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MMJ Davinotti jr
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Sono in molti a considerare PURSUED un capolavoro o quasi. In realtà questo viaggio psicanalitico travestito da western (ma del Far West più comune c'è poco e niente, giusto qualche cappello, il paesino pericolante, i cavalli, il canyon...) ha sì le movenze del classico, ha sì un Robert Mitchum dall'espressione imperscrutabile che sa donare al film la giusta ambiguità, ha anche poderose musiche (di Max Steiner) e una suggestiva e cupa fotografia, ma tende a concentrarsi troppo su di una storia che appare a tratti semplicistica, con implicazioni psicoanalitiche (il ricorrente sogno con gli speroni) che sembrano inserita più per compiacere qualche appassionato freudiano che non per aggiungere vera...Leggi tutto linfa alla sceneggiatura. Sceneggiatura d'altra parte poco brillante, al giorno d'oggi sorpassata, messa in scena da attori (Mitchum escluso, visto che le sue capacità non sono in discussione) che tendono (specialmente in campo femminile) al melodramma. Di sicuro Raoul Walsh, uno dei più prolifici e ammirati registi americani, sa dare grande respiro a un film che forse in mano ad altri si sarebbe risolto in un teatrino claustrofobico di conflitti interiori e la figura di Jeb è modellata per aderire perfettamente alla presenza scenica di Mitchum, che sembra sempre dimesso e invece sa caricare i suoi personaggi di rara intensità. Penalizzante il doppiaggio italiano (anche se a doppiare Robert Mitchum troviamo un giovanissimo Alberto Sordi, all'epoca non ancora esploso come attore), a causa di un abuso di arcaismi a tratti ridicoli. Un buon dramma d'altri tempi, diretto con brio (e non era facile) ma tutto sommato meno interessante di quanto si dica in giro.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Davvero notevole!:
Daniela, Saintgifts, Cotola, Faggi - Quello che si dice un buon film:
Rambo90 - Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Homesick
Unico sopravvissuto della sua famiglia sterminata dai Callum, Jeb Rand, bambino al momento della strage, è stato allevato proprio dai responsabili della morte dei suoi genitori. Il passato rimosso riaffiora quando Jeb si innamora di Thorley Callum. Western stranissimo, per la presenza massiccia di elementi psicoanaliti ed onirici che si vanno ad innestare su una storia che ha poco a spartire con le convenzioni del genere, in cui il fato svolge un ruolo determinante e l'azione è secondaria rispetto al disegno dei personaggi. Il risultato, pur imperfetto, è unico ed affascinante.
Il West è solo una cornice ruvida e scolorita per quella che, a conti fatti, si svolge come una tragedia greca, intelligentemente rimpolpata di elementi onirici e freudiani che si rincorrono in un equilibrato gioco di flashbacks sotto la plumbea coltre di semioscurità riprodotta da musiche (Steiner) e fotografia (Wong Howe). Seppur gravata dal peso degli anni e da dialoghi di eccessiva melodrammaticità, l’opera è sostenuta da una regia sicura e dai motus animi che si agitano nelle teatrali interpretazioni di Mitchum, Wright e dalla risolutiva Anderson.
A Robert Mitchum non è stato difficile recitare bene in questo film, per quello che ne so gli è bastato essere se stesso. È lui infatti, con la sua maschera, a sostenere un western-noir abbastanza anomalo, assieme alla drammaticamente bella fotografia di James Wong Howe. Teresa Wright, con la sua bellezza ottocentesca è una degna co-protagonista. Film elegante, come eleganti sono gli interpreti e ben diretto. Tutto il film è pervaso da sentimenti di sofferenza e di odio. Odio e amore si toccano nei loro estremi e solo alla fine uno vincerà.
Perché i Callum ce l'hanno tanto con Jeb Rand? La domanda aleggia spettrale per tutto il film, così come quell'aurea di ineluttabilità sul personaggio di Mitchum e sulla sua sorte. Bello e inusuale questo dramma-western con suggestioni quasi da noir che mantiene una buona tensione emotiva e narrativa fino allo svelamento finale. C'è un uso copioso di elementi e onirici e psicologici che non inficia però la riuscita finale della pellicola. Confezione di alto livello, con una segnalazione particolare per la splendida fotografia.
Western atipico, dal taglio noir, che rinuncia quasi del tutto alle sue caratteristiche peculiari per addentrarsi in una storia di una morbosa vendetta, portata a distruggere una famiglia e il cui motivo si scoprirà solo alla fine. Bianco e nero funzionale, incubi ricorrenti, complicati rapporti familiari, tutto per una storia che agisce a livello psicologico sui personaggi e con poca azione. Walsh dirige bene e il film si apprezza, pur con qualche lentezza, supportato dalla buona prova del cast. Da vedere.
Bello questo western psicologico che riesce nella sempre lodata magia di intrattenere mettendo l'accento sulla forma. Robert Mitchum, fotografia plumbea e musica di Steiner sono elementi di fascino. I moti dell'animo ovvero il disegno dei personaggi sono incastonati in un tessuto figurativo elegante. L'attrattiva, per film come questo, è anche nella patina del tempo che dona carattere. Tutto sommato un piccolo classico.
Raoul Walsh HA DIRETTO ANCHE...
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