediti a culti sacrificali aztechi (!) e poi quel finale nero come la pece.... direi Horror (genere dove di solito viene collocato e citato) oppure Thriller...
Rebis ebbe a dire: Non so Zender, forse rompo con questa storia dei generi, però Drammatico un film di turisti che devono salvare la pellaccia da un gruppo di satanisti in corsa dediti a culti sacrificali aztechi (!) e poi quel finale nero come la pece.... direi Horror (genere dove di solito viene collocato e citato) oppure Thriller...
Di solito l'horror richiede un elemento sovrannaturale che qui in effetti non c'è (ma non c'è nemmeno in Saw per dire...), però mi sembra che il film miri a scatenare emozioni che hanno più a che fare col genere horror / thriller che con il dramma, che richiede almeno un po' di affondo psicologico. Di action in effetti ce n'è a iosa ma il contenitore è... satanico. Per me cmnq va benissimo thriller ;)
Ho confrontato la 2 edizioni in mio possesso quella della Koch Media/20th Fox (oramai fuori catalogo) e l’ultima della Sinister Film; contrariamente a quanto sbandierato sulla locandina, non c’è stato alcun restauro in HD, i due master sono praticamente identici.
Tuttavia consiglio vivamente l’acquisto del dvd Sinister in quanto tra i contenuti speciali abbiamo un intervista a Peter Fonda, il commento del produttore esecutivo Paul Maslansky e dell’attrice Lara Parker (sottotitolati in italiano!) e il trailer originale. Durante la visione non ho riscontrato alcun problema video o audio.
Buonasera. Forse era un altro titolo, che non ricordo ma durante la scena del sabba c'è offuscamento nelle parti intime fatta apposta per il dvd ? Comunque forse era altro titolo con tale scena. Ricordate qualcosa ? Grazie.
Buonasera. Forse era un altro titolo, che non ricordo ma durante la scena del sabba c'è offuscamento nelle parti intime fatta apposta per il dvd ? Comunque forse era altro titolo con tale scena. Ricordate qualcosa ? Grazie.
Confermo (dalla mia copia in dvd edita dalla 20th Century Fox) che nella scena del sabba la ragazza sacrificata ha le nudità coperte da censure ottiche.