Caged - Le prede umane - Film (1991)

In un arretrato paese del Sud America spadroneggia un sadico capitano che coglie ogni occasione per catturare donne (in stile "battuta di caccia") da sottoporre a tortura e/o violenza sessuale. Film in co-produzione tra Italia e Spagna (figura, non a caso, il celebre attore-bis Aldo Sambrell) diretto con buon mestiere da Lucchetti (Bloody Psycho) e aggraziato dalla presenza di un folto gineceo e dalla bella sound-track di Lanfranco Perini. Pur essendo un tardivo esemplare W.I.P., si distingue per la scena d'apertura, con vittima nel "mirino".

Un altra "meraviglia" targata Lucchetti, pessimo film sul genere donne in prigione (ai più conosciuto come WIP). Attori orripilanti e incapaci, sceneggiatura scritta su un fazzoletto di carta e doppiaggio diciamo discutibile (devi venire con nosotros!). Alcune scene e battute sono davvero esilaranti, ma prendendo il solo lato erotico spinto può anche starci una visione, ma aspettatevi un filmaccio d'altri tempi.

Scheggia impazzita del nostro cinema bis, dove Lucchetti (con coraggio e passione) rivive i fasti "sleazy" dei Tarantini, dei Mattei, dei Garrone, in un WIP che pare uscito dai primi anni '80, quelli selvaggi e zozzerelli. Al di là della pessima recitazione (Sambrell si rifà grottescamente ai suoi villain western, le ragazze recitano peggio che in un porno) e del misero script, contano le umide e assolate location, le fughe tra le paludi, l'ottimo incipt (anche tecnicamente ben reso). Sesso e violenza nella media del periodo novantiano. A suo modo un piccolo cult.

In realtà, nonostante il genere WIP, si calca molto la mano sul lato erotico contando su una sensuale protagonista, rinchiusa in un carcere (bella l'ambientazione) comandato da un redivivo Sambrell coadiuvato dalla Ilsa di turno con tanto di fedele scudiscio. La parte carceraria vera e propria è un po' povera d'idee, tanto che si indugia su scene come quella della lotta nell'acqua. Perde di mordente nella parte centrale e si riprende nella caccia finale chiosando con una nota umoristica fuori posto.

Questo WIP lascia l'impressione di un tagliatissimo/mancato porno sadico dalla passabile ambientazione e musica onnipresente. La vicenda è fragilissima, gli attori si barcamenano tendendo al rovinoso; dialoghi, battute e certe scene oscillano tra l'agghiacciante, l'ovvio/banale e l'assurdo. Le gabbie, le corde, le fruste, i coltelli, le torture, la caccia, le violenze: materiale che lascia il tempo che trova a meno che non fosse l'armamentario per un hard che vuole concedersi un po' di estro; ma è solo uno pseudo-erotico discolo, anzi brutto.

Tra gli ultimi esemplari del filone WIP, rilegge le lezioni dei classici di Jack Hill alla Sesso in gabbia ma anche cose '80s come Chained heat o Blade violent; un vero sunto del genere, con l'immancabile location esotica, i truci aguzzini e abbondanti nudi integrali. A causa del budget risicato la violenza grafica non è eccessiva, ma se non altro Lucchetti gira bene (pur con un po' troppi ralenti), la fotografia è insolitamente ottima e la Ost funziona; tutto già visto e il gioco stanca ben presto, ma nel genere si può dire più che potabile.

Discreto wip italoportoghese, che si regge sui chilometri di epidermide riversata davanti all'obiettivo della macchina da presa. La Orive è di una bellezza abbacinante e mostra un corpo ancor più perfetto se percorso da goccioline (di cui ghiotta pare anche la coprigioniera Libossart) ma sa anche essere pugnace e lesta d'ingegno. Le dolci note della colonna sonora risultano piacevolmente in contrasto con le immagini di sopraffazione che scorrono sullo schermo. Aldo Sambrell agisce divertito come carceriere (rectius direttore) di un circo sadico per ricchi annoiati. Recuperabile.