Rievocazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Celestini narra in modo scabro, dialettale e attraverso le sue parole rivive l'ultima parte della guerra vissuta a Roma dalla gente. Niente edulcorazioni e nemmeno rivelazioni sconcertanti: la storia è quella vissuta e più o meno tutta conosciuta, importanti sono le mille voci che il narratore riesce a rievocare: romani, ebrei, nazisti, è un coro che fuoriesce dal passato e si fa (ancora) vivo dopo 60 anni.
MEMORABILE: a Via Rasella i nazisti uccisi erano altoatesini...
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la poesia che si sente recitare nel finale è parte del poema " Le ceneri di Gramsci" di Pasolini recitata dall'autore stesso: come spiega il titolo, l'autore analizza il comportamento della classe operaia a partire da una visita all'urna del politico antifascista sardo, collocata nel cimitero acattolico presso la Piramide Cestia, presso Porta San Paolo. Questi posti compaiono nella registrazione,e sono stati teatro di importanti offensive belliche tra partigiani e nazisti.
Il luogo scelto da Ascanio Celestini per la ripresa di questo spettacolo è, come già detto, il Museo storico della Liberazione già ex comando e carcere nazista sito a Roma in via Tasso n. 145.
Nella ripresa l'attore si vede in una stanza con delle carte da parate. In loco ho appreso che i tedeschi avevano adibito a carcere tutto il palazzo, e questo dopo aver tolto tutti i mobili, murato le finestre, blindato le porte e alè, e via con la repressione.