"Hold-up" istantanea di una rapina - Film (1974)

"Hold-up" istantanea di una rapina

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Thriller noir-poliziesco di bassa categoria, co-produzione ispano-franco-italiana girata tra San Remo e Cannes (i casino giocheranno una parte importante nella vita del protagonista) da Germán Lorente. La storia di un ex-agente di polizia (Frederick Stafford) che ha perso la memoria in circostanze poco chiare in seguito a una rapina a un furgone portavalori conclusasi tragicamente. La refurtiva (una cassetta contenente i soldi) non è mai stata ritrovata e l'unico che, riacquistata la memoria, potrebbe sapere dov'è, è proprio il protagonista. Ma tra i rapinatori scampati alla morte in quel sanguinoso agguato c'è anche Marcel Bozzuffi, che appena rivede al...Leggi tutto casinò Stafford inizia a perseguitarlo cercando di sapere dov'è finita la cassetta... Una girandola di doppi giochi in cui il ruolo di femme (poco) fatale spetta a Nathalie Delon, che s'accompagna a Stafford ma conosce Bozzuffi molto bene. La sceneggiatura di Adriano Asti non va molto oltre una poco fantasiosa gestione dei luoghi comuni del genere e il dover lasciare la vera star - Enrico Maria Salerno - in un ruolo di contorno (compare qua e là nell'abituale parte di ispettore) porta Lorente a concentrarsi su Stafford, la Delon e Bozzuffi con risultati desolanti per lo spettacolo. Il colpo di scena finale è forzato quanto improbabile nella sua soluzione (peraltro disonesta, vista la poca congruenza con una scena precedente in cui sentivamo una diversa voce data al "grande manovratore"), il ritmo è blando e la routine, benché onestamente condotta, non ha mai un picco da ricordare.

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Renato 14/01/09 11:40 - 1648 commenti

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Ex sbirro corrotto perde la memoria dopo un incidente e così non si ricorda più dove aveva nascosto il malloppo: la soluzione arriverà a colpi di flashback. Stanco thriller italo-spagnolo con ovvio finale a sorpresa che non ingrana davvero mai, se non con lo spettacolare inseguimento con tre auto (peraltro inserito nella pellicola in modo del tutto gratuito) ad opera dello specialista Remy Julienne. Sullo stesso argomento, è preferibile il coevo L'uomo senza memoria.
MEMORABILE: "Robert! Non fare maldinate!"

Il Dandi 23/04/10 20:28 - 1917 commenti

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Sembra essere opinione condivisa e lo confermo anch'io: il tema dell'Uomo senza memoria è stato trattato molto meglio nell'omonimo film di Tessari. C'è un bel prologo, muto e feroce, che lascia ben sperare. Poi invece si perde in lungaggini e soffre di un'evoluzione lenta e confusa. Anche la regia spesso scade, con un uso puerile del ralenti nelle scene d'azione e dello split screen nei flashback. Peccato per la musica di Franco Micalizzi, veramente notevole.
MEMORABILE: Il citato prologo.

Tomastich 1/01/10 09:55 - 1255 commenti

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Contemporanea all'Uomo senza memoria di Duccio Tessari, questa produzione internazionale (italia-francia-spagna) tenta di traslare la formula del vuoto di memoria in ambito noir. Non tutto funziona alla perfezione, però per non fare il pessimista di inizio anno dico ciò che funziona: Enrico Maria Salerno, due sguardi, quattro battute, ed ha il film in pugno.

Fauno 14/04/11 11:16 - 2212 commenti

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Ci son due film di filoni diversi che vengono richiamati nel film di Lorente e sono Da uomo a uomo e Il diavolo nel cervello; oltre, ovviamente, a L'uomo senza memoria, più o meno contemporaneo ma un'infinità di volte migliore. Peccato per Stafford, che come già in altri film recita bene nel ruolo dello sconfitto sempre e comunque e per un De Mendoza, molto eclettico, che non tradisce mai le attese. Il film però è davvero trascurabile...

Uomomite 16/07/11 05:29 - 174 commenti

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Il soggetto non è certo originale (il poliziotto che perde la memoria, il passato che riemerge piano piano...) però sicuramente ci si poteva trarre un film avvincente. D'altra parte il "genere" non richiede necessariamente storie originali per funzionare, anzi, spesso sono più gustose le variazioni sul tema (anche minime ma "chirurgiche") o semplicemente le solite "vecchie" storie, messe in scena con nerbo. Se il film non funziona la colpa è esclusivamente di una regia piatta, "scolastica", senza personalità, in una sola parola "noiosa". D'altra parte, chi diavolo è German Lorente?

Dusso 31/10/13 17:28 - 1566 commenti

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Meno male per lo spettatore che la seconda parte è più vitale della prima (al contrario veramente noiosa). Sprecato il grande Salerno, soggetto poco avvincente per come viene sviluppato nonostante il regista non sia l'ultimo arrivato. Poca roba anche la Delon...

Rufus68 14/01/19 21:40 - 3842 commenti

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Parte benino, quindi svapora irresistibilmente nonostante alcune belle frecce al suo arco (Salerno e Bozzuffi comprimari di lusso, le musiche di Micalizzi). Non è sfruttato al meglio un tema abusato ma sempre efficace come l'uomo senza memoria; il resto, azione compresa, risulta di grana spessa e dà la sensazione di costituire un prevedibile riempitivo. Stafford discreto e nulla più, impalpabile la Delon.

Pessoa 10/07/21 14:25 - 2476 commenti

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Gangster movie desisamente modesto che parte da uno spunto non proprio originale (la perdita delle memoria) per condurre una vicenda molto frammentata che perde progressivamente credibilità. Resta un cast non disprezzabile in cui emergono Bozzuffi e Salerno mentre gli estimatori del genere potranno apprezzare un inseguimento a tre auto e qualche atmosfera noir tipica di questo tipo di film. Ad affossare del tutto la pellicola ci pensano errori piuttosto ingenui (ripararsi dalle pallottole dietro la paglia, mah!) e nessi narrativi che non sempre funzionano. Nel complesso mediocre.

Nicola81 21/07/21 18:07 - 2857 commenti

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Lorente non era uno sprovveduto, e lo dimostra dirigendo piuttosto bene le scene d'azione (in particolare il lungo inseguimento automobilistico). Però, mentre nel precedente La ragazza di via Condotti poteva contare su una storia magari imperfetta ma intrigante e personaggi interessanti, qui a prevalere è soprattutto la noia, nonostante una seconda parte leggermente più movimentata con annessa blanda sorpresa conclusiva. In un cast migliore sulla carta che alla prova dei fatti, a Salerno basta poco per primeggiare. Non male le musiche di Micalizzi.

Atae21 30/03/24 00:22 - 10 commenti

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Un gangster-noir blando nei ritmi, con una regia piatta e senza picchi di adrenalina. Niente è memorabile, neanche la performance dei tre protagonisti principali: la Delon ha la stessa espressione dall'inizio alla fine; Bozzuffi antipatico e cattivo senza lasciare il segno; Stafford arranca stancamente nei suoi disagi fino all'epilogo finale. Salerno scaltro ma di contorno, fino al "colpo di scena" che chiude le quasi due ore di noia. Unico momento di vitalità il bello quanto assurdo inseguimento (dal porto alle colline in un attimo; la scena comincia di notte e finisce di giorno).
MEMORABILE: L'inseguimento fra la Fiat 132, la Citroen DS e la BMW 2000 CS; L'omicidio nella cabina telefonica; La presenza fissa di alcool e sigarette a go-go.

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