Quarto capitolo della saga dedicata al Corvo, questa volta ambientato in una città polverosa in una riserva indiana. I cavalieri dell'apocalisse (?) vogliono vendicarsi, non si sa di chi, distruggendo un casinò (?). Trama al limite del ridicolo che tira in causa niente meno che il diavolo. Dialoghi indecenti e attori pessimi (la cattivona sembra uscita da un film porno). Pellicola girata al massimo in una settimana (spero per il produttore), veramente inutile. Tempo buttato via.
Lasciando da parte quello che fu il primo capitolo (sicuramente indimenticabile) di questa serie cerchiamo di valutare ora questo "Il corvo IV preghiera maledetta". Sorta di fumettone dark, il film non è poi così male: musiche in stile "spaghetti western" molto belle ed in tema con la location, una bella fotografia. La pellicola offre un corvo concepito più sul filo del romanticismo che sulla fisicità. Da non dimenticare una presenza importante per la salvaguardia di uno dei nostri sensi (la vista) e cioè Tana Reid. Nel complesso discreto.
Spremitura finale della serie (almeno si spera), è un indecente paccottiglia di credenze indiane e riti satanici, in cui in mezzo si infila il classico tema portante de Il Corvo, tremendamente interpretato da Edward Furlong. Sceneggiatura e dialoghi ridicoli, drammaticamente peggiorati da un doppiaggio italiano non all'altezza. Da dimenticare.
Non c'è mai limite al peggio. Se gia con il terzo film si raschiava pericolosamente il fondo del barile, qui si sprofonda in territori indegni di sciatteria e ridicolo che sono troppo anche per un prodotto direct-to-dvd come questo. Qui il protagonista si chiama Jimmy Cuervo (ma ci si rende conto?) e dovrà vedersela con improbabili satanisti in vena di riti per diventare niente-popo-di-meno-che l'anticristo. Cast miserabile che vede Tara Reid villain e un irriconoscibile e disperato Furlong nel pieno del suo abisso artistico. Puah!
L'ultimo capitolo della saga non cambia i costrutti soliti, ma muta radicalmente l'ambientazione: i fascinosi scorci urban-dark che avevano contraddistinto i precedenti capitoli cedono il passo alle location desertiche di una riserva indiana. Scelta opinabile ma non condannabile a priori; ciò che proprio non va giù è la sciatta televisività della messinscena, che i pallidi appigli in direzione Tarantino-Rodriguez (la presentazione testuale dei villain, la presenza di Danny Trejo) rendono ancora più indigeribile. Lo script routinario e la violenza modesta chiudono (male) il cerchio.
MEMORABILE: Il cuore strappato; Morte al matrimonio; Lo sprecatissimo Dennis Hopper in veste satanista, comunque il personaggio più interessante; Trejo che balla.
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Fantasmi giocherelloni hanno attribuito 3 pallini ad un film in stand-by.
Ancora peggio invece han fatto i gremlins, notoria categoria di folletti abilitata a manomettere impianti ed apparati elettronici e, da qualche tempo, esperti hackers attivi in internet.
Costoro, infatti, ne hanno duplicato la scheda, attribuendo poi, a quella definitiva, un solo pallino...