L'ho rivisto dopo parecchi anni: di sbagliato c'è solo il titolo, infatti "la sensualità" è di troppo, ma c'è da dire che solo "un attimo di vita" sarebbe stato un richiamo molto più blando per gli spettatori.
Giudizio e pallinaggio confermato all'ennesima potenza, anche perché i ragazzi del film sono paradossalmente molto più rappresentati in questo preciso momento storico rispetto a quasi 45 anni fa, e financo al 24 giugno del 2008, allorchè trovai e vidi il film per la prima volta (una data storica, ho conservato il ritaglio della mia agenda con la mia scritta "UN ATTIMO DI VITA E' MIO!).
Il regista nell'anno di edizione era giovanissimo, e forse poteva risultare come un qualcuno che si volesse autoincensare prepotentemente, tanto da risultare quasi un gradasso, un bullo che non si vergognava ad inserire provocatoriamente una sorta di teatro dell'assurdo in un'opera cinematografica; opera fra l'altro dotata di un dinamismo più consono ad altri generi più movimentati...ma a quanto pare era avantissimo come vedute, in largo anticipo nel rendere così bene esplicite ed evidenti quelle che potevano essere tanto sue semplici intuizioni, quanto veri e propri studi di sociologia e di antropologia.
L'unica piccola ma significativa differenza è che i giovani del film sono tenuti al di fuori della realtà, della società e della vita di tutti i giorni dai loro genitori, anche perché simbolicamente son figli di benestanti, mentre per quelli dei giorni nostri che assomigliano a loro è stata più farina del loro sacco: son voluti rimanere ignoranti, cazzeggiare a destra e a manca per decenni, poi, visto che il mondo moderno è da anni basato non sui contenuti, ma sulle illusioni, sulle immagini e sull'aria fritta, han preso al volo qualsiasi treno della notorietà per rendere poi ancora più lampante quanto sia reale ed evidente la loro imbecillità, ripetuta fra l'altro in maniera così ossessionante, come un tam-tam, da farla divenire il nostro pane quotidiano, rischiando in tal modo di annichilire tanti valori e regole ritenute magari non inossidabili, ma tutt'al più modificabili,adattabili,e non certo massacrabili in così poco tempo (e in effetti nel film il povero Tinti viene massacrato in tutti i modi possibili, nonostante i suoi sforzi!).
Quindi il film ha perfino il pregio di avvertire su un pericolo incombente e malauguratamente ancora per troppi versi sottovalutato, perché non sono solo le crisi economiche o le epidemie a devastare una società, se quest'ultima si sta imputridendo da sola e tutti sembrano avere i filtri nel naso (non le mascherine perché servono ad altro!)...Un'altra valanga di pallini la merita tutta…
Indubbiamente come avevo già detto nel commento, se a una prima visione si sta dietro alle parole, è molto facile spazientirsi, mollare la pezza e stroncare il film, ma dentro di me devo ringraziarli gli utenti più spietati, perché se le altre volte me l'ero goduto per intero, grazie anche a certe conoscenze acquisite nella mia professione, stavolta devo dire che l'ho perfino potuto applicare ai tempi moderni (addirittura ai giorni nostri), e per me è stato un grosso passo avanti;-)
Ultima modifica: 15/04/20 02:03 da
Fauno