Alla scoperta di Charlie - Film (2007)

Dopo avere passato alcuni anni in un ospedale psichiatrico, Charlie ex musicista con disturbi della personalità, coinvolge la figlia in una caccia ad un tesoro sepolto a suo dire sotto un centro commerciale. Opera peculiare diretta da Mike Cahill, "Alla scoperta di Charlie" vive di alcuni momenti poetici basati sull'osservazione dei rapporti padre-figlia affidati alla grande bravura dei due attori protagonisti ma nel complesso appare un film piuttosto pretenzioso ed affidato ad una sceneggiatura piuttosto debole.

Molto molto carino e alla fine quasi toccante. Una storiella semplice e lineare quanto godibile. Ovviamente il solo Michael Douglas vale la visione; brava (e graziosa) anche Evan Rachel Wood. In alcuni punti mi ha ricordato Into the Wild... Azzeccata la colonna sonora. Lo trovo un prodotto necessario.

Michael Douglas si ripropone in modo bizzarro in una commedia dalla sceneggiatura semplice, dallo svolgimento ritmato e dallo stralunato spirito avventuroso. Pur se innocuo, il film finisce per risultare simpatico per lo strano rapporto padre - figlia della trama. Occorreva un impegno più convinto per far emergere meglio le poche risorse che il film possedeva. Rachel Wood è grintosa ed attraente e mostra doti recitative e di fotogenia. **1/2

Un film che narra un complesso rapporto tra padre e figlia, con il primo ossessionato da un tesoro nascosto e non proprio un genitore modello. Una descrizione leggera, non priva di qualche incongruenza narrativa nella seconda parte, che evidenzia le difficoltà nei rapporti ma al tempo stesso mostra che, talvolta, è bello farsi rapire dai sogni.

Film che si inserisce nel corposo (ed aureo) filone delle "commedie su famiglie disfunzionali", ma possiede una certa originalità, assemblando in maniera convincente toni grotteschi e fiabeschi. La caccia al misterioso tesoro nascosto ha una valenza simbolica trasparente (ricerca dell'equilibrio nel difficile rapporto padre-figlia), che però non pesa, non inficia la godibilità immediata del racconto, una divertente avventura dal finale delicato, dolce-amaro. Radiosa e tenera Rachel Wood, in via di maturazione artistica.

Non raggiunge la necessaria profondità per trattare un rapporto così delicato tra un padre e una figlia. Probabilmente la sceneggiatura si è mantenuta su un tono leggero per accondiscendere il desiderio quasi infantile del papà Douglas di andare alla ricerca di un fantomatico tesoro. Brava la Rachel Wood che dà un giusto tono drammatico per non far sembrare il tutto troppo volatile. Da segnalare un'ottima fotografia.

Idea bizzarra per questa commedia agrodolce, che rilancia Douglas in un ruolo inedito. L'attore si distacca dai clichè tipici della sua recitazione e riesce ad offrire una prova diversa dal solito, sentita, sempre in bilico tra dramma ed ironia. La Rachel-Wood è una co-protagonista coi fiocchi, buca lo schermo come poche altre e dimostra di aver sviluppato notevoli doti recitative; pochissimi, ma azzeccati, i personaggi di contorno. Il film si lascia vedere piacevolmente, fa riflettere ma senza annoiare; nel complesso un buon lavoro.

Ex musicista con problemi psichiatrici, arruffone, scialacquatore, sempre perso dietro cause impossibili, coinvolge la figlia, una giovane donna fin troppo matura e responsabile, in un'assurda caccia al tesoro. Che Michael Douglas sia un attore antipatico è indubbio, come pure che in alcune occasioni (rare) riesca a mettere a frutto questa sua "dote" naturale. Qui esce dai binari consueti per disegnare una amabile figurina di perdente sognatore al centro di una commedia familiare, un pò ruffiana e troppo conciliante, ma non priva di pregi

Una caccia al tesoro sui generis, una commedia poetica e originale sull’amore filiale, sui sogni, sulla follia, sulla follia d’inseguire un sogno. Notevoli le interpretazioni di Douglas e della Wood (una conferma dopo il riuscito Thirteen - tredici anni), che ci mette il faccino fresco da teenager precoce.