Discussioni su Verso il Sud - Film (2005)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/08/09 DAL BENEMERITO SAINTGIFTS
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    Saintgifts, Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 6/07/12 10:57
    Consigliere - 26006 interventi
    Luoghi da sogno, milf illuse di provare ancora il brivido dell'amore e della passione, gelosie femminee, attente psicologie di signore che passati abbondantemente gli "anta" si ritrovano ciniche e disilluse (ma non poi molto), come la Ellen di Charlotte Rampling (algida insegnante di francese in un college femminile-impagabile il suo racconto a riguardo-), che sembra sì menefreghista e cinica all'ennesima potenza, ma è quella che si rode di gelosia per il ragazzone dalla pelle d'ebano (Legba), piacevole e conteso Drum, e che accuserà di più il colpo nell'amaro finale.

    Gelosa di Brenda (Karen Young), che ha provato il suo primo orgasmo a 45 anni, proprio con un indigeno haitiano, e da allora alla ricerca di quel piacere "perduto".
    Donna fragile, romantica, che non sopporta come gli altri la guardino ("Legba mi guardava in modo diverso, ero innamorata del suo sguardo", dirà...) ma che alla fine prende coscienza di sè, decisa a esplorare nuove esperienze, nuovi continenti, nuovi orizzonti.

    Il turismo sessuale femminile in quel di Haiti, tra villaggi da sogno e location nature da mozzare il fiato, una via di mezzo tra Paradise (da un momento all'altro mi aspettavo che risuonasse la canzocina cantata da Phoebe Cates)e un algido e realistico Emmanuelle, ma senza pruderie o sesso a buon mercato.
    Sullo sfondo la miseria e la dittatura di un paese allo sfascio, dove mancava solo il voodoo, come ben ci aveva raccontato lo zio Wes in Il serpente e l'arcobaleno.

    Laurent Cantet (ottimo, oserei dire) non giudica, filma come un documentarista (aiutato dalla bellissima fotografia di Pierre Milon), fà parlare le sue attrici in macchina (un pò come fece Ken Russell con Theresa Russel in Whore), impagabile il racconto della Young sul suo primo orgasmo con un giovane haitiano "adottato", mostra gioie e spensieratezze delle cinquantenni in calore (tra canne e balli sulla spiaggia), e una realtà dura, per le strade di Haiti, tra ragazze gelose che girano in Mercedes come dei boss mafiosi, inseguimenti da film poliziesco americano tra le viuzze malfamate (tipo quella di Franco Nero e Werner Pochat nel Cacciatore di squali) e fredde esecuzioni quasi hanekiane.

    Lento, ipnotico, dialogato (da antologia il cinismo della Rampling, senza peli sulla lingua), che però lascia l'amaro in bocca, non affondando del tutto il coltello nella ferita e rimanendo nel limbo del "vorrei ma non posso", dove Cantet si dimostra narratore eccellente, ma che non riesce a osare oltre. Peccato...

    Amore "rubato" sulla spiaggia di notte, la gelosia della Rampling che si tramuta in possesso e cattiveria (quando la Young compra un vestito cool a Legba, la Rampling sferra:" Sembri un negro di Harlem!". Oppure, lapidaria:"Gli unici uomini che proverebbero interesse per noi sono gli sfigati o quelli che hanno più corna delle lumache") , di un illusione che vive solo di un estate ("Qui, tutto è possibile").

    Bellissima , da innamorarsene, la Karen Young, che non ricordavo così bella davvero ( se non che il mio ricordo era rimasto alla vittima di stupro nel "rape and revenge" Hand gun- Un bersaglio particolare), fragile, dipendente dai valium, ma bellissima da impazzire.

    E vederla scatenarsi in una danza tribale, sotto gli occhi basiti dei turisti del villaggio, che manco la Nadia Cassini nel Dio Serpente, lascia di stucco.

    Visto il materiale, Cantent, poteva osare di più, non lo ha fatto, ma quei luoghi, quelle milf (come la Young) e quell'amarezza di fondo, ti rimangono anche dopo la visione del film. E non è poco...
    Ultima modifica: 6/07/12 13:57 da Buiomega71