Bella commedia a tinte agrodolci ambientata nel sudwest americano. Il pezzo migliore è il rapporto che nasce per caso tra la casalinga Evelyn (Bates) e la arzilla ottantenne Ninny (Tandy) che la convince ad avere più autostima e le racconta del passato di un locale vicino alla ferrovia. Nel flashback entrano in gioco due nuovi personaggi femminili e le loro vicissitudini con l'ambiente circostante. E qui la vicenda si tinge di giallo, anche pulp, ma senza abbandonare il filo di grazia che contraddistingue l'intera pellicola.
MEMORABILE: Quando Evelyn fa capire al marito pantofolaio che la musica è cambiata.
Gradevole commedia diretta da Jon Avnet che trasporta lo spettatore negli stati del profondo sud americano, negli anni '30 (almeno per la parte più significativa della storia). Il film che si avvale di un'ottima sceneggiatura (talora un po' ruffiana) è la storia di amicizie e solidarietà femminili (gli uomini sono releganti sullo sfondo) e vale sopratutto per le splendide interpretazioni di due grandi attrici e per l'ottima fotografia.
Decisamente interessante come film, riesce a mescolare due storie distanti nel tempo ma unite dallo stesso sentimento, quello dell'amicizia fra due donne sullo sfondo del razzismo e maschilismo. Un film tutto al femminile con un'ottimo cast, diretto in maniera ottimale da Jon Avnet.
MEMORABILE: Io non riesco a capire un bestione così che non vuole sedersi vicino a uno di colore, però mangia le uova che escono dal culo della gallina!
Bel film, diretto da Avnet, che si avvale della splendide interpretazioni di Kathy Bates e Jessica Tandy. Forse un tantino ruffianello nella sceneggiatura, ma sicuramente molto gradevole ed intelligente. Bello il rapporto che si forma tra le due donne, in cui la più anziana riesce ad infondere una maggiore considerazione di sè nella più giovane. Ebbe un notevole successo, sicuramente meritato, anche se ora forse non viene più ricordato molto. Merita assolutamente la visione.
Due film in uno, con un legame flebile a far da collante fra l'uno e l'altro. Ma mentre la storia dell'amicizia fra le due giovani donne, ambientata nel passato, presenta motivi di interesse, la storia moderna, in cui la casalinga depressa Bates trova la forza per cambiare la sua vita frequentando l'anziana Tandy appare poco risolta, nonostante la classe superiore delle due interpreti. In particolare, lascia perplessi che Bates sia dia al bullismo automobilistico per dimostrare l'avvenuta emancipazione. Un film più furbetto che ispirato.
Difficile girare un film come questo, molto femminile, antirazzista e un pochino femminista, senza mai rompere un equilibrio virtuoso e senza un calo di tensione narrativa: si può dire che Avnet ci sia riuscito, grazie anche a quattro attrici assai talentuose (e, nel caso di Parker e Masterson, allora poco note) che trainano un cast di buonissimo livello. Fra le due storie parallele, meglio l'amarcord anni '30: ma quella che nel film appare come latente passione saffica, nel romanzo di Fannie Flagg è amore conclamato...
Decisamente un buon film, con un'ottima fotografia e una prova eccellente delle protagoniste. Riesce ad evitare i soliti cali che si hanno in questo tipo di storie intrecciate, una narrata sul presente e una futura. A tratti commovente e molto coinvolgente. Da vedere.
Ottimo film che incrocia due storie, alternandole nello svolgimento. L'amicizia in primo piano, quella vera e indissolubile. Bravissima Mary Stuart Masterson nell'interpretazione del suo personaggio che conquista lo spettatore per la simpatia e l'anticonformismo. Importante anche il rapporto che ha con la famiglia di neri nonostante il razzismo dilagante del periodo. Un film che a mio avviso tocca l'anima di chi lo guarda!
Storie parallele di solidarietà femminile: due giovani indipendenti e coraggiose nei maschilisti e razzisti anni 30, e una grassa e un'anziana nei superficiali giorni nostri. Un film genuinamente femminista, dove le donne sono protagoniste del loro destino, riuscendo a permeare la realtà con la loro forza, e dove l'esempio del passato può superare le banalità del femminismo da strapazzo per approdare a un'autostima profonda. Peccato che sul bel film pesi la solita censura che sterilizza la relazione lesbica del romanzo in semplice amicizia.
Buono, anche se a mio avviso non è da considerarsi un capolavoro assoluto. Forse un pochino sopravvalutato, presenta però ottimi attori e una discreta sceneggiatura. Merita la visione.
Casalinga depressa conosce anziana ospite di una casa di riposo che le racconta della grande amicizia (ma è veramente solo amicizia?) tra due ragazze sullo sfondo dell'America degli anni '30, permeata di razzismo e maschilismo. Due storie che si intrecciano, ma è quella del passato che nobilita il film, anche per merito delle bravissime Masterson (sfrontata e ribelle) e Parker (dolce e più conformista). Emozionante, coinvolgente e commovente; a tratti anche divertente, ma dietro le (poche) risate c'è la malinconia.
MEMORABILE: La misteriosa scomparsa del marito di Ruth...; il finale.
A cavallo tra commedia e dramma, un film a mio avviso piuttosto sopravvalutato. Senza nulla togliere alle recitazioni di alto livello della Tandy e della Masterson è la sceneggiatura a zoppicare (tratta da un libro della Flagg) in cui molti personaggi scompaiono dalla storia e, addirittura, la produzione stende un velo sul rapporto saffico tra le due donne riucendolo a semplice ma profonda amicizia. Si vede con piacere, ma pensare che il film parli del razzismo degli anni 30 negli Stati del sud è follia. Guardare Mississipi burning per credere.
Discreta storia al femminile che si regge soprattutto sulle buoni prestazioni del quartetto Bates-Tandy-Masterson-Parker. Anche la storia non è male ed il meglio è rappresentato dal raffronto tra il gesto di ribellione del passato e quello del presente. Non male la regia dell’esordiente (al cinema) Avnet che successivamente cambierà decisamente genere.
Nella retrograda e maschilista America degli anni 30 è ambientata questa avvincente pellicola al femminile in cui il coraggio emerge con preponderanza. Più interessante la vicenda storica rispetto a quella dei giorni nostri, in cui brilla la Tandy. Tuttavia la visione è piacevole soprattutto per qualche accattivante piccolo colpo di scena.
Un film matrioska nel quale solo i lunghi tuffi nei lontani anni '30 riescono a smuovere un po' di interesse. L'inguardabile faccione della Bates fa capolino ogni tanto ma è più che altro un fastidio, un necessario espediente per raccontare vita, morte e miracoli di due donne in odor di lesbismo nell'Alabama che fu. Un'epopea che mette tanta carne al fuoco, anticipando (però prendendoli sotto gamba) più o meno tutti gli spinosi temi affrontati nel successivo e più riuscito L'albero di Antonia. Avnet azzecca una buona ricostruzione ambientale d'epoca.
Gran bella favola al femminile tra dramma, poesia e sentimenti, immersi in realtà difficili al servizio di attrici davvero in forma. Difficile non appassionarsi alle storie che ci vengono mostrate, a prescindere dall'aver letto il libro di Fanny Flagg da cui sono tratte, tra soprusi maschilisti e razziali, amicizia forte che cela un'attrazione della stessa potenza e scambi generazionali. La Bates è eccellente, more solito.
Film drammatico con qualche punta di commedia, questo "Fried Green tomatoes", che incrocia due storie: una ambientata nel primo dopoguerra, l'altra ai giorni nostri. Funziona decisamente meglio la prima, senz'altro più avvincente, che cattura l'interesse dello spettatore. La seconda è fiacca e ha una Bates decisamente a disagio, specie se la si paragona al personaggio precedente. La Tandy funziona ed è sorretta soprattutto dalla sua grande esperienza. Un film che merita comunque una visione.
Film di donne ma non solamente per donne, con storie che si intrecciano, continui flashback e fantasmi che riemergono dal passato. Alla solidità del film (già corposa di suo) va aggiunta la bravura delle protagoniste (particolarmente della Bates e della Tandy), che riescono a trasmettere allo spettatore tutte le loro emozioni. È vero, manca un'autentico colpo d'ala, ma il film in sé è già completo (e un tantino ruffiano, specie se visto in relazione alla società attuale).
Perdere la strada e trovare un villaggio fantasma e una ferrovia morta, ma arrivare a conoscere tutta la vita che c'è stata attorno a quei ruderi. Un inizio affascinante, anche perché la storia raccontata è del 1930, ambientatat nel sud degli Stati Uniti, momento e luogo particolari dove ogni vita, anche la più insignificante, influisce sulla comunità e tutti gli avvenimenti sono vissuti profondamente. Succede nei romanzi, ma succede anche realmente. Un film ben fatto, che gode di ottime interpretazioni e di una scenografia suggestiva e ben fotografata.
Film simpatico, leggero, per famiglie, su tematiche importanti quali la lotta contro il maschilismo, il razzismo, il conformismo. L’azione, che si svolge su due diversi piani temporali, è tutta al femminile. La storia centrale è quella tra le due giovani amiche Idgie e Ruth (il cui rapporto non viene sufficientemente indagato), che in un paese dimenticato dell’America del sud negli anni trenta hanno il coraggio di esprimere i loro sentimenti contro il costume puritano e discriminatorio imperante. Edificante ma troppo edulcorato.
Gradevole commedia multitematica che scorre sui binari (ma va?) dei ricordi amalgamando passato e presente in modo tale che il confine tra loro sia labile; il tutto impreziosito da una visione femminile, nel bene e nel male, nel nobile e nel misero, naturalmente disarmante in un cui l'uomo medio, doverosamente e inevitabilmente, è destinato a soccombere. E si scopre che poche cose sono preziose come la naturalità della vita. Ottime le interpreti.
Una storia ben scritta e dalla regia strutturata ottimamente, fra il presente che mostra l'evoluzione caratteriale della protagonista (una fantastica Kathy Bates, che verrà ispirata dalla storia per cambiare la sua vita) e il passato che rappresenta la narrazione vera e propria della misteriosa signora che sta in ospizio. Nonostante una fotografia abbastanza basica, il punto di forza è proprio la sceneggiatura, che tiene incollati con la voglia di arrivare alla fine.
Per quanto sia di tutta evidenza il continuo tentativo di cercare la scena a effetto e di inserire tanta carne al fuoco non trattandola adeguatamente (vedi il razzismo), l'impianto del film regge alla grande per tutta la sua durata e l'alternanza presente/passato conferisce fascino e interesse alla vicenda. Bello il racconto dell'anziana protagonista, che fa rivivere tanti personaggi e gli conferisce spessore. A dare ulteriore piacevolezza alla vicenda c'è anche una bellissima fotografia. Kathy Bates una spanna sopra tutti. Un bel film, con più attenzione all'amicizia che all'amore.
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Confermo i pareri positivi: non fatevi quindi bloccare dall'arzigogolato titolo. Alla fermata del treno è dove le amiche decidono di aprire una tavola calda.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("I filmissimi", lunedì 7 novembre 1994) di Pomodori verdi fritti (alla femata del treno):