Le ceneri di Angela - Film (1999)

Le ceneri di Angela

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/08/08 DAL BENEMERITO GALBO
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Galbo 31/08/08 20:18 - 12399 commenti

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A metà degli anni ’30 una famigli irlandese emigrata negli USA, lascia il nuovo continente per fare ritorno in Europa. Qui il figlio Frank cresce insieme alla madre Angela con il desiderio di fare ritorno in America. Tratto dal libro autobiografico di Frank McCourt, Le ceneri di Angela è un’ottima trasposizione cinematografica di un’opera letteraria. Il regista Alan Parker affronta il tema con grande passione dirigendo un’opera che si caratterizza per l’intensità con la quale sono ritratti i personaggi principali, efficacemente interpretati dal cast.

Daniela 12/11/09 13:08 - 12670 commenti

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Pare che il pregio maggiore del romanzo autobiografico di Frank McCourt sia il contrasto fra la tragicità degli eventi e il tono ironico del linguaggio. Parker lascia perdere l'ironia per concentrarsi sulla sequenza biblica di disgrazie che colpiscono la famigliola nella piovosissima Limerick, fra babbo incline alla bottiglia, mamma coraggio tabagista (e anche un pò rincoglionita) e figlioletti morituri. Il risultato però non convince molto e, nonostante la professionità della confezione, sa di artificioso e paradossalmente oleografico.

Rebis 28/05/10 16:52 - 2339 commenti

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Discontinuo e umorale, Alan Parker, quando si accorda alla sceneggiatura, dà vita ad un cinema dall'impianto classico e coinvolgente; altrimenti ripiega nelle secche di uno stile calligrafico e pedante. Qui, pur adattando assieme all'acuta Laura Jones il romanzo autobiografico di McCourt, non riesce mai a centrarne quel distacco ironico che è la forza e la salvezza di un calvario familiare altrimenti asfittico. Ne emerge nulla più di una monotona oleografia del proletariato con qualche buon momento nel lungo finale. Retorica e insopportabile la solita sfibratissima Emily Watson.

Pigro 2/06/10 09:28 - 9672 commenti

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Dal romanzo autobiografico di McCourt l'infanzia e adolescenza di un ragazzo in una povera famiglia irlandese tra fine anni 30 e primi anni 40. Regia salda, fotografia eccellente (sui toni lividi ma anche su squarci luminosi nelle belle ambientazioni) e un cast di attori tutti di grande bravura per un'opera-fiume grondante sofferenza e caratterizzata da una pioggia incessante sulla miseria, tra bimbi morti, padri inetti e ipocrisie religiose. Un film "dickensiano" il cui limite però sono proprio l'eccessiva cupezza e l'infinita tristezza.

Belfagor 4/07/11 10:33 - 2690 commenti

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Una tragedia narrata con toni ironici: quale stile migliore per una saga familiare? Sfortunatamente, a differenza del romanzo di McCourt, l'ironia manca in questo film, che si riduce così ad una giustapposizione di disgrazie e miserie affrontate senza il necessario distacco. Ci sono le ambientazioni giuste (Limerick, la città più cattolica e piovosa d'Irlanda), la fotografia livida, il cast di un certo livello, ma non si va oltre l'oleografia, a tratti piuttosto lagnosa.

Saintgifts 26/12/11 20:24 - 4098 commenti

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Non è il momento migliore, ora, per visionare questo film, che con tutti i suoi limiti ed eccessi mostra cosa sia la vera miseria, che resta sopportabile solo a chi l'ha sempre vissuta. Forse è anche questo che mi ha affaticato la visione. Con tutto il rispetto per la vita vissuta, in tutta la sua tracigità, per cui non si può incolpare la sceneggiatura, che ha seguito le vicende tratte dall'autobiografia di Frank McCourt, Parker ha troppo spinto sulla ripetitività di momenti che si potevano alleggerire senza nulla perdere nella sostanza.
MEMORABILE: La preoccupazione della nonna di come pulire il cortile e la risposta del sacerdote fan capire molto bene il rapporto tra Chiesa (Cattolica) e fedeli.

Mco 22/01/13 17:53 - 2328 commenti

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Da cellulosa a celluloide il passo talvolta non è indolore, ma questa volta alla regia c'è un Alan Parker molto ispirato e capace di tratteggiare al meglio e senza cadere in patetismi eccessivi o iperboli pietistiche. Il cast è appropriato e il carattere plumbeo, piovoso e maleodorante della vicenda emerge quasi come se potesse uscire dai limiti imposti dallo schermo. Piccolo capolavoro di verità familiari, religiose e soprattutto di vita. Da (far) vedere in occasioni speciali.
MEMORABILE: Il cugino sprezzante omaggia il giovane ospite dell'onore di svuotare il pitale ogni mattina.

Paulaster 13/10/14 10:21 - 4425 commenti

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Romanzo di formazione di un giovane irlandese con famiglia disastrata di contorno. Sebbene la sceneggiatura sia ad alto tasso di tragicità, viene posta come una novella operettistica mirante a descrivere più che ad analizzare. Adattamento scenografico di livello e ottima fotografia per una continua pioggia di disgrazie. La Watson e Carlyle incidono poco, molto meglio il protagonista nelle due fasi più infantili. Alla fine risulta un lungo intrattenimento storico di proletariato filante nei modi, ma non vale come opera di riferimento.

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  • Discussione Pigro • 2/06/10 09:29
    Consigliere - 1661 interventi
    Aggiungerei qualche attore in più, visto che anche gli attori di contorno mi sembrano meritevoli di citazione: Joe Breen, Ciaran Owens, Michael Legge, Ronnie Masterson, Pauline McLynn, Liam Carney, Eanna MacLiam, Devon Murray, Peter Halpin.
  • Discussione Zender • 2/06/10 18:11
    Capo scrivano - 47806 interventi
    Aggiunti, grazie.