Siamo dalle parti del complotto a sfondo giallo, tema al tempo molto caro ai nostri registi e autori, spesso più attenti a selezionare le facce giuste (femminili in primis) piuttosto che a preoccuparsi di far filare i film. In questo caso soggetto e sceneggiatura sono entrambi di Polselli, che al genere molto s'è dedicato come regista con risultati personali soprattutto nella messa in scena e nelle singolari scelte registiche. Qui però, dal momento che alla regia c'è Francesco Degli Espinosa, tali componenti vengono a mancare e tutto diventa molto più lineare, meno interessante. Un giallo erotico come tanti insomma, che recupera davvero solo nella prolungata ultima parte, quando cioè come da tradizione...Leggi tutto si scoprono i giochi e si vedono le carte. Ecco, qui un senso al film lo si trova e nell'abitacolo di un'auto stava quasi per concretizzarsi un colpo di scena notevolissimo, che avrebbe sicuramente lasciato il segno. Invece da lì si... devia e si va a chiudere con un epilogo meno spiazzante, per quanto comunque apprezzabile. I problemi vengono da quel che s'è visto prima; ovvero dal film stesso, costretto a tirare avanti per un'ora senza gran sussulti, con il protagonista (un O'Brien particolarmente alterato e poco convincente) ossessionato dalla presenza fantasmatica dell'ex moglie che ha ucciso infilandola in un sacco dopo averla sorpresa in flagrante adulterio. Gli snodi chiave della vicenda sono anche studiati con una certa coerenza, la trama - con l'entrata in scena della nipote/amante (D'Incoronato) del protagonista e di una prostituta (Blanc) chiamata a distrarlo - proponeva personaggi classici che garantivano una solidità già ampiamente sperimentata. E' la conduzione generale ad affossare il film, la scarsa incisività di dialoghi che avrebbero al contrario il dovere di sorreggerlo nella prolungata fase centrale in cui poco o niente accade. E se la rossa Blanc sa come rendere accattivante e seducente il suo personaggio, la Longo è una consorte più diafana, di scarso spessore; meglio va per l'Incoronata, destinata però a fare il suo deciso ingresso nella vicenda solo nell'ultima parte. Le musiche classicheggianti di Felice e Gianfranco Di Stefano addormentano ulteriormente il film che quindi tende a farsi ricordare solo per i ripetuti colpi di scena conclusivi; perché mancano la grinta, l'ardore... e tutto sembra ridursi a un gioco non molto stimolante percorso da un O'Brien perennemento teso, affranto o indeciso sul da farsi.
Rimaneggiamento dell'idea base de La verità secondo Satana. Per un'ora buona di film non accade nulla, a parte una famosa scena erotica tra O'Brien e la Blanc. Di gran culto anche la scena in cui O'Brien pacca all'aperto con la D'Incoronato e cerca di infilarle la mano tra le gambe, con lei che prontamente gliela stoppa di volta in volta. Il resto è noia allo stato puro. La Blanc in una scena indossa l'abito nero con buco centrale de La terrificante notte del demonio.
MEMORABILE: "I cerchi nell'acqua si allargano come i sogni". Puro Polselli.
Tardo epigono del giallo lenziano, con dei motivi di interesse. Polselli si limita alla sceneggiatura (per fortuna) e il film può contare su un ottimo cast sul quale troneggia la Blanc, menzione anche per Malisa Longo, in parte O' Brien. I complotti e contro-complotti funzionano e il finale soddisfa. Mi sento di consigliarlo.
Anche se è sua la sceneggiatura, questo film non ha certo polpa ed intelaiatura dei Sexadelici di Renato; in comune ha solo l'estrema facilità di considerarlo banale e prevedibile e da lì a denigrarlo con violenza estrema il passo è breve... C'è da dire che il personaggio di Barbara, magnificamente interpretato dalla D'Incoronato, sovrasta nettamente fino a offuscare le icone sacre della Blanc e della Longo, ed è solo in lei che si sente la mano del Maestro, fino al punto che i quattro pallini del film se li prende praticamente da sola...
MEMORABILE: I giochi erotici e la scena finale, letteralmente fantastica...
Ma a parte il canovaccio che si è già visto e stravisto, la messa in scena (?) non si cura minimamente di cammuffare lo stretto indispensabile, così è tutto evidente dopo nemmeno 10 minuti! O'Brien, bella faccia ma attore terribile fuori dal western (e manco tutto) è un improbabile fanfaniano, le tre signore invece sono al di sopra di ogni critica e da sole giustificano una visione. Di rilievo il più squallido e raccogliticcio corteo funebre mai visto al cinema.
MEMORABILE: La scatoletta nel bagno con teschio e scritta a pennarello "VELENO"
Titolo allucinante che distoglie totalmente lo spettatore dall'argomento del film. Ma quale famiglia... Trattasi di un giallo dalla modesta sceneggiatura, ma diretto e fotografato con un certo stile. Le lesbiche del film sono poco attive, a differenza del protagonista maschile, molto credibile nella sua interpretazione ricca di pathos. Una serie di cadaveri costellerà una storia passionale in cui sono coinvolti praticamente tutti gli interpreti principali. Il colpo di scena finale è forse la cosa più indovinata, ma bisogna estraniarsi dalla logica.
Meglio di come poteva sembrare inizialmente: i "discussi" dialoghi polselliani, specie all'inizio in bocca alla Longo si fanno sentire... Il protagonista O'Brien è a sua volta discutibile nella recitazione ma funzionale al ruolo; punti di forza naturalmente sono la Blanc e la Longo (che comunque si spoglia appena); giallo poi prevedibilissimo (di un filone oramai fuori tempo massimo), con musiche discrete, ma che comunque si segue senza problemi.
Titolo completamente fuorviante: l'erotismo c'è, il cast femminile è splendido, ma non ci sono né famiglie né giochi erotici all'interno di esse. Per il resto si tratta di un validissimo giallo sulla scia del genere in voga nel '70 (erotismo, tradimenti, finali a sopresa); niente di eccezionale ma la sufficienza piena la merita. Belle le musiche, buona la sceneggiatura di Polselli.
MEMORABILE: Il cast femminile: una migliore dell'altra.
La lunga, sensuale e bella scena erotica tra O'Brien e la Blanc può giustificare il prezzo del biglietto? Assolutamente no. Poiché la storia è risaputa, siamo dalle parti del sexy-thriller lenziano (compreso l'epilogo), ed è annacquata da troppi riempitivi tipici di chi non ha molte e grandi idee su come imbastire un plot interessante e coinvolgente. Si procede con passeggiate tra peripatetiche, musichette da latte alle ginocchia e via dicendo. Primo colpo di scena che non è per niente tale, ma ne seguiranno altri e altri ancora. Solo per appassionati della Blanc, ma c'è di peggio in giro.
Certo, è lento. Certo, non è nulla di originale. Ma questo giallo firmato Polselli ha dei buoni momenti di sorpresa e tutto sommato è divertente. Scontati i colpi di scena, ma comunque orchestrati in maniera discreta. Del comparto femminile non si può dire nulla di negativo: sono una più affascinante dell'altra e lasciano pure vedere languidamente le loro bellezze. Come già notato, è una sorta di "remake all'incontrario" di La verità secondo Satana.
Tardo esempio di giallo complottista, compilativo e prevedibile. La sceneggiatura personalizza l'elementare tracciato con qualche considerazione sulla realtà sociale dell'epoca (divorzio e maschilismo), mentre la regia si concentra soprattutto sui momenti erotici (l'amplesso scandito a colpi di zoom sul disco che gira). Poco duttile o'Brien; sensuale presenza erotica la Longo, sia nello sguardo che nel corpo.
Giallo complottistico fuori tempo massimo che riprende, con basso budget ma attrici all'altezza (O'Brien, al contrario, funziona solo come macchietta democristiana a inizio film) tutti i parametri del genere, chiusa moralista compresa. Qualche effetto notte usato a casaccio, ma i primi e gli ultimi minuti, location isolate e suggestivi filtri azzurri, rimangono impressi. Polselli in sceneggiatura cade in soluzioni scontatissime (la figura barbuta in auto) ma tiene a freno la sua "poetica" e il film pur nella sua semplicità si lascia vedere.
Cornuto uccide la moglie e si sbarazza del corpo, ma continua a essere perseguitato dal fantasma di lei e da uno sconosciuto che sembra pedinarlo. L'unica regìa (forse pure dubbia, visto che alcuni repertori lo citano come aiuto regista di... sé stesso) di Degli Espinosa tradisce la mano di Polselli nella sceneggiatura solo per la stravaganza dei dialoghi più verbosi, ma alla fine risulta solo un "normale" giallo tardo-lenziano, di quelli a sfondo coniugale e complottista che andavano di moda nel decennio precedente: forse è meglio così.
MEMORABILE: La scena di sesso in montaggio alternato col giradischi.
Una Blanc stupenda caratterizza un film di per sé anonimo, se analizzato con severo raziocinio. Ma qui c'è il puro cinema di genere dei 70s, di quello giallo ed erotico insieme, con personaggi tanto assurdi quanto affascinanti e mitici nella loro natura imperfetta. Ricorda altri film simili girati qualche anno prima e mantiene viva la passione della visione fino in fondo. Siamo in quella dimensione cinematografica inesplicabile che a molti estimatori ancora toglie il fiato.
MEMORABILE: La bellezza delle attrici protagoniste; Alcune espressioni del professore.
Titolo abbastanza fuorviante che nasconde un giallo piuttosto convenzionale e indovinabile. C'è un delitto poco chiaro e successivamente si verificano apparizioni della vittima ai danni di un marito alquanto sorpreso. Scene erotiche si susseguono morbose, mentre la trama si infittisce solo in apparenza per poi rimpolparsi verso la fine, grazie a vari colpi di scena. Il risultato resta comunque mediocre.
Giallo che risulta sin dai primi minuti prevedibile, lasciando intuire facilmente il suo sviluppo: di certo l'originalità non abita qui. Non mancano diversi tempi morti, in cui ci si limita a riprendere avvenimenti che nell'economia del racconto hanno poco interesse, come passeggiate o dialoghi riempitivo. Nella povertà dell'insieme viene presentato un'erotismo non pecoreccio e si cerca d'inserire, seppur abbastanza sotto traccia, una critica al perbenismo di facciata. Non male le interpreti femminili (soprattutto Malisa Longo), meno incisivo O'Brian. Modesto, ma guadabile.
Considerando le ambientazioni (sostanzialmente il letto), la fotografia (che indugia senza tregua sulle nudità delle belle protagoniste) e la sceneggiatura (pregna di tradimenti e di poco altro), pare più un film erotico. Tensione da thriller inesistente. E del resto la trama narra la storia di un intreccio inverosimile con "colpi di scena" farseschi. La pellicola pare più un pretesto per esporre le grazie della Blanc che, va detto, certamente meritano. Solo per nostalgici di non troppe pretese...
Strenuo oppositore del divorzio (in casa altrui), Riccardo (O' Brien) è messo sotto scacco dalla giovane ed avvenente moglie Elisa (Longo), che lo tradisce con uno sconosciuto. Il delitto passionale è dietro l'angolo... O è forse il riflesso di uno specchio? Entro i primi cinque minuti, al netto dell'aggiunta di qualche gustoso dettaglio (la telefonata a casa), si può già ricostruire con buona approssimazione il whodunit: la tensione scema da subito (non aiutano le perenne smorfie stravolte di O' Brien) e allo spettatore non rimane altro che rifarsi gli occhi col cast femminile.
All'inizio i dialoghi lasciano interdetti (ma fino a un certo punto, vista la firma di Polselli in sceneggiatura), poi il film si assesta sui tradizionali binari del giallo sexy. I colpi di scena ci sono, il finale beffardo pure, e persino una colonna sonora decente (dei fratelli Di Stefano). Incidono però negativamente la povertà della messa in scena e una regia non proprio brillante (come non rimpiangere Lenzi e Martino…). O'Brien ce la mette tutta, ma funzionava meglio in ruoli avventurosi, mentre le tre donne sono un bel vedere, soprattutto una Blanc splendida e anche convinta.
MEMORABILE: O'Brien che immagina una possibile requisitoria in tribunale; La bellezza della Blanc e della Longo.
Precisiamo: il film ha una trama gialla risibile e le promesse erotiche del titolo non sono affatto mantenute. A questo aggiungiamo che lo sceneggiatore Polselli ha fatto di meglio e che l'aiuto regista - regista (mantiene ad interim le due cariche...) non brilla per capacità realizzative e usa lo zoom a casaccio. Le attrici fanno quello che possono, O'Brien è sotto i suoi standard. Insomma, un disastro.
Unica regia di Degli Espinosa, il film "vanta" soggetto e sceneggiatura a opera di Renato Polselli. Si tratta di una sorta di giallo con mistero: Donald O'Brien uccide la moglie, ma poi viene ossessionato da "visioni" che la vedono ricomparire in carne e ossa. Cosa si nasconderà dietro tutto questo? La trama, tutt'altro che originale, poteva essere sviluppata meglio, qui invece siamo di fronte a un prodotto noioso, con situazioni tirate per le lunghe all'inverosimile, per raggiungere un metraggio sufficiente per le sale. Bella e sensuale la Blanc.
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Possibile, il pathos nella sua interpretazione si nota..
HomevideoDusso • 18/03/15 13:37 Archivista in seconda - 1830 interventi
La nuova versione da telecinema italiano(che quindi rispecchia quella che usci nelle sale italiane) dura 84 minuti contro i precedenti 72' della vecchia versione italiana, esiste anche la versione spagnola sugli 80 minuti
DiscussioneDusso • 18/03/15 16:55 Archivista in seconda - 1830 interventi
Posso escludere al 100% che la Mancini sia presente in questo film avendo visto la versione migliore possibile e integrale(a parte qualche piccola e naturale caduta di fotogrammi)
DiscussioneFauno • 21/01/24 13:01 Contratto a progetto - 2742 interventi
Caesar ebbe a dire:
La cosa migliore del film è la presenza dell'album d'esordio dei King Crimson "In the court of Crimson King" tra i dischi che sfoglia Erica Blanc
Bah...c'è anche molto altro...ieri ne ho visto uno dello stesso genere con 3 pallini di media...lo devo rivedere, ma alla prima visione mi ha fatto angoscia...tanto che ne vedo altri prima di commentarlo.