Buiomega71 • 13/11/18 10:29
Consigliere - 25998 interventi La solfa non cambia, e nemmeno la consistenza
Però, quì, Wan c'ha una marcia in più rispetto al deludente primo capitolo, su tutti l'incipit che apre il film (sui finestroni che piangono della magione di Long Island che conosciamo fin troppo bene), sorprendente , piccolo, film nel film, sorta di micro remake, dove in nemmeno dieci minuti, tra fucilate e stragi famigliari, Wan manda al macero il fiacco restyling del 2005 riverberando Rosenberg e Damiani in scintille di gran cinema.
Dopo il fulminante inizio, Wan si perde però per strada, e la sua mano diventa irriconoscibile, dando spazio (troppo) a momenti da commedia (la stupidissima scena dei poliziotti e delle sedie che si muovono da sole, davvero imbarazzante), noiose disgressioni dickensiane e affidando il tutto ad una ragazzina che lindablairianamente grugnisce, lievita, ghigna e lancia epiteti contro la madre
Zitta, brutta vacca, rubacchiando allo Shyamalan del
Sesto senso (sotto le lenzuola con la torcia), rispolverando espedienti da
Insidious (il vecchio seduto sulla poltrona non visto dal ragazzino, ma solo dagli spettatori)
Nel bel mezzo di un look british alla Ken Loach, Wan ci piazza ectoplasmi senili da fare quasi tenerezza, il camioncino dei pompieri alla
Incontri ravvicinati, i soliti jumpscare tra bù e bubusettete, un televisore che fa le bizze poltergestiane e le pantomime paranormali con il telecomando , scantinati allagati, intonando canzoni melodiche del Re di Memphis, e la noia comincia a bussare alla porta, nonostante Wan omaggi Tim Burton (l'uomo storto è comunque geniale e tipicamente waniano, diretto discendente dell'universo incubotico/macabro/infantile/pupazzoso del regista di
Saw, così come la filastrocca che ristagna nella piccola, e bergmaniana, lanterna magica) e le metamorfosi canine della
Cosa carpenteriana
Cerca di creare nuovi spettri terrifici (la suora demoniaca), ma la scena del dipinto nello studio risulta pacchiana, riempie le stanze dei manifesti di David Soul e Paul Michael Glaser, per poi sostituirli con croci ovunque, che vengono capovolte in odor di blasfemia, mentre la ragazzina si disarticola nei bugigattoli, si arma di coltello, sogghigna e diventa preda di un male assoluto.
E tra situazioni da sitcom , tutti insieme appassionatamente versione mefistofelica, accenni pedofili (la bambina che fuma e vuole baciare con la lingua, conciata che manco
Pretty Baby), Wan si (ri)desta nel gran finalone (già con le registrazioni audio sincronizzate) tra pali accuminati, pioggie torrenziali, inquadrature sghembe, manifestazioni diaboliche (la suora tenebrosa, ancora l'uomo storto nella tenda), bajour a intermittenza, coretti religiosi televisivi, stanze calliginose dove si annida il male e un bellissimi rimandi all'
Esorcista 2 L'eretico (la ragazzina davanti al finestrone che và in frantumi) e a
Sentinel (l'essenza del male sulla poltrona, tra infernali figure cristologiche e tanfo di vecchiume), la tensione regge meglio che nel primo e salta fuori il Wan che tanto abbiamo amato in passato (con pezzi di regia mozzafiato).
Perdonabili alcuni scivoloni nella CG
Certo, in più di due ore di durata è magari poca cosa, ma quando Wan pigia sui suoi incubi personali non ce ne per nessuno
Timidamente superiore al primo (che comunque aveva una location più sinistra e, anche se fiaccamente, la mano di Wan si avvertiva di più), ma anche quì non esente da scelte narrative discutibili e da una larvata stanchezza (e buonismo) di fondo
Ma grazie al quel finale satanicumpandemoniumwaniano (e all'incipit strabiliante nella casa DeFeo, che si pappa tutto il primo capitolo) l'asticella si alza qualche gradino sopra al palliduccio predecessore, anche se i due
Insidious erano tutt'altra dimensione.
Aiutatemi, lui non lascia me andare...
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 13/12/16
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