Discussioni su Un eroe piccolo piccolo - Film (1993)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/11/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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  • Davvero notevole!:
    Alexcinema
  • Quello che si dice un buon film:
    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 23/11/19 10:14
    Consigliere - 25943 interventi
    Piccolo e intenso film sull'adolescenza dall'intelaiatura spielberghiana e dai chiaroscuri kinghiani (oggi tornata in auge con Strange things e Summer of 84), che di primo acchito sembra una commedia zuccherosa per famiglie in stile Chris Columbus (complice anche la brutta locandina e il titolo disneyano), ma che in realtà è un dramma ruvido, a volte doloroso, che non risparmia amarezze e scivolate nello psychothriller.

    Una sorta di Buio dietro la siepe, condito con riverberi da Ammazzavampiri (lo show notturno horror di De Vito stile Peter Vincent, i classici della SF anni 50 trasmessi in tv, il vicino di casa psicopatico e nazistoide che darà non pochi problemi-anche se quasi tutto il vicinato non ha tutte le rotelle a posto-), fino a lambire, nel prefinale, i territori horror/thriller (l'intrusione notturna in casa di Sinise, l'inseguimento sul grande albero che ricorda papà Freeling e figlioletto nel primo Poltergeist, la rovinosa caduta in mezzo a feroci dobermann-un pò come finiva George Kennedy in Una calibro 20 per lo specialista), in mezzo il dolore della perdita, l'elaborazione del lutto, la difficoltà di un padre-bambino di crescere da solo i propri figli, la "guerra" contro i suoceri, il rifugio nell'alcool, i veri mostri che si annidano al di là del recinto di casa, un ragazzino sveglio che dovrà badare non solo a se stesso.

    Ottima prova registica del produttore Marshall Herskovitz, che sensibilmente e delicatamente narra senza sbavature, passando a omaggiare Spielberg (l'innamoramento in classe durante la lezione), Mulligan (To Kill a Mockingbird è il referente principale), Craven (gli orrori che si possono celare dietro le case di quartiere)e Stephen King (come se fosse un racconto contenuto in Stagioni diverse), ma con una personalità e un tatto narrativo davvero degno di nota.

    Il film fu un bagno di sangue al botteghino, ma facile capire perchè, in quanto destabilizzante (la classica pellicola che non ti aspetti se vista a scatola chiusa), dove il regista evita tassi di glicemie, ma anzi, azzarda momenti non propriamente da film per famiglie da mulino bianco.

    Il bambino che vive coi nonni che sembrano usciti da un film di David Lynch, lo stesso bambino vestito da gerarca nazista nella notte di Halloween, lo schiaffo violento che le ammolla il nonno, fumando sfacciatamente una sigaretta che non promette nulla di buono per il suo futuro, l'ossessione incubotica della madre morta (e flashback dell'incidente dopo l'ennesima litigata con il marito), L'invasione degli ultracorpi che fa da catalizzatore sull'america xenofoba e intollerante, la terribile punizione al fratellino più piccolo, messo davanti alla staccionata dei dobermann ringhiosi e furiosi, il cane avvelenato, il ragazzo ritardato, la storiella d'amore con la compagnetta di scuola Reese Witherspoon(a sbaciucchiarsi in cameretta, sotto il posterone di King Kong, mentre gli altri ragazzini sono fuori a giocare), dove poi, lei, d'improvviso, rifiuta categoricamente, Danny De Vito che sbrocca con mazza da baseball in mano accanendosi sull'auto di Sinise/Norman, e su tutti il nazistoide psicotico (e si presume pedofilo), sciancato di Gary Sinise (che guarda caso si chiama Norman, appunto), gelido, torvo e squilibrato fanatico della razza ariana che sembra sbucato fuori dall'Allievo (da antologia il porta a porta xenofobo con De Vito: "Una volta LORO non c'erano in questo quartiere", "LORO chi?", "Sporchi negri e ebrei")

    Pochi attimi di serenità (la cena a base di gulash, la vittoria dell'Okland al campionato di baseball) in un film tanto sottostimato e sottovalutato (nemmeno il Ciak dell'epoca lo recensiva), quanto da riscoprire e rivalutare.

    Straordinari pezzi nella colonna sonora (il film è ambientato nel 1972), e tra una scena di Assalto alla terra e de L'esperimento del dottor K, De Vito fa lo show orrorofico in televisione nascondendo, dietro a pagliacciate da baraccone, la sua vita che va in pezzi e dove il fallimento è dietro l'angolo.

    Tra le migliori performance del piccolo grande attore sicuramente (in un ruolo decisamente drammatico), coadiuvato dal bravissimo Robert Steinmiller Jr e da un luciferino Sinise.

    Di maniera lo score di James Horner, ma avvolgente la fotografia (ora oscura, ora dai toni pastello) di Fred Murphy.

    Di rara profondità emotiva il momento del gioco agli scacchi con il "glaciale" nonno materno.

    Per il sottoscritto una piccola gemma grezza che avrebbe meritato maggior fortuna (anche a dispetto di titoli ben più ruffiani e blasonati).

    Dolcetto o scherzetto? E il sangue si ghiaccia quando dietro al falso candore di un bimbo parte il saluto nazista.
    Ultima modifica: 23/11/19 15:49 da Buiomega71