Cosa non si fa per avere fama e successo... Myra (Stanley), ad esempio, è una medium e organizza in casa propria una seduta spiritica (la séance del titolo originale) alla settimana, ma non le basta. Arthur, il figlio morto prima che lei potesse vederlo, le parla in sogno e le suggerisce un piano diabolico: assieme al marito (Attenborough) dovrà rapire la piccola Amanda per poi permettere alla polizia di ritrovarla grazie alle rivelazioni che la donna - in quanto medium - offrirà agli investigatori. Il marito, asmatico e per questo nullafacente nonché succube di lei, accetta e il rapimento è cosa fatta: la povera Amanda viene sequestrata abilmente a scuola e confinata in un lettino al piano superiore...Leggi tutto della casa (le si fa credere di essere in una clinica specializzata per curare una variante tedesca e infettiva di morbillo). Il clima è angoscioso, la follia lucida di Myra è resa magnificamente da Kim Stanley mentre Attenborough è perfetto nel ruolo del marito rassegnato e asservito. Come rapitori occasionali convincono molto più di tanti altri “colleghi” celebrati anche per via di una credibilità estrema; non certo dei sequestratori comuni, ma organizzati piuttosto bene e forti della forza di Myra, certa che tutto non potrà che andare per il meglio. Non mancano le scene di suspense (la polizia che bussa alla porta, la malattia della piccola, la consegna del denaro), gli incontri non proprio felici (con la famiglia di Amanda innanzitutto, anche se la madre si mostrerà ovviamente molto più attenta alle parole di Myra, desiderando solo di rivedere la figlia), il tutto accompagnato dalla misurata regia di Forbes e da una superba fotografia in bianco e nero. Un dramma inglese dagli accenti thriller che cerca di far luce ancora una volta sui comportamenti deviati, tratto da un celebre romanzo di Mark McShane e ispessito dalle eccellenti performance della coppia protagonista: se la Stanley ci guadagnò una candidatura all'Oscar, Attenborough non le è da meno pur in un ruolo meno complesso, in cui la monotonia del comportamento diventa cifra fondamentale del carattere, che esplode in un'unica, fondamentale occasione. Delude forse un po' il finale, ma è in realtà perfettamente in linea col resto del racconto. Forse poteva essere sintetizzata la prima parte, visto quanto il film impiega per ingranare davvero. Quando però lo fa...
Film di culto nei Paesi anglosassoni, è invece scomparso presto dalla circolazione in Italia. Peccato: è un ottimo esempio di "chiller" inglese, dalla suspense costante, a parte forse quando "esce" dalla claustrofobica abitazione della coppia protagonista per alcuni esterni non necessari. Una medium farlocca convince il suo succube marito a rapire una bimba ricca in modo da svelare poi "in trance" dov'è prigioniera. Atmosfera inquietante e malsana; splendide interpretazioni di Attenborough e soprattutto della folle Stanley, candidata all'Oscar.
Un vero thriller psicologico, forse uno dei pochi esperimenti cinematografici degni di portarsi a casa questo abusato binomio. Tanto meraviglioso quanto sconosciuto, è un viaggio immorale fra i meandri di una mente fragile e malvagia. Immensa l’interpretazione di Kim Stanley, che riesce a dare vita a un personaggio estremamente complesso e atipico. Assolutamente da recuperare.
Pellicola inglese in bilico tra noir e dramma psicologico, che rallenta oltre il dovuto quando abbraccia la prima componente ma che prende il volo quando si getta a capofitto nella seconda, con Kim Stanley superba finta medium psicopatica con frustrato desiderio di maternità. Stupendo arredamento degli interni, regia senza sbavature, perfetta interpretazione sotto le righe di Attenborough; dispiace per alcuni rallentamenti e una certa mancanza di mordente e cattiveria, tanto che il divieto ai minori appioppato per la nostra uscita sessantottina appare inspiegabile.
Notevole dramma a tinte thriller la cui sceneggiatura sa coniugare perfettamente le due anime, i due generi. Sa anche coprire bene le sue carte e sin dall'inizio sa creare un'atmosfera intrigante e misteriosa, continuando così, con piccole pause, per tutta la durata. La regia sa gestire molto bene le scene di tensione, specie in quelle all'aperto contrappuntate da un efficacissimo score. La coppia di coniugi protagonisti offre un'ottima prova attoriale restituendo tutte le emozioni dei loro personaggi, con Attenborough che è perfetto nel ruolo del marito succube. Da non perdere.
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CuriositàZender • 28/04/08 08:10 Capo scrivano - 47804 interventi
Fa parte dei cento film (realizzati tra il 1950 e il 1980) che Stephen King ritiene abbiano dato "un peculiare contributo al genere horror" (ed è anche fra i suoi preferiti).
(Fonte: S. King, Danse Macabre, 1981)