Va visto solo per i numerosi botta e risposta Wayne-Hepburn. Ma poi ci sarebbe anche il film. Il problema è che i vari intermezzi con i banditi e tutto ciò che dovrebbe riguardare il succo, la narrazione stessa, sembra messo lì in quattro e quattr'otto solo come scusa per riempire i vuoti tra un siparietto comico (ai limiti del clownesco) e l’altro degli attempati protagonisti (con giovane pellerossa preso in mezzo). Questo fa sì che tale seguito convinca meno del suo predecessore, pur risultando comunque vedibile, proprio grazie all’istrionismo dei due mostri sacri.
MEMORABILE: Wayne parte al galoppo, ma il cavallo ha un coccolone e lo disarciona, facendolo cadere rovinosamente; Nel canale con nitro, mitragliatrice e rapide.
Sequito di un film di grande successo e che procurò a Wayne il suo unico Oscar, è una modesta commedia western, che ha di buono i numerosi siparietti fra i due attempati divi protagonisti, uno scatenato Wayne e una altrettanto irresistibile Hepburn. Il resto, a partire da regia e passando alla sceneggiatura, convince molto meno. Comunque, nel genere si è visto di molto peggio.
Sequel di uno dei migliori film interpretati da Wayne. Qui si prediligono i toni da commedia e si eliminano del tutto le sparatorie spettacolari che avevano caratterizzato il primo film. Ne risente il ritmo, anche perché la storia è banale e tremendamente ripetitiva; si salvano così soltanto le interpretazioni delle due star protagoniste: Wayne ancora a suo agio nel ruolo di Cogburn, la Hepburn in uno simile a quello già interpretato nella Regina d'Africa.
MEMORABILE: Wayne/Grinta dice: "Spero di durare un altro lustro (5 anni)". Putroppo invece è il suo penultimo film...
Il rischiosissimo compito di riprendere il personaggio del bel film di Henry Hathaway (che fruttò un Oscar al protagonista John Wayne) è affidato al regista Stuart Miller che forse per evitare troppe critiche (e forse per la mancanza di una sceneggiatura "forte") sceglie la chiave della commedia e punta tutto sulla coppia dei protagonisti (Wayne ed Hepburn). Proprio grazie alla presenza dei due miti, il risultato è accettabile ma il film mostra lacune (regia, trama, sceneggiatura) difficilmente colmabili.
Risulta evidente che dopo sei anni si pensa di sfruttare il personaggio inconfondibile, anche per via della benda sull'occhio, di True Grit, che ha fruttato l'Oscar "alla carriera" a John Wayne (forse più meritato in altre occasioni). Questa volta nel titolo originale si usa il suo vero nome di battesimo, forse per annunciare subito il cambio di registro verso la commedia. È vero che ci sono i banditi da sgominare, ma la battaglia più appassionante è tra Reuben (Wayne) e sister Eula (Hepburn) con scambi di sarcastiche battute, che si addolciscono strada facendo.
Dopo il fantastico Il Grinta, Wayne indossa nuovamente la benda sull'occhio e si cala (alla perfezione) nel personaggio, ancora una volta accopagnato da un co-protagonista femminile (stavolta in età avanzata). Il risultato è anni luce dal capolavoro precedente, in quanto manca una vera e propria sceneggiatura dove far vivere i personaggi e se non fosse per le continue battute tra i due rimarrebbe ben poco, anche perché il personaggio della Hepburn dopo un po' risulta quasi tedioso e troppo religioso. Sprazzi di azione solo accennati.
MEMORABILE: Le location in Oregon, bellissime ma poco sfruttate; La sequenza lungo il fiume e le rapide.
John Wayne torna a vestire i panni del personaggio che gli ha fruttato l'unico Oscar, ma stavolta viene affiancato nientemeno che da Katharine Hepburn in veste religiosa, con prevedibili inclinazioni verso la commedia. C'è anche la solita banda di spietati fuorilegge da sgominare con il consueto corollario di ammazzamenti, ma la ribalta è tutta per i due divi (che ovviamente forniscono l'ennesimo saggio della loro bravura) e per i loro scambi verbali, destinati a stemperarsi man mano che la storia procede. Finale dal sapore nostalgico.
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