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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/08/08 DAL BENEMERITO GALBO
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Galbo 24/08/08 08:15 - 12398 commenti

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Tra il settembre 1878 e l'aprile 1879 un gruppo di indiani cheyenne, guidato da due grandi capi, abbandona un'inospitale riserva e si mette in cammino vero la terra degli avi, inseguita dall'esercito americano. Ultimo western di John Ford, è un film dichiaratamente dalla parte degli indiani, di cui sposa le motivazioni ideologiche. Da questo punto di vista appare un po' appesantito e spesso privo del respiro dei grandi e classici western. Ottima come sempre nei film di Ford, la fotografia. James Stewart appare brevemente quasi con un intermezzo umoristico.

Tarabas 29/03/09 22:55 - 1878 commenti

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Ispirandosi a un episodio storico, Ford fa del suo ultimo film un western revisionista. La marcia di una tribù Cheyenne dall'Oklahoma all'Oregon per tornare alla terra dei padri è il contraltare delle tante corse all'ovest dei bianchi, qui messi in ridicolo, con un intermezzo parodistico in cui Jimmy Stewart prende in giro persino Wyatt Earp. Che gli ultimi veri americani della frontiera, fieri, indipendenti e sconsolatamente onesti siano proprio i pellerossa? Ma il film è lungo e sostanzialmente sbagliato, con troppe piste da seguire. So long, Jack.
MEMORABILE: Il sergente di origine polacca paragona le giubbe blu ai banditi cosacchi che perseguitano i contadini del suo paese.

Saintgifts 12/12/09 23:28 - 4098 commenti

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Ultimo western girato da Ford che ancora una volta usa la Monument Valley, ma anche altri grandi spazi, dove far galoppare le Giacche Blu e gli Indiani. Il film è lungo e racconta in modo molto realistico, fin troppo tanto da farlo assomigliare a una mera ricostruzione documentaristica con tanto di voce off, il lungo viaggio che intraprende una tribù di Cheyenne per tentare di sopravvivere scappando dall'arida riserva dove stavano morendo. James Stewart è un Wyatt Earp diverso da quello interpretato da Fonda, ma serve come intermezzo divertente.

Caesars 31/08/10 15:32 - 3794 commenti

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Ultimo western girato dal grande John Ford che, contrariamente a quanto fatto nel passato, si schiera apertamente dalla parte dei Cheyenne. Il film ha un'ottima fotografia e sicuramente ha dalla sua il fatto di non mostrare i nativi americani come i cattivoni di turno, ma l'eccessiva lunghezza lo penalizza non poco così come il non poter contare su un personaggio "forte" che riesca a reggere sulle sue spalle l'evolversi degli avvenimenti. Inutile la parentesi, quasi umoristica, con protagonista James Stewart.

Rocchiola 14/07/16 11:24 - 968 commenti

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Etichettato come film minore e non troppo riuscito, rappresenta invece l'ultimo inconfondibile sguardo di Ford verso i grandi spazi della natura americana. L'aspetto migliore del film riguarda infatti l'uso che il regista fa dei paesaggi naturali e il modo in cui costruisce un'inquadratura in schermo panoramico sullo sfondo delle mitiche figure della Monument Valley. C'è un qualcosa di geometrico nel modo in cui riempie ogni singolo fotogramma. E poi anche se non immune da una certa retorica, anticipa i futuri e più celebrati western filo-indiani.
MEMORABILE: Tutta la prima parte con una Monument Valley che forse solo in Sentieri selvaggi è stata fotografata così bene in Techincolor.

Daniela 14/02/18 08:29 - 12668 commenti

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Considerato l'"atto di scusa" di Ford nei confronti dei nativi americani, qui presentati con rispetto per le loro ragioni, l'ultimo film del regista, pur dignitoso oltre che lodevole negli intenti, non raggiunge i livelli dei suoi capolavori: gli scenari sono grandiosi e non mancano sequenze d'impatto, ma nella lunga durata c'è spazio per divagazioni superflue (come quella pur simpatica che vede Stewart nei panni di Wyatt Earp) e personaggi didascalici (la quacchera Baker). Convince poco l'epilogo conciliante con Robinson ed anche il prestigioso cast non è sempre utilizzato al meglio.

Nicola81 19/03/20 20:47 - 2862 commenti

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Giunto al suo ultimo western, John Ford fa finalmente pubblica ammenda, riconoscendo le ragioni dei nativi americani nei cui confronti in precedenza non aveva mai avuto la mano leggera. Nonostante le lodevoli intenzioni, però, il film non rientra nel novero dei suoi migliori, non tanto per il respiro inevitabilmente meno epico, ma soprattutto a causa di una durata eccessiva e di un ritmo altalenante. I buoni momenti comunque non mancano e il cast è di livello, anche se Stewart appare sprecato relegato a un intermezzo umoristico.

Puppigallo 1/04/20 19:15 - 5279 commenti

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Vero e proprio calvario del popolo dei Cheyenne, che dopo aver deciso di infrangere i più che dubbi trattati dell’uomo bianco si mettono in marcia per tornare al luogo natio. Ovviamente avranno la cavalleria alle calcagna, seguita da gente ottusa e rancorosa tranne pochi individui (il protagonista e l’insegnante). Non certo uno dei migliori Ford, propone una pellicola eccessivamente lunga, che se da una parte mostra bene le angherie subite dai pellerossa, dall’altra rende il tutto poco credibile (il finale), a causa di indiani non indiani e alcune forzature. Comunque, nel complesso, discreto.
MEMORABILE: Presi a cannonate; “Anche i cani possono andare dove vogliono, noi Cheyenne no; Due Cheyenne chiedono cibo, ma otterranno pallotole.

Reeves 23/05/23 10:24 - 2224 commenti

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E' di fatto il punto finale del mito americano raccontato dal suo più grande cantore, John Ford. Un film tutto dalla parte degli indiani (sarà un caso che il fido John Wayne non faccia parte del cast?), un'epica trasformata in malinconia, uno sguardo lucido ma un po' legnoso sui danni della "civilizzazione". I paesaggi però sono ripresi con la forza che solo Ford poteva avere, e salvano un film che stranamente sembra un po' impacciato.

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  • Homevideo Rocchiola • 14/07/16 11:33
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Uscito in DVD in passato per la Warner, è oggi di nuovo disponibile grazie alla A&R che come al solito non ci indica nulla sulla fonte di provenienza del master utilizzato.
    Comunque il video ha una buona definizione ed è pulito. Audio con doppiaggio d'epoca accettabile.
    Insomma in mancanza di un Bluray che per ora non esiste nemmeno all'estero, direi che il prodotto è acquistabile.
  • Curiosità Daniela • 14/02/18 09:09
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    A circa 1 ora e 43 minuti dall'inizio del film, parte una sequenza simpatica ma che sembra avulsa dal resto sia per il tono decisamente divertito ed ironico sia per i suoi effetti sul proseguo della trama, tanto che generalmente, per alleggerire la durata considerevole della pellicola, viene tagliata in occasione dei passaggi televisivi.

    La sequenza è ambientata all'interno di un saloon ed ha un marcato sapore auto-citazionista.
    Attorno ad un tavolo da gioco sono seduti lo sceriffo Wyatt Earp (James Stewart), Doc Holliday (Arthur Kennedy) e un presunto maggiore sospettato di barare con le carte (John Carradine).

    I personaggi di Wyatt Erap e Doc Holliday erano stati portati sullo schermo da John Ford nel 1946 in Sfida infernale, mentre nel 1939 John Corradine, sempre nel ruolo di un giocatore d'azzardo, era stato fra i passeggeri a bordo della diligenza di Ombre Rosse.