Non desiderare la donna d'altri - Film (2004)

Un titolo kieslowskiano (od una suggestione peccaminosa per ammicare ad un pubblico voyeur) per tradurre un titolo originale che, invece, è seccamente Brodre (fratelli). Sia l'uno che l'altro, comunque, sono fuorvianti, visto che, a tratti, sembra di trovarsi di fronte ad un remake di Letto a tre piazze e che le osservazioni migliori riguardano l'abbruttimento dei prigionieri di guerra. Meno male che si è sciolto il Dogma.

Due fratelli: il minore è uno sbandato con qualche problemino, il maggiore invece ha una bella famiglia ed una solida carriera militare. Quando il secondo viene dato per morto durante una missione in Afghanistan, il primo mette la testa a posto per consolare la vedova, ma... Due film in uno: se la parte relativa alla prigionia presenta motivi di interesse, il lato danese della vicenda è invece di sconcertante banalità, mediocremente recitato, addirittura ridicolo in alcune sequenze clou. Peccato per Thomsen, attore altrove eccellente.

Titolo italiano scioccamente fuorviante per l'opera della regista scandinava Susanne Bier che narra il mondo diverso di due fratelli le cui strade si incrociano pericolosamente in seguito ad un incidente bellico. Il film è ben realizzato e deve molto ad un buon gruppo di attori (specie Thomsen) che si impegnano al massimo tentando di ovviare ad alcune lacune di una sceneggiatura che non sempre approfondisce i personaggi come dovrebbe. Ne è stato realizzato un remake americano.

Susanne Bier sa come trattare i sentimenti, sa come asciugare il melodramma amplificando il lato emotivo dei suoi protagonisti e lo dimostra con questa storia. Due modi opposti di vivere la vita che il destino, beffardamente, mette alla prova. Il dramma personale, umano, si unisce al rimorso onnipresente e inesauribile portando inevitabilmente la famiglia sull’orlo del precipizio. Un’aura meno televisiva avrebbe ulteriormente impreziosito l’opera e manca quel tocco di puro intimismo e intensità che tuttavia arriveranno col film successivo.