Solito remake di un film orientale, con pregi e difetti annessi. La storia è abbastanza interessante e la resa visiva niente male, nonostante il colpo di scena finale sia abbastanza prevedibile. Alcune perplessità sul protagonista maschile, con quella faccia da Dawson's Creek che proprio non si può digerire.
Coppia di coniugi americani, freschi di matrimonio ed in trasferta nipponica per lavoro, investe (apparentemente) una ragazza con l'auto, senza poi rintracciarne il corpo. Una presenza fantasmatica, da lì in poi, appare nelle foto scattate dai due per poi proseguire a manifestarsi tramite altri "livelli" di realtà. Remake realizzato a velocità da record, variando ben poco della storia, che ha senso vedere se non si conosce l'originale. Masayuki Ochiai è un buon regista (Infection, 2004) e conferisce alla pellicola un look dignitoso. Sussulto sulla sedia garantito dal classico "coup de théâtre".
Non sempre i remake americani degli horror orientali si rivelano fallimentari, anzi mi vengono in mente un paio di casi in cui il clone è risultato migliore dell'originale, perchè è riuscito a supplire alla mancanza dell'effetto sorpresa con una scrittura più elegante oppure attori più convincenti. Non è il caso di questo film, solo parzialmente "occidentalizzato" (l'azione si svolge a Tokyo), interpretato dal televisivo Jackson e da una sosia di Naomi Watts, che riprone la stessa trama ma risulta più sciatto proprio nelle scene clou. Evitabile.
Un filo diverso rispetto alla moda odierna di fare remake occidentali di film orientali, poichè l'ambientazione rimane nel sol levante e qualche personaggio fondamentale non è d'oltreoceano. La regia si attesta su livelli passabili senza proporre uno stile particolare e la fotografia svolge sterilmente il compitino. Attori svogliati e poco in palla aumentano la probabilità di rendere la pellicola presto dimenticabile, eccezion fatta per gli ultimi 5 minuti, quelli sì davvero intensi. Mediocre.
Inutile remake patinato e interpretato da attori televisivi che non sono capaci di regalare emozioni. La trama era anche ottima, con interessanti atmosfere da thriller; più si va avanti, più si capisce che Megumi non è solo un semplice fantasma che infesta le vite della coppia ma che c'è dell'altro. Buoni alcuni momenti arricchiti da effetti speciali niente male.
Senza aver visto il film originale a cui fa riferimento questo remake, mi duole constatare, per l'ennesima volta, l'incapacità da parte del cinema americano di costruire una tensione costante. Trionfa una fotografia patinata e la sequela di jumpsares - uno più prevedibile dell'altro - a raccordare una storia che fa acqua da tutte le parti (manca una forte connotazione introspettiva a dare maggior risalto ai dettagli, oltretutto). Magnetica Okina, il cui volto è l'aspetto più rilevante della pellicola.
I film orientali (o i loro remake americani, come in questo caso) sembrano realizzati con lo stampino: anche qui è immancabile la figura della giovane donna fantasma che miete vittime. Se gli spaventi latitano (nonostante le foto in cui ella appare abbiano un che di impressionante), la tristezza la fa da padrona, soprattutto quando si scopre l'orripilante retroscena alla base degli stani fenomeni che ribalta il punto di vista dell'intera vicenda, consentendo tuttavia un finale soddisfacente che mette tutti d'accordo. Cast mediocre, eccetto la brava Taylor.
Il limite maggiore risiede nella perfetta inutilità tanto del remake che della storia narrata in sé. Non c’è un briciolo di originalità in quanto proposto sullo schermo e la sensazione di già visto non ti abbandona mai. Se escludiamo i soliti sussulti improvvisi, a dire il vero piuttosto telefonati, di tensione e paura non c’è traccia. Anche i volti dei protagonisti non sembrano adatti al genere horror. Sul finire il film cerca di dare una sterzata, trovando un’aderenza al reale per dare una spiegazione ai fenomeni paranormali, ma non riesce nell’intento di cambiare le sorti.
Remake con buona confezione che mantiene l'ambientazione orientale ma con sposi protagonisti americani in Giappone per lavoro. Interessante il soggetto delle foto spiritiche che finisce per avvolgere tutta la sceneggiatura di quella che è una tradizionale ghost story all'orientale, in questo caso occidentalizzata nella confezione e nell'intreccio. Alcuni momenti hanno un'aura mistica, altri più inquietante (la sequenza di fotografie verso la fine e il quadro), con finale nero tipico da storia sugli spettri (quelle da raccontare davanti al camino per intenderci). Piacevole.
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HomevideoGestarsh99 • 12/01/12 16:06 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per 20th Century Fox:
DATI TECNICI
* Formato video 1,85:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Ceco Polacco
5.1 DTS: Italiano Francese Spagnolo Russo
5.1 DTS HD: Inglese
* Sottotitoli Italiano Inglese Francese Spagnolo Russo Croato Portoghese Polacco Ceco Olandese Arabo Bulgaro Greco Islandese Turco Sloveno Romeno Lituano Lettone
* Extra Commento audio
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