Discussioni su Vado a vivere da solo - Film (1982)

DISCUSSIONE GENERALE

30 post
  • Zender • 21/07/19 09:01
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Detto che il sequel è ahinoi da dimenticare, l'originale riusciva come pochi a inquadrare una certa postgioventù d'epoca, impersonata al meglio da un Jerry al tempo sulla cresta dell'onda. Tante le gag rimaste (nel loro piccolo s'intende) nella storia per un film che al tempo mi era sembrato sincero e in qualche modo differente da quanto s'era visto prima in tema bamboccioni. Certo visto oggi può apparire anacronistico, ma era il ruolo perfetto per Jerry.
  • Schramm • 21/07/19 19:09
    Scrivano - 7694 interventi
    fondamentalmente d'accordo su tutto. a freddo aggiungo che posso capire perché possa lasciare intirizzito, perplesso o deluso chi, come rare, non è cresciuto in quegli anni e non ne ha vissuto in prima persona lo spirito. per le più recenti generazioni la comicità di un film come questo, strettamente interfacciata a stagionali (e a loro modo epocali) tormentoni televisivi di allora (d'altronde un vezzo di calà), rimane quasi incomprensibile. però non c'è dubbio che assieme a sapore di mare questo rimane il film dove calà ha dato il 100%. personalmente, poi, la canzone omonima che accompagnava il trailer (e che nel film si sente solo nei titoli di coda) resta un mio mnemonico punto debole affettivo
    Ultima modifica: 21/07/19 19:22 da Schramm
  • Kanon • 21/07/19 21:57
    Fotocopista - 835 interventi
    Non ricordo molto la pellicola, però potreste a grandi linee elencare o spiegare il contesto sociale in cui questo film nasce e tenta di farne commedia ? Mi incuriosisce.
  • Zender • 22/07/19 07:35
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Il contesto sociale è quello degli Anni Ottanta, rispecchiati a mio parere molto bene sia dal linguaggio che dai personaggi (che pure hanno ancora certo sapore seventies tipo il Di Cioccio che affitta la casa a Jerry, la stessa disinibita Audrey). L'idea stessa de figlio di papà che per andare a stare da solo dice "Sia chiaro, i soldi... me li date voi". Io l'ho visto sinceramente una vita fa e dovrei rivederlo, ma lo ricordo con grande affetto e non penso sarebbe un film collocabile in altra epoca se non quella.
  • Schramm • 22/07/19 15:23
    Scrivano - 7694 interventi
    esatto, aggiungici le modalità diciamo così post-moderne del modus citandi di calà, vero e proprio imbuto di birignao pubblicitari, sloganistici e musicali d'epoca (boutades che ascoltate oggi da chi è nato, poniamo, a fine anni 90, l'effetto potrebbe essere "ma dovrei ridere?!") e il film si arrocca vieppiù in quel periodo, perdendo di atemporalità. però sono con zender, chi ha qualche primo peluzzo bianco sul pizzetto se lo rivede con affetto e tenerezza.
  • Raremirko • 22/07/19 22:29
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    fondamentalmente d'accordo su tutto. a freddo aggiungo che posso capire perché possa lasciare intirizzito, perplesso o deluso chi, come rare, non è cresciuto in quegli anni e non ne ha vissuto in prima persona lo spirito. per le più recenti generazioni la comicità di un film come questo, strettamente interfacciata a stagionali (e a loro modo epocali) tormentoni televisivi di allora (d'altronde un vezzo di calà), rimane quasi incomprensibile. però non c'è dubbio che assieme a sapore di mare questo rimane il film dove calà ha dato il 100%. personalmente, poi, la canzone omonima che accompagnava il trailer (e che nel film si sente solo nei titoli di coda) resta un mio mnemonico punto debole affettivo


    Grande schramm, proprio così.

    Per il resto, ribadisco comunque che trovo l'opera più utile a livello sociologico che filmico.
  • Markus • 23/07/19 12:02
    Scrivano - 4775 interventi
    Come fatto notare è un film inchiodato a quegli anni: si scorge un po' di edonismo e spensieratezza Anni '80, ma si percepisce da alcuni dettagli il vissuto della giovinezza nel decennio precedente. Complessivamente lo considero un buon film (a patto che piaccia Jerry Calà, se no si parte prevenuti). Bisogna pure far notare che è stato l'esordio alla regia per Marco Risi, quindi come tutte le opere prime ci sono i pregi della freschezza ma anche i limiti di chi, per la prima volta, ha a che fare con attori professionisti (…il loro estro!), le varie problematiche che si possono incontrare e riuscire a tenere alto il tenore di comicità/ritmo per tutta la durata. Il film, infatti, pecca di una regia non propriamente robusta. Calà fa Calà e lo fa bene; qui in versione esordiente da "solista", quindi se vogliamo anche lui era più o meno nelle stesse condizioni del suo regista. Il connubio Risi-Calà (ben tre film insieme) è stato per me una delle cose più interessanti del cinema "commerciale" italiano Anni '80.
  • Ruber • 17/04/20 16:34
    Formatore stagisti - 9246 interventi
    Rivisto ieri sera e avandone il dvd, devo dire che il film e invecchiato molto bene , anzi dirò di piu, fa probabilmente ancora piu ridere di quando lo vidi diversi anni fa in tv.

    Calà perfettamente a suo agio in un ruolo che gli era cucuto addosso, (d'altronde buona parte della sua filmografia è basata sull eterno studente a caccia di ragazze con situazioni tragicomiche), e poi cè secondo me il vero pprotagonista o quanto meno il cooprotagonista assoluto del film ossia il mitico loft rifatto in stile kitch diventato negli anni un piccolo cult per gli amanti del film. Anche il cast di contorno era veramente ben assortito, con caratteristi e attori perfetti nei loro ruoli come la divertente friulana Vazzoler nel ruolo della mamma con una mimica fantastica (il suo grossolano pianto e la sua spudorata risata), e un Buzzanca superlativo per certi versi, con quel suo "Signoraaaaa" e quel suo divertente sarcasmo che si intrufola in casa del povero Calà rendendogli la vita ancora piu difficile. La prima regia di Risi è da applausi non era facile alla prima incastrare il tutto, certo foirse aiutato anche da Calà stesso che allora (purtroppo ora non più) era pieno di energie e idee, che hanno contribuito alla fortuna dei suoi film in queglli anni.

    Non capisco come si può dire che sia anacronistico? Anacronistico di cosa e perchè? Perchè i giovani d'oggi non sono piu come il protagonista o non ci si vedono piu in lui? Ma questa è storia vecchia, anche negli anni successivi il cinema italiano sfornò protagonisti che negli anni successivi erano gia abbondatemente sorpassati. Magari averlo oggi il Calà di quegli anni o il poter tornare indietro a quegli anni rivivendoli, in quel film e in tanti altri li c'era un energia enorme che poi ahimè si è persa negli anni a venire.
  • Zender • 18/04/20 18:12
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Ma certo, concordo. Anacronistico nel senso appunto che i giovani d'oggi non sono più come il protagonista o non ci si vedono più in lui. Ciò non vuol dire che sia un difetto, rispecchia bene certa "gioventù" di quegli anni ed è un film che adoro.
  • Schramm • 19/10/23 14:28
    Scrivano - 7694 interventi
    il flano rafforzativo del Corriere della sera

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