Into the wild - Nelle terre selvagge - Film (2007)

Into the wild - Nelle terre selvagge
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Christopher John McCandless: poteva godersi la vita del giovane brillante, inserito, di successo, prossimo studente ad Harvard. Ha scelto di non sopprimere la sua ansia di libertà rinnegando il materialismo per immergersi nella natura (selvaggia, naturalmente), partendo senza mezzi sulle strade dell’America per raggiungere l’Alaska, incontrando sulla via personaggi e storie a cui in ogni modo Sean Penn cerca di conferire lo spessore necessario a compensare la povertà di veri spunti narrativi. Talvolta gli riesce, magari perché aiutato dall’intensità di ottimi attori come Hal Holbrook, talvolta no e il film svela allora l’inconsistenza di fondo che le musiche indubbiamente azzeccate coprono...Leggi tutto con grande abilità. Ricostruendo l’esperienza di McCandless attraverso le pagine dei suoi diari c’era evidentemente poco di così singolare che valesse la pena di essere raccontato se non arricchendo la vicenda coi colori dell’incontaminata natura e le ricercate note di una colonna sonora cucita sulle immagini come il vestito d’un sarto. Ma nella regia di Sean Penn non si ravvede quasi mai la potenza di cui necessiterebbe un film così, e il ricorso pretestuoso a ralenti, split screen, ingiustificate frammentazioni cronologiche maschera le deficienze di riprese raramente ispirate che si appigliano all’incontestabile fascino paesaggistico per colpire l’immaginario: troppo facile. Emile Hirsch è la faccia giusta, ma riflette impietosamente nella sua relativa espressività l’artificiosa profondità di chi non pare avere dalla sua molto di più d’un pur stimabile desiderio di trovare la felicità e l’essenza stessa della vita nel contatto con la natura. Sotto una patina di cinema free Anni Settanta si respira un’inautenticità non si capisce bene se dovuta alla zoppicante, ingenua regia di Penn o alla furbizia di un progetto nato con tutta evidenza per fondere le suggestioni paesaggistiche alla spinta libertaria presente comunque in ognuno di noi e di conseguenza facilmente condivisibile (se non altro su un piano meramente teorico). Per molti la materializzazione di un sogno, un rifugio mentale in cui è bello poter credere nei momenti in cui più pressante si fa lo stress del quotidiano. Da qui la chiave del successo dell'opera, ma la vera svolta avviene solo nel finale, in cui finalmente si intuisce la misura della qualità della stessa, che troppe volte aveva proceduto senza una direzione vera.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/02/08 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/05/11
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Galbo 7/02/08 05:47 - 12393 commenti

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Vera storia di un giovane benestante che rinuncia a tutte le comodità della vita materiale per intraprendere un viaggio in uno dei luoghi più remoti del continente americano. Vero e proprio viaggio iniziatico nella natura selvaggia, "Into the Wild" è anche una potente indagine sui rapporti personali e sul rifiuto delle convenzioni. Penn conferma il suo grande talento per la regia; il film (tratto da un libro di Krakauer) si avvale di una strepitosa fotografia e di una bella colonna sonora di Eddie Vedder. Bravo il protagonista.

Redeyes 7/02/08 10:02 - 2449 commenti

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Moderno Odisseo intraprende un viaggio che lo porterà vagabondando (superTramp ndr) ad attraversare gli states per finire nella selvaggia Alaska. Alex non combatterà solo contro le forze della natura e mostri come Ulisse, ma in primis affronterà i propri demoni. Iniziatico vagare nel totale rifiuto degli schemi della vita moderna per addivenire alla saggezza, è anche una ormai dimenticata sfida alla natura armato di sole braccia. Film che si avvale di un' ottima regia, una fotografia da togliere il fiato, musiche azzeccate, citazioni splendide!
MEMORABILE: "La felicità è reale solo quando è condivisa." "Quando si perdona si ama e quando si ama si è illuminati dalla luce di Dio."

Xamini 11/02/08 02:02 - 1252 commenti

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Gran road-movie in cui il viaggio procede parallelo alla crescita - che poi è un'indagine nella psiche - di un giovane appassionato di letteratura e profondamente leso dalla struttura sociale in cui vive, a iniziare dal grande Sistema per arrivare al dettaglio del proprio nucleo familiare. Emile Hirsch lo interpreta in modo magnifico, attorniato da personaggi spesso meno banali del previsto (con qualche caduta, ok). Ma nelle due ore e venti di visione si respira soprattutto un grande amore per la natura selvaggia; e questo il film è: fotografia, le corde di una chitarra, un grande, irresistibile anelito di libertà.
MEMORABILE: Il contrasto tra i sobborghi poveri che appaiono in una breve circostanza e l'incontaminato Alaska, meta finale e quasi utopistica.

Grada 12/02/08 23:29 - 26 commenti

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Ottima la fotografia dei paesaggi - ma era il minimo che si poteva pretendere dato il tema - e buona la descrizione degli ambienti umani on the road (tipologia prettamente americana). Ma l'abbandono della casa natia, il progressivo rifiuto di tutto ciò che non è indispensabile fino alla full-immersion nella natura selvaggia non sono adeguatamente narrati come storia interiore (se si eccettua l'incombente retroscena familiare, fin troppo evocato), ma solo contrappuntati con citazioni e aforismi tratti da un diario.

Chilavert 11/02/08 19:49 - 5 commenti

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Tratto da una storia vera e dal relativo libro che scatenò un notevole scalpore all'uscita, "Into the Wild" si rivela un'ottima pellicola, dove gli stupendi paesaggi e la colonna sonora prevalgono sulla trama biografica del protagonista. Racconto che ci fa riflettere in veste di figli schiavi del consumismo... Unico difetto: 2 ore e 40 minuti di film sono decisamente troppe e in alcuni tratti risulta inevitabilmente noioso.

Capannelle 16/02/08 12:17 - 4411 commenti

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Film originale e fascinoso. Ma originalità non vuol dire bellezza, né tantomeno opera compiuta. Penn è bravo nel commento sonoro delle situazioni, Hirsch offre una grande prova ma il cammino di libertà del protagonista e le belle immagini cannibalizzano tutto il resto, emozioni comprese. Le situazioni sono ripetitive e narcisistiche, i dialoghi spesso futili (a parte l'ultima mezzora con il vecchio Ron). Ma ci si arriva provati. Non era meglio un documentario del National Geographic o un libro di Terzani?

Cotola 18/02/08 23:52 - 9044 commenti

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Meraviglioso! Non ci sono altri aggettivi per definire l’ultimo film di Sean Penn che si conferma un regista davvero interessante dando vita ad un film lontano dalle mode, dal ritmo lento e riflessivo e tuttavia allo stesso tempo molto avvolgente. Sebbene la sceneggiatura sia leggermente “facile” e schematica (ma solo leggermente) la pellicola è magnifica ed è impossibile non lasciarsi trasportare e cullare dolcemente dal flusso delle immagine sublimamente fotografate. Splendida colonna sonora che è essenziale per capire appieno il film.

Dillinger 4/03/08 17:53 - 22 commenti

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Il film scava dentro, mette alle corde, rende difficile far restare nei confini l'emozione senza farsi sopraffare. In molti passaggi avverti il senso della bellezza della natura, dell'uomo, delle relazioni spontanee derivanti da una comune condizione di transitorietà. La concezione estrema della morale del protagonista si scontra con un messaggio positivo, condivisibile, pur con la consapevolezza che non tutti avranno la fortuna di intraprendere il percorso del protagonista. Colonna sonora che amplifica il contenuto emozionale. CA-PO-LA-VO-RO.

Magnolia 10/03/08 21:07 - 4 commenti

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Il film si apre con il bisogno di liberarsi dalle convenzioni sociali (bisogno tipico della generazione dei ragazzi anni '80 e '90) per poi concludersi con la necessità di liberarsi pure dalla natura, che sebbene affascinante, immensa e straordinaria si rivelerà una gabbia dorata. Il messaggio è forse contenuto nel discorso del vecchio vedovo: solo con il perdono si riesce ad essere veramente liberi? Straordinaria la fotografia. Si esce dalla sala con ancora addosso l'aria di montagna, dimentichi che ad attenderci c'è il grigiore della città.

Magnetti 10/03/08 21:15 - 1103 commenti

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Into the wild è un gran film, di quelli che si ritagliano un posto indelebile nella nostra memoria. Profondo senza essere noioso, con un interprete bravissimo e ottimamente diretto dal bravo regista che mischia sapientemente immagini straordinarie di natura con le scene di vita vissuta dei vari personaggi. È uno dei tentativi più riusciti di portare sullo schermo il dilemma di sempre: fuggire o restare? Il finale è poesia pura, quasi un regalo del regista dopo due ore e trenta, durata di cui non ci si può lamentare (cosa molto rara).

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G.Godardi 11/03/08 16:22 - 950 commenti

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Quanto costa la libertà? Molto cara, specie se alla fine del viaggio si muore stupidamente per aver ingerito bacche velenose scambiate per sane. Tutta colpa di quei libri che fino ad ora ci avevano salvato... Siamo a un passo dal capolavoro, se non fosse per quel pizzico di edulcorazione che pervade tutto il film. Ma il resto, cioè quasi tutto, è avvincente e poetico, un viaggio verso la libertà girato con uno stile quasi documentaristico incastonato in una struttura narrativa fatta di una cornice e lunghi flashback. Montaggio da urlo. Penn sempre meglio.

Enrikoses 24/03/08 11:48 - 39 commenti

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Sean Penn è tra i miei registi nonchè attori preferiti. Quando ho letto che aveva pensato di girare questo film subito dopo aver letto due volte di fila (in una sola notte) il romanzo di Krakauer, mi ha confermato tutta la sua bravura. Colonna sonora davvero trascinante con la voce di Eddie Vedder, fotografia sublime, bravissimo Hirsch, cammeo per l'eterno Hurt.
MEMORABILE: L'incontro con il signore anziano e la loro scalata della collina. Il finale. E gli stupendi scenari naturali.

Rebis 9/04/08 16:49 - 2337 commenti

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L'evasione di Alex ha un'impalcatura fatta di bella letteratura, di autori che l'utopia l'hanno solo immaginata; carta scritta, non intesa, che gli si ritorcerà contro. Il suo disagio è indotto, è frutto del mancato appuntamento con le convenzioni del sociale e non di un loro consapevole, critico rifiuto. Per questo il paradigma della libertà darà scacco all'uomo, declinando i passi di una involuzione. In filigrana agli stereotipi di un viaggio canonizzato vi è una inedita sincerità, un'umanità autentica che si esprime nell'affioro del dolore e della perdita. Un road movie vigoroso e intenso.

Marco79 12/05/08 11:45 - 12 commenti

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Dopo The pledge Sean Penn dipinge un altro pezzo di America, raccontando il viaggio di un giovane benestante che rinuncia a tutto per scoprire se stesso e per ritrovare il contatto con la natura. È un film sui rapporti umani e sulla loro importanza, su come la gioia non sia tale se non condivisa. Fotografia spettacolare e colonna sonora (Eddie Vedder) da pelle d'oca.

El topo 13/05/08 10:20 - 6 commenti

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Al contrario di molto cinema herzoghiano, in cui per una sorta di straniante effetto di "fata morgana" è la natura (non indifferente) a farsi cinema, nel film di Penn è avvertibile - ma anche volutamente - lo iato tra il soggetto e la naturalità... qui il cinema non è la natura, si fa contemplazione, sguardo panoramico estrinseco, viaggio nel quale e per il quale le modificazioni geografiche diventano cambiamento interiore. Buon recupero di tanta poeticità delle origini da Thoreau a Whitman.
MEMORABILE: "Per parafrasare ciò che dice Thoreau: non l'amore, né i soldi, né la fede, né il successo, datemi la verità."

Deepred89 6/06/08 20:06 - 3706 commenti

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Bellissimo film on the road, tra i migliori degli ultimi tempi. Semplice ma appassionante, magari non troppo originale ma decisamente intenso e profondo. Bellissimi i paesaggi, spendidamente fotografati, ottimo il protagonista Emile Hirsch e notevole la colonna sonora. Penn inoltre condisce il tutto con un pessimismo notevole, dato che, se la famiglia e la società vengono rappresentate subito con estrema disillusione, anche la natura (l'unico valore in cui il protagonista crede ancora) finirà poi per svelare la sua crudeltà. Imperdibile.

Flazich 4/07/08 22:46 - 669 commenti

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Un film sulla libertà, un film sulla rottura con la società e quello che ne consegue, un film sui rapporti tra le persone, un film che ridà fiducia, un film che ti scorre dentro, un film che ti fa riflettere ad ogni parola, ad ogni immagine, un film che ti fa piangere, un film che ti fa ridere, un film che ti fa nuovamente respirare, un film che ti fa sentire vivo, un film che ad ogni nota ti incanta. Un film.

Scarlett 17/07/08 00:19 - 307 commenti

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la storia di Alex SuperTramp narrata in maniera non eccezionale, ma molto buona. Sean Penn si avvale di una storia vera per trascinare la mente dello spettatore a riflettere quanto poco sia necessario per vivere con la "V" maiuscola. Sebbene per ritrovare se stessi sia necessario l'isolamento completo, non è detto che sia l'isolamento la risposta ai drammi esistenziali di questo giovane che tutto si lascia alle spalle per intraprendere il suo viaggio.

Manulele81 22/07/08 17:35 - 83 commenti

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Straordinario capolavoro di Penn, che racconta il viaggio di un ragazzo fuori da qualunque regola sociale, razionale e civie, ma che diventa soprattutto una riflessione sui valori umani e naturali (anche in senso di congeniti) di una nazione. Lungi dall'essere un santino di un moderno eremita, il film esalta proprio l'elemento comunicativo, la ricerca di una via e di una famigla proprie sotto il segno della condivisione. Straordinaria forza emotiva e cinematografica, lacrime a fior d'occhio per 150 minuti, attori fatti di verità.

Straffuori 24/07/08 13:09 - 338 commenti

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Il lavoro è ottimo. Hirsch e Holbrock su tutti danno delle ottime prove così come la coppia hippie con la quale il protagonista stringe amicizia. Quello che non ho proprio digerito è la risoluzione data dal finale. Come può finire tutto così stupidamente? Ambientazioni incantevoli, sentimenti e voglia di liberta, ma per tutto c'è un prezzo da pagare... Bello.

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Bruce 17/11/08 10:50 - 1007 commenti

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Esistenziale. Fuggire o convivere con ciò che non ci piace? Storia vera diretta benissimo e con un protagonista davvero in parte. La voce e la musica di Eddie Vedder sono molto più della colonna sonora ed aggiungono altra sostanza ad un film che traborda di contenuti, frasi e parole da ricordare a lungo. Una su tutte: "La vera felicità è solo quella condivisa".

Stelino64 16/12/08 17:57 - 3 commenti

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Poesia allo stato puro. Colonna sonora e fotografia che non solo accompagnano ma creano e sostengono la colonna vertebrale del film. Recitazione semplice e diretta che va al cuore dello spettatore. Regia puntuale e senza sbavature uno Sean Penn al meglio. Il viaggio, la solitudine, la ricerca di noi stessi era facile cadere nel già detto o già visto. Ma questo film non lo ha fatto anzi ha aperto uno squarcio nel cuore di noi tutti spettatori.

Rickblaine 24/01/09 12:31 - 635 commenti

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Sean Penn prende ispirazione dal libro di Krakauer per raccontare la storia di un ragazzo che scappa di casa per andare a scoprire ciò che la vita cosa di meglio gli può offrire. Dopo molte vicissitudini arriva in Alaska, destinazione che lo blocca a vivere però a stretto contatto con la natura. L'opera è accompagnata da un'ottima colonna sonora manovrata da Eddie Vedder degna di almeno un oscar.
MEMORABILE: La libertà va condivisa.

Enzus79 25/01/09 18:57 - 2896 commenti

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Sean Penn ritorna alla regia (dopo il bellissimo La promessa). Film che ti prende e ti fa capire come la solitudine sia negativa in posti dove comanda il silenzio della natura e non vi sono i rumori della città. Forse Penn esagera con il buonismo (quando il giovane incontra il vecchio). Avrebbe meritato più riconoscimenti.

Puppigallo 12/02/09 23:29 - 5275 commenti

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Cito le parole di mio cugino: "Nell'ultima parte sono cacchi amari". E cacchi amari saranno per il protagonista, che non sopporta l'ipocrisia della società, le sue assurde regole e l'insensato possesso di oggetti. E' un ribelle, ma soprattutto un ragazzo che vuole scoprire i veri valori della vita vivendola, facendo esperienze e conoscendo persone che possono arricchirlo. Questo andrebbe benissimo, se non fosse che ha l'utopica e malsana idea di entrare in simbiosi con la natura. Purtroppo per lui, Uomo e Natura hanno preso strade diverse da troppo tempo. Notevole, soprattutto nell'intento.
MEMORABILE: Il rapporto col vecchio che lavora il cuoio (la cintura, ovvero, i buchi della fame). Schifato anche da un orso.

Soga 13/02/09 00:47 - 125 commenti

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Un film di filosofia: il percorso iniziatico di un ragazzo alla ricerca dell’estrema libertà, scandito da tappe, incontri, scoperte, fino alla comprensione finale della dolce-amara verità sull'esistenza e la felicità. La storia vera di Christopher McCandless viene trasformata da Penn in un’opera dal grande respiro, emozionante, intensa, accompagnata da una colonna sonora eccezionale (Eddie Vedder, Pearl Jam, qui in veste acustica) e arricchita da una splendida fotografia. Non può lasciare indifferenti.
MEMORABILE: La felicità è tale solo se è condivisa.

Brainiac 12/04/09 20:47 - 1083 commenti

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Alcune cose di questo film sono buone, ma è la regia di Sean Penn a non convincermi. La voce narrante della sorella ad esempio è troppo insisitita e raggiunge punte di retorica francamente eccessive. Bellissime le ambientazioni, purtroppo alcune scene sono imbarazzanti come la canzone della ragazza nella comune hippie o i campeggiatori sul lago. Il messaggio di fondo è chiaro e condivisibile, il rapporto coi genitori ed il dolore per non riuscire a perdonarli è ben interpretato da Hirsh, ma la profusione di buoni sentimenti rovina tutto.
MEMORABILE: L'alce.

Pigro 24/05/09 10:22 - 9666 commenti

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Storia vera di un ragazzo che molla tutto per viaggiare da "super-vagabondo" e tuffarsi solitario nella natura selvaggia. Il film critica i rapporti interpersonali del modello sociale americano, ma è profondamente pervaso di pura 'americanità': da una parte c'è l'antica vocazione fondativa del "go west", dall'altra il fondamentale Thoreau (più che citato). Ma c'è anche tanta partecipazione umana per un ragazzo (grande Hirsch nella parte) devoto all'individualismo più estremo, e per le ambiguità della sua scelta di vita (vocazione o fuga?).

Harrys 1/08/09 12:20 - 687 commenti

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Mai, andando al cinema, avrei pensato di trovarmi dinnanzi ad un'opera così potente. Il tema trattato, in sè, non è poi così originale (il desiderio di fuga dalla società è stato rappresentato più volte in passato al cinema), ma la messa in scena e il saggio utilizzo di figure di contorno tratteggiate divinamente (eccezionali Hal Holbrook e Kristen Stewart) rendono questo film unico. La pellicola è strutturata "a tappe", come seguisse il diario del protagonista, ed ognuna è più significativa dell'altra. Raro caso di cinema che emoziona.

Homesick 24/01/10 18:10 - 5737 commenti

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Filtrati dall’esperienza autobiografica di surfer solitario vissuta da Penn, i miti primigeni della cultura americana – i romanzi di Kerouac, London, Thoreau; i western di Hawks e Wellman; il ribellismo utopico della Beat Generation – sgorgano impetuosi in un road movie dai paesaggi selvaggi, sconfinati e corruschi, che stordiscono con la vertigine del Sublime herzoghiano e il volto duplice (benigno e mortifero) della Natura. Se Hirsch rivela stoffa da eroe letterario, il vecchio Holbrook trasmette i messaggi più lirici e commossi. Genuino, panico, rivelante.
MEMORABILE: L’incontro con l’orso. La richiesta di adozione.

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Ilcassiere 10/12/09 21:25 - 284 commenti

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Storia di un giovane americano cresciuto in una famiglia benestante, che decide di rifiutare la società moderna ed il possesso del superfluo per vagabondare nell'America più remota e "selvaggia". Poteva facilmente scivolare nella banalità ed invece è un film straordinario. La vita "into the wild" è dura e drammatica per chiunque, anche per il candido Alex Supertramp, emozionante protagonista di questo film grandemente poetico. 10 e lode a Sean Penn e alla colonna sonora di Eddie Vedder.

Saintgifts 27/12/09 00:07 - 4098 commenti

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La scelta di montare il film a flashback è vincente perché spezza una cronologia che in due ore e mezzo di visione avrebbe inevitabilmente stancato. Anche il fatto che Penn racconti una storia vera dà valore a un lavoro, peraltro molto ben fatto, aggiungendo il rispetto dovuto ad un ideale puro, sbagliato o giusto che sia, altrimenti discutibile se fosse stato inventato. Penn ha aspettato dieci anni da quando decise di fare il film fino ad ottenere il permesso dalla famiglia, ma ne è valsa la pena visto il risultato. Ottime tutte le scelte.

Blsabbath 7/02/10 23:01 - 46 commenti

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Basato sulla storia vera di McCandless, un giovane neolaureato che fugge dalla mediocrità piccolo-borghese scegliendo la via del backpackerismo estremo. Impossibile non provare empatia per il protagonista, specie se si è prossimi alla laurea.. Sceneggiatura un po' azzoppata dai flashback, fotografia sensorialmente appagante. Bel colpo Penn.
MEMORABILE: "La felicità è reale solo quando è condivisa".

Caesars 1/04/10 08:36 - 3790 commenti

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Una bellissima fotografia e la buona colonna sonora, assieme alla prova del protagonista (ma anche dei comprimari, primo tra tutti l'eccellente Hal Holbrock), sono i punti di forza della pellicola. D'altro canto però ci troviamo di fronte ad un'opera troppo lunga e con passaggi francamente tediosi e risaputi (si pensi alla parentesi nella comunità hippy); anche l'empatia col giovane Alex Supertramp è difficile da stabilirsi. Ci troviamo quindi di fronte ad un film discreto che però non riesce a convincere pienamente.

Supercruel 24/05/10 19:37 - 498 commenti

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Dal punto di vista tecnico/visivo nulla da eccepire: la bellezza dei paesaggi naturali e la maniera in cui sono fotografati e ripresi va a comporre immagini di grande potenza e suggestione. La storia (nonchè come è narrata), però, scricchiola sotto alcuni punti di vista: la voce-off appare troppo insistita e ingrombrante, numerosi dialoghi sono retorici, tronfi e - talvolta - addirittura ridondanti e superflui. In fin dei conti pare di essere al cospetto di un sontuoso documentario, la cui anima smielata e facilona mina, a tratti, la fruizione.

Sabryna 25/11/10 00:12 - 225 commenti

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Sean Penn riesce nell'ingrato compito di raccontare una storia (vera) lunga e difficile senza incorrere in moralismi. Un film crudo, un road-movie in cui si delinea il percorso geografico e psicologico che porta il protagonista a ritrovare se stesso fino a condizioni di vita estreme. Le varie situazioni descritte, l'uso della camera durante alcune sequenze, la narrazione a due voci di Chris e di sua sorella: tutti elementi che concorrono a rendere il film estremamente interessante e dimostrano l'abilità di Penn. Ottimo il protagonista.
MEMORABILE: Se ammettiamo che l’essere umano possa essere governato dalla ragione, ci precludiamo la possibilità di vivere; la felicità è autentica solo se condivisa.

Andykap 25/11/10 10:29 - 37 commenti

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La natura per noi italiani da secoli è solo “paesaggio” (o al massimo matrigna). In America (meglio in Alaska) c’è ancora spazio per il mito del selvaggio. Ma il viaggio utopico di Alex – tra comuni hippy, paesaggi mozzafiato e agricoltori della corn belt - in fuga da genitori e società si infrange in un sacrificio che sa tanto di hybris: dietro l’angolo c’è la pena da scontare. Parte della vita per Hirsch. Da vedere, ma al cinema (non solo per la bellissima fotografia: l’utopia sta scomoda nella poltrona di casa).

Didda23 2/03/11 21:30 - 2426 commenti

I gusti di Didda23

Poetico e intenso, l'ultimo lavoro di Sean Penn è un film sulla ricerca interiore, sulla libertà e sul perseguimento della felicità. Le immagini che ritraggono la natura sono mozzafiato, merito di una fotografia notevole. Emile Hirsch si conferma un attore vero e fra i migliori della sua generazione. Ottimo Sean Penn a dipingere questo affresco straordinario. Secondo il mio avviso la migliore colonna sonora della decade 2000-2010. Film imprescindibile, maturo e poco didascalico.

Nancy 25/04/12 23:52 - 774 commenti

I gusti di Nancy

Veramente un ottimo film. Costruzione temporale scandita da flashback-capitoli che sono tempi di formazione dell'uomo, o di regresso fino alla fusione stessa con la natura che gli ha dato origine, il tutto tra paesaggi fotografati benissimo e una buona sceneggiatura con dialoghi mai banali. Ma in un film così ricco di contenuti analizzare solo l'aspetto formale è abbastanza sminuente: Penn riesce a ponderare ad hoc su vita e morte, costruzione e decostruzione, per darci una storia toccante ma che non grava mai sulle nostre spalle. Chapeau.
MEMORABILE: "Happiness is real only when shared."

Giùan 7/06/12 22:07 - 4559 commenti

I gusti di Giùan

Film frutto della lungimirante intuizione di Sean Penn, capace di "vedere" nel libro di Kracauer e nella storia del giovane borghese Chris, la più profonda e sentita linea di continuità con la viscerale ultima "natura" americana, quella della nuova frontiera. Into the wild si caratterizza così come una rielaborazione delle mitologie del western e dell'on the road, in cui sincerità e naivetè trovano nuova coerente coniugazione grazie ad uno sguardo tanto più puro quanto più consapevole delle proprie radici. Manierato ma libero, radicale e panteistico.
MEMORABILE: Guaranteed di Vedder; Hirsch immobile davanti all'orso; La crisi di nervi dovuta alla fame.

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Paulaster 27/06/12 09:52 - 4419 commenti

I gusti di Paulaster

Tema della libertà come esplorazione e conseguente fuga dalla società. La natura è l'unica cosa onesta rimasta e insegna la lezione principale: rispetto e condivisione. Colonna sonora e fotografia accompagnano il percorso narrativo e la regia si avvale di immagini di notevole impatto. L'ambientazione familiare è la parte meno centrata, sebbene il messaggio di disperazione arrivi. Si poteva anche andare più a fondo nel rappresentare gli ultimi giorni in maniera più realistica.

Spenc08 6/04/13 15:15 - 7 commenti

I gusti di Spenc08

Tratto dal libro di Krakauer, che non ho amato tantissimo perché non all'altezza dell'esperienza del protagonista. Credo, invece, che il film prenda una giusta direzione un po' per una colonna sonora da oscar (invece solo Golden globe per Vedder), un po' per una parte del cast che, in ruoli tendenti a correggere quelle sfumature ribelli del protagonista comunque affascinanti, riescono ad appassionarti alla storia di questo "Gesù Cristo" tentato dalla voglia di vita selvaggia. Un film lungo, ricco di sfondi colorati e riflessioni da fare.
MEMORABILE: Jack London è il Re.

Babbaiu 26/08/13 22:25 - 29 commenti

I gusti di Babbaiu

Film straordinario, cinema degno di essere guardato, riguardato e ricordato. La storia (vera) è sicuramente notevole ed estrema. Il protagonista è una persona che rifugge dai compromessi per seguire il proprio "io" più intimo secondo un codice assolutamente scevro da condizionamenti sociali. Paesaggi straordinari e interpreti di livello. Capolavoro.

Hearty76 9/03/14 00:53 - 258 commenti

I gusti di Hearty76

Più godibile su grandi schermi per l'indubbia solennità dei paesaggi, richiede comunque pazienza e concentrazione: per la durata del film, ma soprattutto per saggiarne l'intimistico senso non descrivibile solo dai testi del copione o dalle aspettative della trama. La fuga a tempo indeterminato del protagonista sfiora sì le vette sublimi della poesia... ma è pur cruda e netta raffigurazione dell'impossibile dominio assoluto degli esseri umani sulla Natura. Assolutamente da non perdere.
MEMORABILE: Quando "Alex Supertramp", dopo il buffo encomio a una mela, di scatto avvicina il viso alla telecamera sorridendo: tenero attimo metacinematografico!

Almicione 9/06/15 21:07 - 764 commenti

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Un altro viaggio alla ricerca di sé stessi sulla falsariga di Into the woods, sebbene si sia sagacemente evitato qualsiasi principio ideologico antimaterialista. Lodevole l'intento di mostrare fin da subito le difficoltà correlate a un'esperienza così profonda e viva. Lodevole anche l'interpretazione della Witherspoon, che personalmente non avrei mai visto in tale ruolo. Il ritmo è lento e quieto, adatto per godersi (almeno con la vista) ambienti naturali spesso sconosciuti. Stonano i flashback nel passato, difficilmente credibile. Gradevole.
MEMORABILE: Il ragazzo che, contro il divieto dei suoi amici, canta "What's Up" dei 4 Non Blondes.

Giacomovie 18/06/15 06:43 - 1398 commenti

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Film dall’ampia possibilità di dibattito su più fronti. Cinematograficamente valido per la capacità di raccontare tramite la potenza delle immagini, è la storia vera di Christopher McCandless a suscitare delle reazioni diverse in ogni spettatore in base al proprio vissuto. Personalmente condivido l’idea di voler andare oltre le barriere religiose e sociali che hanno imprigionato l’umanità per secoli, ma mi chiedo se vale la pena estremizzare la propria voglia di contatto con la natura, di libertà e di anticonformismo come fece il protagonista.

Jandileida 8/07/15 08:20 - 1565 commenti

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Detto che ognuno ha il diritto di vivere come meglio crede la propria esistenza, andarsi a isolare in Alaska non mi pare il modo migliore per mostrare la propria avversione nei confronti del mondo moderno. E proprio questa, a parer mio, fondamentale mancanza di senso nelle imprese di Alex mi ha impedito di provare quell'empatia che penso invece necessaria per godere appieno il film. Classico nell'impostazione e ben costruito, è sicuramente un buon lavoro, piacevole da guardare, ma anche con qualche lungaggine inutile (gli hippies). Bravissimo Hirsch.

Tarabas 27/08/15 12:04 - 1878 commenti

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"Non esistendo più zone inesplorate sulle mappe, Chris decise di ignorare le mappe e fare della terra una zona inesplorata" (Kracauer). Non tutto funziona nel film, ma quel che funziona basta a farne un grande film, commovente perché autentico (oltre che "vero"). La ribellione di Alex/Chris ha i tratti del suicidio, più o meno consapevole, ma il percorso interiore e la profonda umanità del ragazzo non lasciano indifferente lo spettatore, così come coloro che lo incontrarono. Penn si limita a filmare una storia perfetta, con un protagonista perfetto.

Lou 10/10/15 16:45 - 1121 commenti

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Il drammatico finale è da brividi, con l'ultima amara verità sulla felicità che per essere tale deve essere condivisa e i titoli di coda sulla foto del vero Christopher McCandless serenamente appoggiato al suo Magic Bus in Alaska, il tutto con la grande musica di Eddie Vedder. Per il resto una buona regia di Penn sull'utopico desiderio di fuga dalle convenzioni sociali borghesi e familiari e sul disperato bisogno di evasione e di contatto con la natura, che a tratti sembra però trascinarsi stancamente verso il grande finale.

Alex75 13/10/15 09:32 - 880 commenti

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L’ottima fotografia e le potenti musiche di Vedder conferiscono un certo fascino al viaggio di Chris McCandless attraverso i multiformi e multicolori paesaggi nordamericani, eppure il protagonista (per quanto ben interpretato da Hirsch) appare troppo esaltato e narcisista per suscitare empatia (tranne nell’incontro col vecchio Franz, interpretato dall'intenso Holbrook e nel finale) e il suo naturismo estremista sembra solo una fuga irrazionale. E la natura ha le sue leggi.
MEMORABILE: L’incontro col vecchio; “Happiness is only real when shared”.

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Ryo 19/01/16 21:14 - 2169 commenti

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La ricostruzione della vita di Christopher McCandless è resa visivamente in maniera magnifica: stupenda la scelta delle location, impressionante la recitazione pulita di Emile Hirsch in una perfetta immedesimazione. Piacevoli i momenti di saggezza popolare, conditi da aforismi filosofici sulla vita e la libertà: stile di vita ammirevole ma difficile da applicare. La regia di Sean Penn è niente male, anche se personalmente avrei preferito meno inserti videoclippati.
MEMORABILE: C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione; La felicità è reale solo quando condivisa.

Parsifal68 23/02/16 08:06 - 607 commenti

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Un giovane anticonformista rifiuta gli agi della propria vita per tuffarsi nella natura più selvaggia che, grazie anche a una straordinaria fotografia, diventa parte integrante del protagonista fino ad avere la meglio su di lui. Sean Penn è un grande regista e c'è moltissimo del suo talento in questo film ispirato a una storia vera; in altre mani sarebbe probabilmente diventata un'opera ruffiana che ne avrebbe disperso così l'aspetto simbolicamente purificatore. Eccellente il giovane Hirsch che si cala con maniacale devozione nella parte.

Ultimo 23/04/16 14:58 - 1655 commenti

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Uno di quei film che si vedono e non si scordano più. La vita di Christopher Mccandless con il suo desiderio di libertà viene ottimamente rappresentata da Sean Penn in cabina di regia. Belli i paesaggi (sopratutto le riprese in Alaska), affascinante la vicenda (totalmente fedele ai fatti reali) e, soprattutto, riflessiva. Può una persona vivere davvero in simbiosi con la natura, al pari di un uomo del paleolitico? Forse sì, ma ci sono dei limiti...
MEMORABILE: Il mitico bus abbandonato.

Pumpkh75 29/04/16 14:35 - 1749 commenti

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Viaggio straordinario alla ricerca della libertà, quasi estremo nella ricerca della sua soggettività e narrato senza compromessi né moralismi: la strada, affiancata da paesaggi e immagini disarmanti nella loro bellezza, porta a una unica emozione interiore alimentata da un gran cast (bravissimo Hirsh, ma anche Holbrook e la Keener stridono al cuore) ma devastata dalla consapevolezza e dalla solitudine della fragilità umana. Sean Penn attore magnifico e ora anche gran regista. There’s a big, big hard sun...

Il ferrini 18/05/16 23:52 - 2358 commenti

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Un buon film, soprattutto dal punto di vista estetico: le location sono straordinarie e la narrazione, spezzata da vari flashback, riesce a mantenere abbastanza viva l'attenzione. Hirsch è molto bravo, ma anche Hal Holbrook offre una prova di altissimo livello. Nel complesso, dunque, una pellicola gradevole ma non esente da difetti: il commento fuoricampo spesso risulta invadente e in fase di montaggio qualche sforbiciata ai 140 minuti non avrebbe guastato. Colonna sonora monumentale.

Magi94 30/08/17 15:10 - 952 commenti

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Sorta di Easy rider due generazioni dopo; ma se il film di Hopper era testimone di un movimento idealista, ottimista e comunitario, questo di Sean Penn parla di un'inquietudine giovanile spaesata, fragile e (malgrado le parole finali) individualista. Ottimi quasi tutti gli aspetti: regia, recitazione, meravigliosi scenari, colonna sonora e svolgersi della trama. Purtroppo eccessiva enfasi su frasi da santone indiano o sentimentalismi tirati all'eccesso creano una sorta di santificazione del personaggio che talvolta cade nella stucchevolezza.

Decimamusa 2/09/17 17:27 - 102 commenti

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Tratto dalla storia vera di un giovane americano che, seguendo il suo istinto di girovago e amante della natura, evade dalla famiglia e da una vita agiata. Film di alto artigianato, in cui ogni dettaglio viene reso con grande cura: pregevole nelle immagini e nelle inquadrature, suggestivo nella colonna sonora, misurato e coinvolgente nella gestione dei personaggi. Non indulge all'eroicizzazione del protagonista: ne coglie il fascino ma anche la "normalità", pur nel gesto di ribelle anticonformismo. Qua e là qualche eccesso nei toni sentenziosi.

Minitina80 13/05/18 11:09 - 2984 commenti

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Un’opera malinconica e intensa in cui la necessità di ritrovarsi liberi e incondizionati nasce dalle ferite di una situazione familiare lacerante. Impossibile non provare empatia per McCandless, animato nelle sue avventure da nobili intenti, ma vittima della vita stessa. Intelligente la scelta di un montaggio inframezzato da flashback per ripercorrere le tappe del viaggio fino all’arrivo in Alaska. Una scelta diversa avrebbe reso monotono e soprattutto pesante il film facendogli perdere forza. Imperfetto, ma da vedere.

Bubobubo 19/01/19 22:16 - 1847 commenti

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Detesto cordialmente Easy rider e la morale spicciola che spesso si trascinano dietro i road movie: logica vorrebbe che sotto la scure finisse anche questo racconto romanzato del giovane sognatore McCandless. Per fortuna interviene l'imprevisto. Si dimenticano i residui di post-maledettismo hippie, il contrasto interno alla borghesia tra utopia e pragmatica, un'idealizzazione fuori tempo massimo dell'animo umano: i paesaggi sconfinati di un'America selvaggia e bellissima pervadono l'anima, la soundtrack vedderiana carica i sospiri. Balsamico.
MEMORABILE: La piena improvvisa; I campi del Dakota del Sud; Doccia musicata da "Rise"; La natura mozzafiato dell'Alaska; "Tuolumne"; Il finale.

Alex1988 22/03/19 19:25 - 728 commenti

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Film dall'indubbia qualità tecnica che, per alcuni versi, rimanda vagamente al cinema di Malick. C'è qualcosa, però, che non convince fino in fondo: Sean Penn dietro la macchina da presa sembra piuttosto compiaciuto e la sceneggiatura, che alterna momenti del protagonista immerso nella natura ad altri del suo passato, non sembra soddisfare le aspettative che il soggetto (tratto da una storia vera) poteva lasciar trasparire. Comunque va visto almeno una volta.

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Victorvega 2/05/21 11:26 - 502 commenti

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Questo di Penn è sicuramente un gran film. Conta su di una fotografia bellissima, a sottolineare località suggestive, naturali e, soprattutto, una colonna sonora da storia del cinema, con i brani di Vedder. Tutto bello? Certo, ma un tale livello degli elementi citati aumenta la severità nell'esaminare gli altri; e allora occorre rilevare quanto la storia (di ribellione, di libertà), nella sua sostanziale semplicità potesse essere accorciata senza perdere d'impatto. Bello e suggestivo il modo in cui è reso il finale.

Noodles 4/06/21 09:10 - 2228 commenti

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La vera storia di Christopher McCandless, di per sé affascinante e di rara intensità, è raccontata da Sean Penn con maestria in un film indimenticabile che cattura dall'inizio per tutta la sua lunga durata. E fa riflettere tanto sulla nostra società quanto sul se sia possibile sfuggirle, sul rapporto uomo-natura e sul rapporto tra le persone. Tecnicamente eccelso, con una fotografia meravigliosa e una regia impeccabile. Perfetto praticamente tutto il cast, con un Emile Hirsch ispiratissimo. La voce e la musica di Eddie Vedder sono un continuo brivido. Capolavoro totale.

Mr.chicago 26/01/24 01:29 - 96 commenti

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Realizzare un film simile sarà stato perlomeno "estenuante": per due terzi non convince (tranne ovviamente per la splendida fotografia e l'ipnotica colonna sonora) perché di sostanza se ne vede poca, ma l'ultima parte, da quando c’è l’incontro con il vecchio veterano in poi, l'intensità sale e il messaggio del film viene urlato in faccia al pubblico scandendo ogni sillaba in modo che non ci siano dubbi sullo spessore del prodotto e sulla forza della storia...
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  • Discussione Galbo • 24/01/14 13:17
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Si, bel film, ma non posso commentarlo.
    Dovrei parlarne bene, ma detesto troppo il personaggio protagonista, per ragioni familiari ossia l'influsso che ha avuto su uno dei figlioli, già contestatore per conto suo e, dopo la visione di qualche anno fa, aspirante vagabondo in luoghi impervi, dove vivere a contatto con la natura cibandosi dei frutti spontaneamente offerti dalla madre terra...


    Sono sempre più ammirato dalla tua famiglia. Un periodo "contestatore" per un figlio mi sembra rientri nella normale fisiologia. Anch'io l'ho avuto anche se (essendo amante dei confort) non sarei mai andato a vivere nei boschi .... ;)
  • Discussione Daniela • 25/01/14 09:43
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    E vero, il periodo "contestatore" è fisiologico, più o meno lo abbiano passato tutti, però lui questo periodo l'ha iniziato quando aveva 3 anni e ora che ne ha 19 la cosa comincia a stressare parecchio, è come avere un sindacalista di base a casa... :o(
    La visione di Into the Wild è stato il seme caduto su un terreno assai fertile, da questo punto di vista.
  • Discussione Galbo • 25/01/14 14:39
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    E vero, il periodo "contestatore" è fisiologico, più o meno lo abbiano passato tutti, però lui questo periodo l'ha iniziato quando aveva 3 anni e ora che ne ha 19 la cosa comincia a stressare parecchio, è come avere un sindacalista di base a casa... :o(
    La visione di Into the Wild è stato il seme caduto su un terreno assai fertile, da questo punto di vista.


    potresti sottoporlo alla visione di Tanguy ;)
    Ultima modifica: 25/01/14 14:39 da Galbo
  • Discussione Rebis • 26/01/14 01:21
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    E vero, il periodo "contestatore" è fisiologico, più o meno lo abbiano passato tutti, però lui questo periodo l'ha iniziato quando aveva 3 anni e ora che ne ha 19 la cosa comincia a stressare parecchio, è come avere un sindacalista di base a casa... :o(
    La visione di Into the Wild è stato il seme caduto su un terreno assai fertile, da questo punto di vista.


    Strano... ho sempre pensato che il film di Penn non sia esortativo verso il sogno ma piuttosto descriva un personaggio che è prigioniero del proprio sogno e come vi soccomba...
    Ultima modifica: 19/02/20 08:52 da Rebis
  • Discussione Galbo • 26/01/14 07:31
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Nonostante l'epilogo, io ne ho tratto un significato positivo sulla capacità di soddisfare le proprie aspirazioni e sul messaggio radicalmente ambientalista....
  • Discussione Daniela • 26/01/14 09:35
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    CONTIENE SPOILER (per modo di dire, lo sa anche il gatto come finisce il film)

    Beh, qualità cinematografiche a parte, questo è un film che può essere percepito in modi anche opposti: mio figlio l'ha "letto" come un invito all'immersione in una natura non contaminata dalla presenza umana (inquinante materialmente ma anche culturalmente, per i modelli di comportamento imposti), un'avventura per cui val bene la pena di rischiare la vita ed anche perderla ("quale morte più bella?").
    Io invece l'ho visto in modo più vicino a quello sintetizzato da Rebis: il fallimento di un sogno. Fallimento inevitabile perché per vivere in solitudine in terre così estreme bisogna esserci nati oppure avere l'umiltà di imparare dai propri simili che ci vivono (come è costretto a fare per sopravvivere il protagonista del bellissimo e poco conosciuto The Snow Walker).
  • Discussione Galbo • 26/01/14 09:46
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Io propendo per la prima interpretazione anche se ammetto che il finale è un pò estremo in questo senso. Da questo punto di vista credo che il libro di Krakauer sia più esaustivo sulle motivazioni del protagonista.
    Interessante la segnalazione su The snow walker. Non lo conoscevo e cercherò di recuperarlo, grazie per i tuoi consigli sempre preziosi....
  • Discussione Rebis • 26/01/14 16:41
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Daniela ebbe a dire:


    Beh, qualità cinematografiche a parte, questo è un film che può essere percepito in modi anche opposti...[/b]).


    Penso sia uno dei pregi del film, anche se non si può negare che l'approccio del protagonista alla natura sia ideologico, letterario, persino stereotipato. C'è ben poco di istintivo in lui, e ancor meno di originario, primordiale: la sua ribellione è figlia del suo tempo e del suo contesto sociale. Oserei dire che è onanistica. Ricordo ancora la scena in cui fa la doccia in mezzo alla natura... l'immagine è talmente patinata, pubblicitaria, che ho strabuzzato gli occhi chiedendomi: ma Penn ci fa o ci è? Entrambe le cose naturalmente. E' autentico, sincero e appasionato nel restituire il punto di vista del protagonista, ma allo stesso tempo la formalità delle immagini dichiara un distacco, una consapevolezza critica verso quanto sta narrando... Almeno queste sono le conclusioni che mi hanno portato ad apprezzare il film. Diversamente, se la fuga decritta da Penn fosse esortativa, mossa da una pura pulsione ecologica, allora il film sarebbe davvero ingenuo e superficiale.
  • Curiosità Daniela • 25/02/20 18:05
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    A distanza di anni dall'uscita del libro e dall'uscita del film di Penn ad esso ispirato ci sono ancora persone che intraprendono "pellegrinaggi" per raggiungere il bus 142 abbandonato in cui il protagonista visse i suoi ultimi giorni, impresa che è costata già la vita a vari escursionisti:

    https://www.repubblica.it/esteri/2020/02/25/news/alaska_soccorsi_tra_i_ghiacci_5_escursionisti_italiani_alla_ricerca_del_vecchio_bus_di_into_the_wild_-249536876/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S1.8-T1
  • Discussione Daniela • 19/06/20 15:40
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Questa volta sembra proprio che l'autobus sia stato rimosso. Scrivo "sembra" perché avevo letto una notizia simile tempo fa, forse era solo un annuncio a cui non era stato dato seguito: ecco qui