Il film in assoluto più schierato e personale (compare anche nel prologo) di Svankmajer. Sommo saggio sulla pazzia, il libero arbitrio, la morale cattolica e il controllo della mente e della carne. Il film tratta dell'iniziazione di Jean, un giovane ingenuo di retaggio bigotto, da parte di un sedicente Marchese che vive come un De Sade decontestualizzato nella Cecoslovacchia d'oggi con il servo Dominic... Da vedere e rivedere, più radicale e complesso di ogni altro film sulla pazzia... Vedetelo e parliamone!
MEMORABILE: "Cosa prescisamente non ti è piacuto della scorsa notte? Forse il fatto che ci comportavamo come individui liberi e spontanei?"
Epopea ed epopteia della carne. un film-gotha ove a staffetta o tutti insieme appassionatamente prendono voce Poe, Jesus Franco, Lautreamont, De Sade, Mirabeau, Schopenhauer, Leopardi, Jodorowsky, Cioran, Moctezuma, Artaud, Laing (e la lista potrebbe continuare di altre due righe almeno). Ma soprattutto c'è tutto l'inarrivabile genio di Svankmajer, in quest'occasione baciato da tutti gli dei e i demoni. Un Dio di film che va dal sublime in avanti, da rivedere fino a impararne a memoria ogni singolo frame. Non basterebbero tutti i pallottolieri del pianeta per pallinarlo.
Più s'aliena, più il disegno diventa chiaro (chi sono i pazzi del sanatorio: i medici oppure i pazienti?). Più le immagini si confondono col sogno, più traspare la critica sociale (qual'è il metodo giusto per curare il disagio mentale?). La cosa che colpisce di più in questo film è la capacità del regista di porsi fra i due livelli, quello onirico e quello esplicativo, senza mai tirarsi indietro. Anzi, portando agli estremi le sue premesse, rendendoci partecipi di un viaggio a ritroso verso la nostra paura d'essere traditi (Charlotte), reclusi.
MEMORABILE: "Cos'è il trattamento numero 13?". "Questo è un trattamento che somministro sempre personalmente".
Svankmajer qui si dà una calmata: la regia è più ordinata e le animazioni macabre vengono raccolte in piccoli siparietti di macelleria-stop-motion; se la regia è più posata ci pensa la sceneggiatura a far perdere lo spettatore in un turbine di follia, blasfemia ed edonismo in un atmosfera da '700 volta al moderno; in tutto questo il dilemma: come curare la follia? o meglio, è giusto curarla? Un capolavoro irreale e claustrofobico, uno Svankmajer lucido in un mondo di matti.
Con un amore per il grottesco che ricorda Bunuel, Svankmajer assesta dei fendenti espliciti alla religione e si prende gioco della struttura statale confondendo bellamente matti e sani. Il tema di chi è veramente pazzo nella nostra società si presta a facili e superficiali letture ma il regista ceco sa affrontarlo con buon stile e valenti attori. Non tutto del film è avvincente ed era inutile ripetere così tanto gli intermezzi della carne animata, due etti bastavano...
MEMORABILE: La messa orgiastica dall'omelia (un tantino anticlericale).
Poe e De Sade, come spiega il regista nell'intro, ma anche Holbach, Bosch, Leopardi e tanti altri, un convivio materialista ed edonista che sulla carta parrebbe un immorale feuilletton settecentesco e che invece sulla pellicola si rivela un'opera dallo stile unico. Svankmajer unisce blasfemia e critica all'idealismo all'esaltazione della carne - inclusi brevi siparietti di lingue e bulbi oculari in stop-motion - in uno dei suoi lavori più pulsionali. È il lato oscuro (ma anche illuministico) del cinema.
Un apologo sulla condizione umana, la vita, la libertà. E al contempo un incubo di orge sataniche, manicomi in preda all’anarchia o alla dittatura e pezzi di carne macellata ambulanti. Magari pensando a Poe e Sade. Svankmajer (che non a caso compare all’inizio) compone il suo film politicamente e filosoficamente più ambizioso, sballottandoci come il fragile protagonista in una tempesta di visioni oscure e pensieri libertari, nell’incomprensibile ospedale che è metafora del mondo in cui siamo immersi. Illuminista. Pessimista.
Una riflessione tutt'altro che inedita sulla condizione umana, sul suo tragico ripetersi e non riuscire a evadere dai soliti schemi. Non essendo particolarmente amante del surrealismo fine a se stesso devo dire che per la prima metà del film l'ho trovata quasi irritante; per fortuna successivamente l'autore chiude il cerchio e viene restituita una visione d'insieme omogenea e quasi didascalica nella sua limpidezza (chi l'avrebbe mai detto!).
MEMORABILE: La risata del marchese; Gli intermezzi in stop-motion; L'incubo ricorrente.
Jan Svankmajer HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneBrainiac • 21/09/10 16:48 Call center Davinotti - 1465 interventi
Mi viene in mente la barzelletta del negozio di cervelli umani freschi dove si presenta una vecchina e fa "Ho pochi soldi mi dia due etti di carabiniere".
Il macellaio le chiede una cifra spropositata e si giustifica così "Ah nonnè, pe arrivare a du etti ho dovuto fà na strage!!"
Capannelle ebbe a dire: Provenienza equina, con subt ita, usa queste parole: Sileni Follia
La carne equina ibrida e sterile è roba sorpassata...
Io preferisco andare a pesca in un fresco TORRENTe o al massimo rivolgermi a qualche "sito di stoccaggio" dal quale megauploadare cibi e pietanze molto gustose. :)
Gestarsch88 ebbe a dire: Capannelle ebbe a dire: Provenienza equina, con subt ita, usa queste parole: Sileni Follia
La carne equina ibrida e sterile è roba sorpassata...
Io preferisco andare a pesca in un fresco TORRENTe o al massimo rivolgermi a qualche "sito di stoccaggio" dal quale megauploadare cibi e pietanze molto gustose. :)
Ma per i film "vecchi o particolari" i siti di stoccaggio non offrono molto..
Zender, visto che c’è il titolo inglese/internazionale, metterei quello come titolo della scheda. Quindi: titolo del film Lunacy; titolo originale Sílení; togliere dalle note “Aka Lunacy”.
DiscussioneZender • 29/04/13 09:27 Capo scrivano - 47727 interventi