Discussioni su Woman in gold - Film (2015)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/07/15 DAL BENEMERITO CAPANNELLE
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  • Grande esempio di cinema:
    Tarabas
  • Davvero notevole!:
    Caesars
  • Quello che si dice un buon film:
    Capannelle, Ira72
  • Non male, dopotutto:
    Cotola, Galbo, Pigro
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Piero68

DISCUSSIONE GENERALE

9 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Piero68 • 13/01/17 11:04
    Contratto a progetto - 242 interventi
    Durante la visione del film non ho potuto fare a meno di fare un serio parallelismo.
    Se una mattina, un qualsiasi discendente della Monna Lisa Gherardini, intentasse causa al Louvre per ottenere la resituzione della Gioconda, cosa succederebbe??

    E non vale dire che le opere di Klimt furono rubate dai nazisti, perchè ancora oggi nessuno sa per certo come La Gioconda sia finita in Francia nel XVI Sec. Si dice che c'è l'abbia portata Leonardo stesso. Ma di fatto non esiste nessun documento storico che provi la sua vendita o la sua donazione alla famiglia reale di Francia.
  • Tarabas • 13/01/17 14:03
    Segretario - 2069 interventi
    La risposta è molto semplice, la discendente di Monna Lisa dovrebbe provare (come fece la nipote di Adele Bloch-Bauer) di avere un titolo giuridicamente valido per chiedere la restituzione, cosa sostanzialmente impossibile.

    Peraltro, l'attribuzione di un'identità alla donna ritratta da Leonardo non è mai stata confermata e quella che citi tu è una delle tante ipotesi.
    Ultima modifica: 13/01/17 14:09 da Tarabas
  • Pigro • 15/01/17 22:37
    Consigliere - 1661 interventi
    Invece a me è venuta un'altra riflessione.
    La zia desiderava che il quadro andasse al museo di Vienna. Al di là del suo desiderio e del fatto che tecnicamente non era lei la proprietaria, i nazisti presero il quadro e lo misero in quel museo. L'erede del vero proprietario, proprio per amore della zia, fa valere le sue ragioni. E così ne rientra in possesso, dopodiché lo vende a una cifra elevatissima e il quadro finisce a New York... praticamente facendo quello che la zia non voleva!
    Insomma, credo non sia mai stata approfondita l'ambiguità del comportamento dell'erede. Che è legittimo sì (visto che è l'erede), per certi versi doveroso (visto che si trattava di stabilire un principio rispetto ai furti nazisti), ma sicuramente contrario al desiderio della zia che dichiarava di amare così tanto (e che avrebbe potuto rispettare davvero rientrando in possesso del quadro, ma dandolo poi in comodato al museo perché rimanesse lì non più in base a una ruberia, ma per desiderio della donna ritratta e della sua erede).
  • Von Leppe • 15/01/17 23:20
    Call center Davinotti - 1109 interventi
    Ma visto quello che è successo storicamente forse la zia sarebbe stata contenta di far togliere il dipinto da dove lo hanno collocato i nazisti, anche se era lo stesso luogo da lei indicato.
  • Pigro • 16/01/17 09:29
    Consigliere - 1661 interventi
    Von Leppe ebbe a dire:
    Ma visto quello che è successo storicamente forse la zia sarebbe stata contenta di far togliere il dipinto da dove lo hanno collocato i nazisti, anche se era lo stesso luogo da lei indicato.

    Il punto è proprio questo forse sì o forse no. Ci sono quelli che dopo quel che è successo hanno deciso che l'Austria sarebbe stato sempre un paese orribile, da cui stare lontani, facendo cadere sui figli le colpe dei padri (come, appunto, l'erede), e ci sono altri che invece hanno pensato che il nazismo sia stato un momento nella storia di quel paese e che magari - tra le altre cose - proprio la memoria di certe cose tra cui la grande stagione artistica dello Jugendstil dovesse rimanere per mostrare agli austriaci stessi un'Austria migliore. Quindi, che ne sappiamo cosa avrebbe pensato la zia? Tutto quel che sappiamo è che lei avrebbe desiderato di vedere il suo ritratto dentro quel museo...
  • Tarabas • 16/01/17 10:01
    Segretario - 2069 interventi
    Per quel che spiega il film (che è accurato sotto questo punto di vista), giuridicamente la discussione è oziosa, perchè il testamento non era valido, dato che il proprietario del quadro era il marito, che lo lasciò con tutte le sue proprietà ai nipoti, una dei quali era Maria Altmann.

    Sulla questione dell'ambiguità del comportamento di Maria Altmann, onestamente trasecolo.
    Forse non è chiaro cosa abbia rappresentato l'Anschluss nella storia dell'ebraismo austriaco e della vita sociale austricaca in generale.
    Non un episodio ma l'episodio.

    Se Adele Bloch-Bauer avesse visto quello che era successo al suo paese, dubito fortemente che avrebbe voluto il suo ritratto al Belvedere.
  • Pigro • 18/01/17 21:36
    Consigliere - 1661 interventi
    Tarabas ebbe a dire:
    Sulla questione dell'ambiguità del comportamento di Maria Altmann, onestamente trasecolo.
    Forse non è chiaro cosa abbia rappresentato l'Anschluss nella storia dell'ebraismo austriaco e della vita sociale austricaca in generale.
    Non un episodio ma l'episodio.

    Se Adele Bloch-Bauer avesse visto quello che era successo al suo paese, dubito fortemente che avrebbe voluto il suo ritratto al Belvedere.


    Certo che è chiaro. Questo non toglie che, a distanza di ben 53 anni dalla fine della guerra (perché il film, che riprende la storia vera, inizia 53 anni dopo), si può anche pensare all'Austria come a un paese complesso e civile anziché come a un covo di nazisti da cui strappare un'opera d'arte trafugata. Ripeto: non critico la legittimità (che è ovvia) e neanche l'iniziale spinta di Maria Altmann (che è comprensibile e storicamente doverosa, come ho scritto in un mio commento precedente, proprio rispetto alla questione del nazismo), ma il pensiero che sta dietro all'ostinazione sull'operazione che, dopo 53 anni, significa solo punizione delle nuove generazioni (peraltro in perfetto stile biblico: le colpe dei padri ricadano sui figli) e non di punizione dei veri criminali.
    E comunque si torna al solito punto "Se Adele... dubito che...": siamo alle ipotesi. Magari Adele avrebbe pensato che invece il quadro voleva lasciarlo proprio lì, a memoria di un periodo straordinario e a monito per gli austriaci di oggi, anziché farlo portare in America dalla nipote per essere venduto all'astronomica cifra di 135 milioni di dollari... Che ne sappiamo? Ogni ipotesi è valida, e a maggior ragione la nipote poteva accampare tutte le ragioni tranne il rispetto della (non) volontà della zia.
  • Von Leppe • 18/01/17 22:38
    Call center Davinotti - 1109 interventi
    Anche 135 milioni di dollari sono un buon motivo...
  • Tarabas • 19/01/17 09:57
    Segretario - 2069 interventi
    Che non si è tenuta, peraltro.