L'idolo delle donne - Film (1961)

Piantato in asso dalla fidanzata, decide di non innamorarsi mai più ma è dura, lavorando come tuttofare in un pensionato femminile, circondato da belle ragazze... Non è il film più divertente fra quelli interpretati e diretti da Lewis, ma certo quello più innovativo ed importante dal punto di vista registico per lo straordinario impianto scenografico costituito dall'enorme "casa di bambole", il cui spaccato consente di vedere l'interno dei singoli ambienti in contemporanea. E'questa trovata di geniale surrealismo a rendere il film unico e prezioso al di là della qualità di gags e sequenze.

Seconda regia di Lewis, parrebbe un apologo della misoginia, mentre cela un profondo amore per l'oggetto narrato (anche se l'incredibile scenografia guarda alla casa di Barbie e potrebbe non essere un complimento per le interpreti). Ovviamente, come in tutta la filmografia da regista del picchiatello, il metalinguaggio la fa da padrone (vedi esilarante cameo di George Raft cui il protagonista, Herbert, fa cadere la moneta che l'attore abitualmente faceva roteare in aria nei suoi ruoli da gangster, da Scarface in poi).

Spassosa commedia sul tema della misoginia, intepretato oltre che diretta dal grande attore comico americano Jerry Lewis. Per una volta lontano dal suo socio Dean Martin, l'artista americano da vita ad una serie di irresistibili gag alla cui riuscita contribuiscono l'incredibile ed innovatia scenografia che divente parte integrante della narrazione e l'impeccabile cast.

Insieme al successivo Le Folli Notti Del Dottor Jerryll e a Il Ragazzo Tuttofare, uno dei capolavori di Jerry Lewis. Ritmo notevole, gag esilaranti, regia essenziale e cast da applausi a scena aperta. Lewis sempre in splendida forma; la Freeman irresistibile. Camei esilaranti di George Raft e Buddy Lester. Capolavoro.

Non uno dei più buffi Jerry di sempre, ma indiscutibilmente, dal punto di vista dello stile e della tecnica filmica, uno dei capolavori del cinema comico moderno, da accomunare al Playtime di Tati. Chiunque ami la celluloide non può non restar abbacinato dall'incipit di The ladies man: la ciclopica scenografia Paramount con lo spaccato a vista del Collegio femminile è pura arte visiva. Quanto alla paventata trama misogina, di altro non si tratta che dell'astuto tentativo del clown di far rientrare il femminino dalla finestra, pardon facciata. Bullo Raft.

Grandissimo film di Lewis: divertente, veloce, ricco di gag memorabili e con una sottile morale non disprezzabile. Il cast è buono, specialmente la Freeman e il vecchio Raft nella parte di sè stesso; la scenografia è a dir poco sorprendente, con l'intera pensione ripresa come se fosse una casa di bambole, sezionata stanza per stanza. Sgargiante la fotografia a colori, simpatici i numeri musicali, un film molto moderno ancora oggi.

Il povero Herbert H. Heebert, deluso dalle donne, decide di evitarle e restare solo per tutta la vita, ma destino vuole che si ritrovi a lavorare in un pensionato femminile: un vero incubo, che si conclude con l'accesso alla stanza proibita... Notevole è proprio la ricostruzione scenica del pensionato, un'enorme spaccato della casa dove si vedono gli interni di tutte le camere, valorizzato da una buona fotografia dai colori molto accesi. Divertente commedia con molte gag riuscite.