Tutta colpa della SIP - Film (1988)

Tutta colpa della SIP

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La colpa della Sip è di aver inserito sull'elenco un numero errato: componendo quello dell'agenzia investigativa Babington risponde infatti l'edicola di Ines (Fabrizi), il cui nipote (Bullo), fanatico di romanzi gialli, un giorno ne approfitta e al telefono accetta una commessa. Si presenta così al cliente nei panni del detective Buldok: spalline esagerate, impermeabile, voce cavernosa artefatta, Buldok viene assunto da un uomo d'affari per proteggerne la sexyssima moglie (Obregon) che sta per partire in viaggio. Ma è una truffa: l'uomo è infatti d'accordo con lei per utilizzare il detective come alibi. Lilli dovrà adescarlo, narcotizzarlo e infine andare a uccidere il ricco zio (Caprioli) del...Leggi tutto marito tornando poi nel letto accanto a Buldok per fargli credere di esserci stata assieme tutta la notte. Imprevisti all'orizzonte... Un intreccio che si aggancia a una vaga matrice “gialla” per mettere in scena una commedia che azzarda addirittura la via del comico. Ma non ci sono le battute e il protagonista Gianfranco Bullo (anche co-autore del copione e regista) ha una faccia da ragazzone ingenuo inespressivo che mal si attaglia a un personaggio che dovrebbe divertire. Il film parte come una versione alla Paolo Coniglio di SOGNI PROIBITI col nostro che a Roma immagina ovunque omicidi; continua come una sorta di parodia gialla all'acqua di rose in riva al mare (a Marina di Massa) e chiude con un'ultima parte in cui si cercano di riannodare i fili pendenti per dare un finale congruo alla vicenda. Purtroppo Bullo non può contare su una sceneggiatura che preveda gag vere e proprie: si limita a infilare qualche nonsense, a escogitare situazioni vagamente paradossali e lascia spazio quando può all'esuberante Sora Lella, che nella prima parte sfodera una verve tipica da commediaccia italiana agli antipodi rispetto alla direzione del film e alla timida interpretazione di Bullo. La spagnola Ana Obregón esibisce il fisico “caliente” guadagnandosi il ruolo di coprotagonista: si spoglia e si rispoglia, gira in intimo una gran quantità di scene, ammicca, lancia occhiate di fuoco mentre gli altri si alternano sul set senza troppa convinzione, compreso un Vittorio Caprioli che con l'erre moscia aggiunge un banale tocco di nobiltà al suo personaggio. Ma il film non decolla mai, nonostante la regia lo tenga comunque a galla a dispetto di una sceneggiatura terribile, che non arretra mai di fronte a gag talvolta imbarazzanti (Bullo al primo colloquio come detective è terribile) e che si limita a mettere insieme quattro parole per accompagnare un soggetto intricato sul quale spesso si dà l'impressione di improvisare. Un paio di canzoni di Paolo Conte in colonna sonora non aiutano, né lo fanno altrettante idee sulla carta anche simpatiche (Bullo inseguitore in auto che riesce a farsi seminare persino da chi cerca in ogni modo di non farsi perdere di vista). Velleitario, ma almeno curioso.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/06/08 DAL BENEMERITO TRINIDAD POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/02/18
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Trinidad 15/06/08 14:58 - 3 commenti

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Mediocre film girato e interpretato da Gianfranco Bullo in un mix di generi: comico, commedia rosa, giallo/triller... La cosa migliore del film sono le grazie di Ana Obregón e la presenza della mitica Sora Lella che interpreta la zia Ines. Curiosa la scena in cui va in giro seduta sul sellino posteriore di una Vespa con un grande casco in testa.

Deepred89 4/02/18 23:53 - 3706 commenti

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Tremenda commedia gialla dalla confezione televisiva, con un protagonista alquanto limitato dal punto di vista comico, mal servito da una sceneggiatura che gli mette in bocca poche battute e tutte imbarazzanti. Meccanismo piatto e senza sorprese, ritmo blando, imbarazzanti riferimenti al giallo letterario e alle comiche mute; mezzo punto in più giusto per una Sora Lella particolarmente in palla e per qualcosa di salvabile nella colonna sonora.

Markus 5/02/18 14:14 - 3687 commenti

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Gianfranco Bullo, dopo anni di esperienze come attore, tenta la non facile via di un film tutto suo nella forma di un giallo parodistico dal taglio televisivo. Purtroppo l'entusiasmo del giovane autore, che si evince in ogni frangente della pellicola, si scontra con l'incapacità dello stesso di essere comico e quindi di generare la tanto attesa risata. Il film riesce a salvarsi dalla mediocrità assoluta solamente in virtù di qualche presenza cult (la "sora Lella", Vittorio Caprioli) e qualche bella ragazza. Buone le musiche.

Panza 5/02/18 15:31 - 1842 commenti

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I primi venti minuti non sono nemmeno malaccio (con la sora Lella che infila qualche battuta simpatica) anche se già emerge che Bullo, rassomigliante a Al Bano da giovane ma più zazzeruto, non suscita simpatia. La conferma arriva nel prosieguo, dove il protagonista risulta antipatico e anche il film si inabissa con una serie di lunghe scene tappabuchi, come la perlustrazione della villetta e la festa al castello. Piattissimo e mai divertente (si ripescano anche le accelerazioni da comica muta). Caprioli (sprecato) fa il simil-Dogui.

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