Si comincia male, con i ricordi delle esperienze scolastiche dei tre protagonisti; sembra di avere a che fare con un demenziale senza troppo gusto: le smorfie di Jack Black, Biggs che si arruola tra le cheerleader per vedere da vicino ciò che da assoluto sfigato come gli altri due non riesce a raggiungere nemmeno per sbaglio, quindi un futuro che per nessuno di loro si è rivelato granché migliore... Poi fortunatamente ci si affeziona, a questi tre imbranati totali, e si fa la conoscenza della splendida Amanda Peet (deliziosi certi décolleté), che a sorpresa decide di mettersi insieme a Biggs per usarlo dichiaratamente come suo burattino personale. Le cose cambiano: la regia di Dugan, nell'affannoso...Leggi tutto tentativo di cancellare ogni secondo di pausa, accelerando col montaggio, sovrapponendo musiche scatenate che mantengano il ritmo più alto possibile, incontra finalmente qualche buona battuta e la strana alchimia comincia ad avere effetto; il rapporto tra la Peet e Biggs si fonda su spiritosaggini simpatiche e diverte l'idea che gli altri due, vistisi messi in disparte per la prepotente smania accentratrice della ragazza (geniale il grafico da essi stessi realizzato che indica quanto il loro numero di masturbazioni sia gravemente in crescendo), decidano di organizzare il rapimento della Peet per spingere Biggs tra le braccia di una sua vecchia fiamma sul punto di farsi suora (Amanda Detmer). Lentamente il film prende una piega sempre migliore, anche grazie agli interventi del ferocissimo ex coach dei bei tempi R. Lee Ermey, e dall'appuntamento al ristorante con morsetti elettrizzati sui capezzoli di Biggs in poi di motivi per divertirsi ce ne sono, compreso qualche intervento della star musicale Neil Diamond (nella parte di se stesso), che si presta volentieri al gioco. Se quindi l'ossessione per l'accelerazione di Dugan che porta il film a trasformarsi talvolta in una comica slapstick (si veda la lunga scena del sequestro della Peet) non colga sempre nel segno e anzi talvolta possa infastidire, le trovate non mancano e il cast è decisamente in palla, a partire dal trio di protagonisti (con Biggs che per la natura del suo personaggio è il più serio del gruppo). Si marcia a pieno regime fino alla conclusione e l'operazione può dirsi nel suo piccolo discretamente riuscita, pur con tutti i limiti del caso (e sapendo che di commedia demenziale si tratta).
Commedia giovanilistica di stampo landisiano (con Jack Black novello Belushi)? all'inizio forse. Farsa nera? beh, certo, dal rapimento in poi. Slapstick? non c'è dubbio (il sequestro è una vera e propria comica di Stanlio e Ollio). Il tutto, però, non funziona come prodotto unico, ma a compartimenti stagni (il citato sequestro, la sequenza nel night, l'epilogo). Gli attori, comunque, funzionano tutti compreso un autoironico Neil Diamond.
Insomma. Il film è davvero povero, sia di idee che di situazioni e si fa quindi dimenticare abbastanza in fretta. Il cast non aiuta più di tanto, con l'insopportabile e onnipresente Jack Black. C'è di meglio in giro, molto meglio.
Commedia demenziale con protagonisti gli (all'epoca) astri nascenti della comicità americana. Fra i tre a vincere in bravura è Jack Black, sopra le righe ma sempre divertente, Zahn si mantiene sui suoi soliti livelli, mentre Biggs appare abbastanza sottotono rispetto ai vari American Pie. Non è niente di che, ogni tanto si ridacchia (soprattutto nella seconda parte) ed è divertente la particina affidata al grande R. Lee Ermey. Nulla di che ma si può vedere.
La solita commedia demenziale americana destinata ad essere rapidamente dimenticata trascorsa la visione. Interpretata da volti noti più o meno ad inizio di carriera, a questi volti si affida per superare le evidenti "secche" della sceneggiatura incapace di andare al di là di uno stile demenziale e pecoreccio. Su tutti spicca il Belushi dei poveri, Jack Black.
Film a contenuto terribilmente sciocco, pure troppo, malgrado l'essenza demenziale. Non vorrei essere eccessivamente severo, ma la sceneggiatura è fin troppo chiaramente all'osso e le battute comiche, che dovrebbero essere il leit motiv della pellicola, si riducono a ben poche trovate solo in prossimità della fine. Il cast, con Biggs catapultato qui da American Pie e il solito Jack Black, contribuiscono a far scadere il tutto nel deja vu. A mio avviso uno dei peggiori del filone demenziale. Ampiamente dimenticabile, anche a quindici anni di distanza.
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