Note: Originariamente uscito come "Jack's wife" in una versione di 130’ oggi scomparsa, poi ridotto a 89' col titolo di “Hungry Wives" e infine editato per l'home video come "Season of the Witch” (104'), che è la versione che ha circolato in Italia.
JACK’S WIFE (reintitolato HUNGRY WIVES dal produttore che ne tagliò una buona mezz'ora e nuovamente riproposto, sempre senza grandi esiti, col titolo THE SEASON OF THE WITCH dopo il successo di ZOMBI spacciandolo per un film nuovo) è il terzo lavoro di George Romero, dopo LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI e THERE’S ALWAYS VANILLA (una commedia giovanilistica interpretata sempre da Ray Laine, il Greg della STAGIONE DELLA STREGA). A detta dello stesso Romero è un film femminista, nato studiando...Leggi tutto i comportamenti delle sue amiche, e narra la storia di Joan (Jan White), disillusa dalla vita che si getta nella stregoneria per poter credere in qualcosa. Finirà vittima di allucinazioni e amante del ragazzo di sua figlia prima di un finale tragico. Un film appesantito da dialoghi interminabili, malamente copiato dagli esempi europei alla Bergman, di impianto quasi teatrale per la povertà delle scenografie, ingenuo e tremendamente noioso. Solo le prime sequenze si salvano, girate con un buon gusto per il virtuosismo (siamo in una foresta d'autunno e i rami colpiscono il viso di Joan che li respinge...): soggettiva insolite, curiosi movimenti di macchina, lenti e grandangoli in massa per un incipit che Sam Raimi riproporrà a velocità doppia nei suoi due capitoli di LA CASA. Purtroppo il resto del film è davvero desolante: seguire la vicenda (tra l'altro per molti versi simile a quella del già narcotizzante IMAGES di Altman) risulta impresa ardua, esercizio superfluo anche per chi ama alla follia la trilogia dei morti viventi. Qui il regista sembra fare le prove ufficiali per WAMPYR, altro lavoro piuttosto sfibrante ma che resta sicuramente superiore a questo. Romero continua ad essere regista tremendamente altalenante.
Non si capisce bene il senso dell'intera operazione, che ha effetto narcotizzante e pare essere opera tutt'altro che di Romero (è comunque il suo terzo lavoro). La storia è incentrata sulla figura "femminile" e, in quanto tale, è verbosamente pallosa e narrativamente irrazionale. La pochezza delle location (scenografie di uno squallore rarissimo), l'inconsistenza del cast e la leggerezza dell'intreccio lo rendono uno dei peggiori film (tra l'altro non di genere) diretti da Romero (e non solo). Assolutamente da dimenticare. Lacunoso...
Film che esula dalla classica produzione romeriana. Qui il regista pare voler accodarsi al cinema d'autore anni '70, che in pratica si traduce in un dramma femminista caratterizzato da dialoghi interminabili e da uno stile registico scarno ed essenziale, seppur non privo di alcune interessanti parti oniriche e sperimentali. Colonna sonora elettronica settantiana inquietante, più la celebre canzone di Donovan che dà il titolo originale al film. Un film figlio della sua epoca di creazione, ma forse proprio per questo non privo di un certo fascino.
"Tremate, le streghe son tornate"... credo fosse uno slogan femminista anni 70. Qui più che tremare un po' si sbadiglia; colpa dell'impianto teatrale del film, lunghi dialoghi, infinite "dichiarazioni d'intenti". Però... la celebrazione del desiderio femminile di liberazione che si attua mediante le scienze occulte, non potendo esprimersi in maniera palese in una società ancora maschilista... uno psico-horror-thriller con ambizioni sociologiche... se non altro è originale!
Pessimo. L'interpretazione della protagonista Jan White è sconvolgente quanto a cagnaggine. Scenografie approssimative, finale della serie è finita la pellicola (la prima volta che lo vidi ci rimasi!). Romero firma inoltre una pessima regia. Sicuramente un'operazione da dimenticare.
Insolito ma interessante Romero drammatico. Il ritmo latita ma il ritratto di questa donna in bilico tra realtà ed onirismo non manca di spunti intrigranti ed il personaggio risulta abbastanza riuscito. Anche la progressione drammaturgica è buona ed efficace. Ne viene fuori una pellicola riuscità a metà, con alti e bassi. In certe cose è molto invecchiato ma bisogna tenere presente quando fu girato e che quindi è figlio dei suoi tempi. Se cercate il Romero splatter statene alla larga.
Difficile accettarlo come un film di Romero. Il problema principale non è la lentezza, ma il livello della recitazione veramente sotto zero, coadiuvato da un montaggio che talvolta sembra fatto a casaccio. Il doppiaggio italiano della versione dvd è da carcerazione e appesantisce ancora di più il risultato finale. Se non fosse per il nome del regista, difficilmente avrei tenuto la copia originale nella mia collezione. Non prende il minimo dei voti proprio perché a Romero si può perdonare tutto.
MEMORABILE: Quando la figlia Nikki si tradisce da sola facendo capire alla madre che conosce gli effetti del fumare la marijuana.
Una delle opere romeriane (fuori dagli amati zombi) più intense e intriganti, quasi protofemminista, con un'aurea underground settantiana che ne aumenta il fascino. Rosemary's baby secondo Romero (guarda caso citato deliberatamente), bizzarra storia di stregoneria e donne borghesi insoddisfatte, dove il sesso (l'incipit/incubo nel bosco da porno soft bondage) e la solitudine si fondono in incubi e malessere esistenziale. Un po' Altman, qualcosa di Bergman, spizzichi di Gerard Damiano, lievi tracce polanskiane in quella che sembra la versione femminile di Wampyr.
MEMORABILE: L'agonia del marito di Joan, forse una delle sequenze più crudeli e spietate dell'intero cinema romeriano; La figura notturna mascherata.
Film femminile e femminista; vicino concettualmente ai movimenti dell'epoca, lo dimostra anche nella sperimentalità di alcune inquadrature; ma è molto noioso, zeppo di dialoghi a volte narcotizzanti, aggravati nell'edizione italiana da un doppiaggio davvero mediocre. Solo le sequenze dei sogni mi sono sembrate degne del Romero più famoso, così come gradevole è la sequenza con la canzone di Donovan che accompagna l'iniziazione all'arte della stregoneria. È comunque interessante, nel suo non-genere.
Donna di mezza età in crisi approccia la stregoneria: l'iniziazione va di pari passo al riaffermarsi delle pulsioni sessuali e inconsce. Per Romero l'occultismo offre un punto di vista critico e sovversivo sulla società borghese, prima di commutarsi a sua volta in un giogo elitario. Certo, per il taglio sociologico e pauperistico, il film può apparire datato ma le sequenze oniriche e i momenti topici hanno un impatto visivo destabilizzante e l'atmosfera c'è tutta. La protagonista acquisisce gradualmente credibilità e il finale, spietato e romeriano fino al midollo, è un giro di vite micidiale.
L'incipit iniziale lasciava presagire qualcosa di diverso (nel senso di migliore). Un film sconclusionato appesantito, nella versione italiana, da un doppiaggio tremendo. Non so cosa abbia voluto dire Romero con questo film e fortunatamente ricordiamo il regista per opere di ben altra caratura. Delusione incredibile.
Il bel titolo esoterico e la regia di un regista come Romero facevano sperare in un horror; invece il film tratta di casalinghe annoiate in cerca di emozioni che annoiano anche lo spettatore, il quale ne resta pure lui a digiuno per tutta la durata della pellicola. Neanche l'atmosfera settantiana che avrebbe giovato a un vero film di streghe solleva la situazione.
Irrisolto nella forma e nella sostanza. Un dramma sociologico, più che un horror, sulla repressione femminile o su ciò che è sentito da una donna frustrata come repressione quotidiana. Il finale, con la protagonista libera psicologicamente e fisicamente, non scioglie i dubbi: magia o volontà personale? Un'ambiguità, tuttavia, che non riesce mai a elevare il tono medio dello svolgimento filmico. Adeguata la White, meno i comprimari, abbastanza scialbi.
Sono troppi i difetti che penalizzano la riuscita del film e stilarne un mero elenco sarebbe oltremodo ingiusto perché un senso compiuto, almeno nelle intenzioni, è anche riconoscibile. Innanzitutto bisogna contestualizzare la figura femminile della protagonista al periodo storico di appartenenza, per comprendere meglio il significato di ciò che l’autore vuole rappresentare ed esprimere attraverso di lei. Ha il sapore dell’occasione perduta e avrebbe meritato un rifacimento con alle spalle una produzione migliore.
Una donna frustrata dal matrimonio inizia a interessarsi di stregoneria. Inizio '70, piena rivoluzione sessuale: il film mette in luce la voglia di emancipazione femminile come qualcosa di innaturale per le vecchie generazioni; lotta interiore, una sorta di trasmutazione alchemica, tanto che la tresca viene spiegata come maleficio autoindotto e la gabbia matrimoniale come opprimente demone notturno. Romero è brillante nel creare un fil rouge psicologico-esoterico "junghiano" con tocchi psichedelici; purtroppo la pellicola è invecchiata male.
MEMORABILE: Il rituale di iniziazione alla stregoneria nel finale (il finale stesso); Il connubio stregoneria e psichedelia tipica dell'epoca (compresa OST).
Incursione romeriana nella suburbia fatta di mogli insoddisfatte inseguite dallo spettro della giovinezza; Joanie fugge nella stregoneria e trova nuovi territori del desiderio. Soggetta a diversi cali di ritmo ma tutto sommato buona la sceneggiatura, che cadenza elementi di genere lasciando la ferocia alla critica sociale; la fotografia è grezza ma d'atmosfera, il montaggio scattante: tutti elementi che completano un discreto lavoro di regia ancora acerbo ma dal sicuro valore cinematografico e ideologico.
Romero, attraverso la sua protagonista, ci racconta la donna borghese e la sua legittimazione sessuale, sociale ed economica. “La stagione della strega” è chiaramente un film politico, ma l’atmosfera incubotica e i richiami onirici da cui viene spesso fagocitato lo dirottano spesso sui binari dell’orrore. Jan White, in uno dei personaggi femminili più controversi del cinema romeriano, è una sorta di femme fatale dalla psiche mutevole e dall’allure indeformabile. Tanti dialoghi, alcuni guizzi di regia straordinari e un finale glaciale che si tinge di sangue. Sottostimato.
Di pari passo con la rivoluzione femminista degli anni 70, una penetrante analisi sociologica sull’eterno conflitto tra repressione e libertà. Un Romero viscerale, poco incline alla spettacolarizzazione filmica, felicemente infiltrato nei lussuosi salotti di una borghesia tacita e ammuffita, rinsanguata dal peccaminoso e onirico universo della magia nera. Fulminanti le occhiate di Jan White, da brividi il montaggio finale.
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Sì, ha dei momenti davvero notevoli, anche la sequenza dell'evocazione demoniaca e quella sulle note dei Donovan sono molto belle. La scena dell'incubo con l'uomo nero l'ho trovata particolarmente inquietante ma [SPOILER] il finale con l'agonia sotto la pioggia incrociato al rito di iniziazione non si batte...
Rebis ebbe a dire: Sì, ha dei momenti davvero notevoli, anche la sequenza dell'evocazione demoniaca e quella sulle note dei Donovan sono molto belle. La scena dell'incubo con l'uomo nero l'ho trovata particolarmente inquietante ma [SPOILER] il finale con l'agonia sotto la pioggia incrociato al rito di iniziazione non si batte...
In blu ray (e dvd) per Midnight Factory (cofanetto George Romero collection, dove conterrà anche il mediometraggio inedito The amusement park), disponibile dal 17/02/2022.
Zender il titolo originale del film schedato, a rigore, è Season of the witch ovvero quello con cui il film è stato distribuito in home video anche in Italia con una durata di ca 104 minuti. Hungry Wife invece è il titolo con cui, in America, il film è stato distribuito nel circuito dei soft porno con una durata di 89 minuti: questa versione di fatto non è mai arrivata in Italia prima del cofanetto pubblicato da Midnight Factory. Jack's wife infine sarebbe il titolo originario del film che durava 130 minuti ma che al momento risulta perduto.
DiscussioneZender • 9/03/23 15:17 Capo scrivano - 47782 interventi
Ok, detto che a me sembra che il titolo sia Hungry Wives e non Wife, sarebbe quindi tutta sballata la scheda di Imdb (non che sia impossibile intendiamoci)? Perché lì leggo Hungry Wives come titolo originale e Jack's Wife come titolo per l'Inghilterra.
io riferisco quanto viene detto da Romero e nel commento audio di Travis Crawford presente nel cofanetto Midnight Factory: Hungry Wives è il titolo originale della versione ridotta da 89 minuti, non distribuita in Italia. Jack's wife è il titolo di partenza, mentre Season of the witch è il titolo della versione "estesa" da 104 minuti per l'home video, arrivata poi anche in Italia. Ergo, il film schedato e recensito dagli utenti è quest'ultima versione.
Come mai il mio intervento in home video è stato cancellato?
DiscussioneZender • 10/03/23 15:58 Capo scrivano - 47782 interventi
Cavolo Rebis, non capisco. Di certo non l'ho fatto di proposito e me ne scuso proprio! Ma non è quello qui sopra il tuo post in cui spiegavi la cosa? Quale mancherebbe? Forse l'ho spostato senza accorgermene? Forse passando in continuazione da discussione generale a homevideo e cancellando un mio intervento o modificandolo c'è finito di mezzo il tuo, per quanto mi sembri stranissimo. E d'altra parte nessun altro può averlo cancellato tranne Xamini, che non si sogna di fare cose del genere senza avvertirmi prima (e poi lui non passa mai nel forum).
Avevo preso dal tuo post qui sopra per scrivere la cosa in note e cambiare appunto il titolo originale ma in effetti sarebbe giusto metterlo in homevideo... Cosa era scritto in più in quel post rispetto a quello che vedo ancora qui sopra e a cui avevo risposto?
Spiegavo le differenze tra le due versioni del film contenute nel cofanetto MF. Tranquillo, appena ho un attimo lo riscrivo.
Ne approfitto per chiederti di alzare il mio pallinaggio a tre e mezzo e per sistemare la nota come segue (ti è scappata una @):
Originariamente uscito come "Jack's wife" in una versione di 130’ oggi scomparsa, poi ridotto a 89' col titolo di “Hungry Wives" e infine editato per l'home video come "Season of the Witch” (104'), che è la versione che ha circolato in Italia.
DiscussioneZender • 10/03/23 18:00 Capo scrivano - 47782 interventi
OK, comunque la spiegazione è per forza di cose una sola: o io o te per errore l'abbiamo cancellato, altri non possono averlo fatto. Io ovviamente non l'ho fatto intenzionalmente ma purtroppo non posso escludere che un errore avvenga.
Il cofanetto Midnight Factory dedicato a Romero contiene due versioni del film:
1) Hungry Wives la versione ridotta a 89 minuti del cut originale (130') con cui si tentò un rilancio del film nel circuito dei soft porno (?!). L'immagine è ottimamente restaurata, con una grana rispettosa dei materiali di partenza, ben definita e con colori accesi.
2) Versione estesa da 104 minuti: presenta il titolo Jack's wife ma di fatto corrisponde alla versione realizzata per l'home video con il titolo Season of the witch, circolata anche in Italia. Le sequenze ripristinate sul master di Hungry Wives hanno una qualità video decisamente inferiore, sia in termini di definizione che di brillantezza dei colori. Ne deriva una visione meno omogenea ma più ricca di dettagli psicologici e più chiara nei raccordi narrativi.
Entrambe le versioni comunque permettono di recuperare nella qualità che merita un film troppo a lungo sottostimato, in Italia anche a causa della scarsa qualità con cui circolava e di un pessimo doppiaggio, quello sì da soft porno (comunque opzionabile nel menù audio del Blu-ray).