Buiomega71 • 27/08/17 17:41
Consigliere - 25934 interventi Rassegna estiva: Notti d'estate buie(sche) e senza stelle
Intenso e penetrante dramma dalle venature psycho-thriller, gioco psicologico torbido e sofferto tra una poliziotta infiltrata (Helen Hunt, piena di tormenti e angoscie) e un assassino di bambini (Steven Weber , diabolico e viscido, inquietante nella sua "innocenza" dannata e dall'animo oscuro e impuro), in un intelaiatura quasi kinghiana, che sonda le derive della mente umana e penetra nei profondi meandri della psiche (ora contorta, ora flebile e vulnerabile)
Anspaugh dirige magnificamente questo abisso dell'orrore e della solitudine, della mente deviata di un assassino di ragazzini , delle incertezze e delle debolezze di una giovane poliziotta, omettendo clichè e convenzionalità , e concentrandosi sul rapporto vittima/carnefice/sospettato/indagine poliziesca (ma lontana anni luce dalle solite derive che il genere chi ha abbituati), per affondare nel lato nerissimo dell'animo umano.
Un paesino che sembra uscito da un racconto di Stephen King, cadaveri di ragazzini rinvenuti nei boschi, una cupezza di fondo tangibile e dolorosa (la chiusa finale, l'immedesimazione, il tradimento, le confessioni, i ricordi d'infanzia) in un gioco al rimpiattino di profonda e caliginosa sofferenza.
Il registratore che brucia la pelle della Hunt (come in BlOW-OUT e IL PRINCIPE DELLA CITTà), il ghigno malefico e gelido di Weber oltre la vetrata nello stanzino del carcere, quando viene a sapere "la verità", l'intrusione nella casa, la scoperta del registratore, la confessione (agghiacciante nella sua semplicità e naturalezza nell'uccidere) di Weber nella sua stanza, il dolore dei ricordi
Uno dei film più originali e tormentati sullo stretto rapporto poliziotto/assassino, che lascia un senso di vuoto e solitudine.
Plauso a Don Johnson che ha prodotto quest'opera coraggiosa e ben poco commerciale
Quando il grande cinema è destinato al piccolo schermo
Consigliatissimo.
Buiomega71
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