Parigi che dorme - Film (1924)

Clair più che affine all'avanguardia surrealista, ne fu parente stretto (fratello di Henri Chomette, l'artista della famiglia). Si ritrovò a dirigere quella sorta di manifesto del movimento che fu Entr'acte, anche se la sua vocazione narrativa fu più lineare (ed infatti ad Hollywood realizzò commedie fantastiche "normali" quali Ho sposato una strega). Parigi che dorme è un'opera fantastica che, specialmente nell'incipit, pare anticipare le metropoli deserte di Io sono leggenda, 28 giorni dopo, Vanilla Sky, La fine del mondo. Un divertissement visto oggi, ma all'epoca decisamente innovativo.

Tutta Parigi dorme, anzi è paralizzata dal raggio di un inventore, tranne alcuni uomini e una donna, che si divertono alquanto della strana situazione. Bella l'idea, fresca la narrazione, suggestive molte scene dalla metropoli deserta alle evoluzioni dei superstiti su e giù per la torre Eiffel. Lo spirito ludico si tinge di umorismo, affogando la fantascienza nel paradosso: il risultato è geniale e godibile al tempo stesso, un divertissement raffinato che è anche un anarchico e scanzonato inno alla libertà senza costrizioni di sorta.

Uno scienziato pazzo crea un raggio con il quale "congela" l'intera città di Parigi, ad eccezione di pochi individui che si dedicano al divertimento e seminano il caos. Opera seminale in cui Clair mostra quelli che diventeranno i tratti fondamentali del suo cinema: ironia sulla vita moderna, levità dell'immagine e surrealismo poetico. Applicando gli insegnamenti di Méliès, riesce a trasformare la metropoli deserta in un luogo ben più vivace di quanto non sia normalmente. Decisamente innovativo, per l'epoca.

Simpatica incursione di Clair nel fantastico. Si è parlato di surrealismo, ma il regista si abbevera ai temi consueti dell'ottimismo scientista di fine Ottocento (Jules Verne fra i tanti) esemplificato dalla figura dello scienziato geniale e distratto. A imprimersi nella memoria sono le sequenze iniziali d'una Parigi deserta e raggelata nei suoi gesti più minuti tanto recare un effetto straniante e onirico. Il seguito si normalizza sino alla coda di schietta comicità slapstick.

Un film decisamente sorprendente sia all'epoca sia con lo sguardo di oggi. René Clair gioca con l'elemento che più affascinava le avanguardie di inizio secolo (la vita metropolitana, la velocità...) proponendo un film di fantascienza in cui Parigi viene completamente paralizzata e resa deserta da un raggio che però non riesce a colpire chi sta in alto... Narrazione fluida e coinvolgente, un piccolo capolavoro.