Discussioni su Tempo di reazione - Film (2011)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/08/11 DAL BENEMERITO GESTARSH99
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  • Davvero notevole!:
    Paulystone
  • Quello che si dice un buon film:
    Cinno88
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Gestarsh99, Capannelle

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Gestarsh99 • 11/08/11 18:36
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Nonostante le sperticate e volenterose elucubrazioni socio-politiche fornite dal regista in una sua intervista rilasciata a CINEBLOG.IT, personalmente non ho ritrovato nulla dei preannunciati input di critica metaforica alla criminalità organizzata.

    E dire che il buon Micciulli, più che ammettere come modelli ispiratori i limpidi The Mist e Right at your door, aveva preferito citare addirittura Gomorra...

    Potenza dell'immaginazione.
  • Tempo1 • 24/08/11 01:58
    Disoccupato - 2 interventi
    Gestarsch88 ebbe a dire:
    Nonostante le sperticate e volenterose elucubrazioni socio-politiche fornite dal regista in una sua intervista rilasciata a CINEBLOG.IT, personalmente non ho ritrovato nulla dei preannunciati input di critica metaforica alla criminalità organizzata.

    E dire che il buon Micciulli, più che ammettere come modelli ispiratori i limpidi The Mist e Right at your door, aveva preferito citare addirittura Gomorra...

    Potenza dell'immaginazione.


    Ciao, sono Raffaella Panella, responsabile di produzione del film.
    Mi spiace che il film non ti sia piaciuto. Devo però correggerti su quelli che chiami "modelli ispiratori limpidi", perchè quando abbiamo girato il film (agosto 2007) The Mist non era neanche uscito, mentre ti assicuro che ancora oggi (agosto 2011) ne' io ne' Micciulli abbiamo avuto l'occasione di vedere Right at your door, che NON E' fra i punti di riferimento del film. Per quel che riguarda Gomorra poi, forse hai frainteso la dichiarazione del regista, nella intervista da te linkata e' abbastanza chiaro il discorso fatto rispetto al film di Garrone, anche quest'ultimo pero' non è un punto di riferimento per Tempo di reazione.
    Il film non è una metafora ma una allegoria, parla del rapporto fra la società italiana e la mafia.
    Ho visto che comunque hai dato due palline di critica al film: c'è quindi qualcosa che ti è piaciuto e salvi? Mi piacerebbe parlarne se vuoi.
  • Gestarsh99 • 24/08/11 11:16
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Ciao Raffaella,
    mi fa piacere che tu abbia letto, tra le tante valutazioni scritte in rete, anche la mia modesta opinione sul film.
    Innanzitutto voglio in qualche modo scusarmi se la mia stroncatura ti è potuta sembrare un po' troppo secca e irritante ma qui sul Davinotti- come anche su ogni forum di critica amatoriale e professionale- siamo tutti chiamati ad esprimere la nostra opinione, che resta sempre vincolata a gusti e background squisitamente personali. Converrai però che si tratta di un giudizio espresso in maniera corretta e sicuramente non volgare ed offensiva.

    Venendo al punto "riferimenti/spunti/citazioni" devo ammettere in maniera candida che non sapevo assolutamente che il film risalisse addirittura al lontano 2007 (osservando il Dianetti protagonista un sospetto mi era però balenato...), ecco perchè ho trovato consono, visti gli elementi in comune e le fortissime analogie tematiche, ricollegare il vostro film ai blockbuster The Mist e Right at your door.
    Se sul primo accostamento posso benissimo dare ragione alle tue riserve e precisazioni (bisogna però sottolineare che resta sempre la strana "concomitanza" della parte in cui vengono tirati in ballo gli esperimenti scientifici top-secret svolti nelle vicinanze della cittadina sommersa dalla nebbia misteriosa), altrettanto non posso fare con Right at your door, che come ben saprai è uscito nelle sale inglesi (e quindi poco dopo anche sul web) nell'autunno del 2006 (nonostante fosse già stato proiettato al Sundance nel mese di Gennaio).
    Non sto mettendo in dubbio la tua buona fede sul fatto di non aver mai visionato il film in questione ma purtroppo il mio compito è quello di basarmi su quello che vedo.
    Le similitudini sono molto sconcertanti, partendo in primis dalla donna/moglie che esce di casa all'inizio del film, passando poi alla diffusione in breve tempo della nebbia mortifera e finendo con la costrizione claustrofobica tra le 4 mura casalinghe (col film che si svolge interamente agli "arresti domiciliari").
    Saranno madornali coincidenze ma io devo valutare ciò che le immagini mi trasmettono a pelle e questo vale per qualsiasi pellicola visionata.
    Facendo un esempio tra i più banali.
    Mettiamo il caso che Sergio Pastore (morto purtroppo nel lontano 1987) venisse per miracolo da me giurandomi sulla Bibbia che al momento di filmare Sette scialli di seta gialla, sia lui che i soggettisti/sceneggiatori non avevano mai visto nemmeno un fotogramma della precedente trilogia animalesca argentiana. A questo punto cosa dovrei fare io, cambiare il mio giudizio sul suo film e cancellare dal commento ogni richiamo all'aggettivo "argentiano"?
    E con quanti migliaia di altri film ed autori dovrei poi ripetere questa procedura...?

    Non so se hai compreso il senso del mio discorso: si tratta di dare un giudizio su ciò che passa davanti agli occhi, letture e giustificazioni autoriali passano in secondo piano. Altrimenti non si tratterebbe più di critica ma di analisi concordata tra le parti.


    Secondo me, il film in se non è scadente o mal realizzato ma patisce in modo abbastanza evidente la staticità della mono-location, che unita alla recitazione non proprio eccellente finisce coll'appesantire ancora di più la visione del film.
    Certo bisogna poi mettere in conto il budget esiguo e una certa acerbità di regia ma quanti registi al loro debutto super-squattrinato hanno tirato fuori opere divenute in breve tempo cult e capolavori?
    Ti parlo di quasi tutti i più grandi nomi dell'horror, in primis lo spiantatissimo esordiente Romero (eppure guarda che opus ti ha tirato fuori...)
    Economia ed inesperienza non mi sembrano scuse dal valore solido.


    Per quanto concerne infine il discorso sull'allegoria
    "società italiana/mafia", non mi resta che ammettere i miei evidenti limiti (almeno in questo particolare frangente). Questa criptica lettura di secondo livello non mi sarebbe mai e poi mai venuta nemmeno per l'anticamera del cervello, ti giuro.
    E dire che di film ermetici ed insondabili ne ho visti in vita mia di cotti e di crudissimi (Shozin Fukui e le sue opere sono forse il massimo punto di non ritorno in questo ambito) ma questa lodevole interpretazione non l'ho assolutamente colta.
    Mancano del tutto gli input che consentano allo spettatore (chi lo vedrà probabilmente me ne darà ragione) di cogliere riferimenti e sfumature tali da indirizzarlo in direzione allegorica.
    Non dubito che gli intenti originari fossero proprio quelli di creare un parallelismo nascosto tra società e criminalità ma osservando l'opera anche con la massima attenzione, quello che emerge è solo il nudo versante "generico" e fanta-orrorifico.
    L'unica cosa che, sempre dopo la tua spiegazione, mi è tornata alla mente è che nel film si parla di "donne giovani con in mano il potere", che in pratica sono le uniche a poter uscire all'aperto per cercare rifornimenti e cibarie destinati ai reclusi (essendo loro immuni all'effetto ustionante della nebbia).
    Non so, forse si trattava di una velata allusione alle mogli dei mafiosi, che si incaricano di coprire ed aiutare i loro uomini latitanti e imboscati in casa?
    Ho tirato ad indovinare, sia chiaro ;)
    Equivalenze captabili tra nebbia e malavita organizzata mi risultano solo astruse forzature post-visione e i tre diversi modi (indicati dal regista nell'intervista) con cui i protagonisti reagiscono ad essa non mi sono parsi tanto esemplari e ficcanti da potersi ergere a specchio paradigmatico delle dinamiche etiche e sociali del nostro Paese.
    Te lo dico in tutta franchezza.

    Io a questo punto inviterei anche altri davinottiani a visionare il film, in modo da poter avere un quadro valutativo più ampio e meno personalistico.
    Io ti ho espresso il mio trasparente e sincero punto di vista, senza spocchie nè inutili filtri accondiscendenti.

    Comunque sono sempre apertissimo a delucidazioni approfondite che possano far luce su elementi in ombra e plausibili fraintendimenti.
    Ti ringrazio in anticipo se vorrai precisare al forum ciò che ritieni più importante ed opportuno :)


    Nico.
  • Capannelle • 24/08/11 11:40
    Scrivano - 3486 interventi
    Non capita spesso di vedere l'intervento della produzione di un film e faccio quindi i complimenti a Raffaella Panella.

    Se posso vedrò il film, anche per aderire all'invito di Gest che prego, per quanto scriva sempre cose interessanti, di essere un tantino più sintetico.
    Ultima modifica: 24/08/11 13:46 da Capannelle
  • Gestarsh99 • 24/08/11 13:54
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Era necessario rendere conto alla gentile Raffaella del mio punto di vista.
    Anzi, credimi, ho sintetizzato finchè mi era possibile :D
  • Capannelle • 24/08/11 14:02
    Scrivano - 3486 interventi
    Ok Gest. Ah sto guardando il film, a breve primi commenti.

    - - -

    Cotto e mangiato, voto uguale al tuo e stesse perplessità su fotografia e dialoghi.

    Il parallelismo nebbia/mafia mi ha aiutato a digerire la pellicola ma concordo che è arduo ricavarlo dal film stesso. Sapendolo prima le dà invece senso e il monologo era forse l'unico appiglio per mettere a fuoco la cosa.

    L'intervista del regista: anch'io non ho visto tre distinte reazioni alla "nebbia" e mi duole riscontrare che i ragazzi siano stati provinati: cosa devo pensare della capacità oratoria degli esclusi? Problema antico del resto.
    Ultima modifica: 24/08/11 15:09 da Capannelle
  • Tempo1 • 24/08/11 20:34
    Disoccupato - 2 interventi
    Ciao Nico,

    nessun problema per la tua opinione molto critica, ci mancherebbe. Come hai scritto tu le discussioni sui forum sono a volte interessanti proprio perchè danno modo ai non professionisti di esprimere i propri giudizi.

    Tento di andare dritta al punto Right at your door, dato che mi sembra essere una cosa centrale per te.
    Capisco (anche se me ne dispiace) che non puoi fidarti della mia parola. Però spero ti fiderai almeno dei fatti: come sai, Tempo di Reazione è tratto da un racconto ("Il Re Degli Immuni" di Alessandro Fabbri - è scritto chiaramente nei titoli di coda). Il racconto è stato pubblicato nel 2004 da Foschi nella raccolta "Oltre La Nebbia". Ora, escludendo che l'autore abbia una DeLorean con il flusso canalizzatore, mi sembra evidente la consecutio degli eventi.
    E sarebbe naturalmente altrettanto ridicolo da parte nostra pensare che gli autori di Right At Your Door abbiano letto il racconto durante una vacanza in Italia e si siano ispirati ad esso per il film (anche se legalmente Fabbri potrebbe forse voler dire la sua...)
    Più semplicemente, bisogna purtroppo riconoscere che le coincidenze capitano.
    Devo dirti che questa storia di Right At Your Door è ormai una barzelletta, lo hanno ripetuto tante di quelle volte che ora quando lavoriamo a qualcosa di nuovo diciamo sempre "Ma non sarà per caso simile a Right At Your Door?". :)

    Sull'aspetto allegorico, che non è una "criptica lettura di secondo livello" ma è di fatto il motivo che ci ha portato a fare il film, rendendo semmai la storia un pretesto per parlare di altro invece del contrario, mi piacerebbe rimandarti ad un'altra intervista fatta dal regista che trovi qui:
    http://www.horrormovie.it/rubriche/interview/antonio_micciulli.asp
    E' molto lunga, ma forse chiarisce anche il nostro modo di lavorare, che ti assicuro è veramente esente da arroganza e auto-indulgenza. Abbiamo tentato di riflettere, con quelli che hanno voglia di vedere il film, sulla situazione italiana attuale, soprattutto in un momento come questo in cui non bisogna davvero abbassare la guardia.
    Mi colpisce comunque moltissimo quello che scrivi, soprattutto perchè su un altro piccolo forum al quale ho partecipato mi hanno detto che il parallelismo con la mafia è fin troppo evidente...

    Premesso poi che ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione, come già detto dispiace leggere "film scocciante, anonimo e velleitario."
    E devo ammettere che questo:
    "Secondo me, il film in se non è scadente o mal realizzato"
    mi sarebbe piaciuto vederlo scritto nella tua opinione, che è di fatto una ferocissima condanna.
    Spero che prima o poi tu possa riservare al film una seconda visione, magari piu' consapevole, e perchè no modificare il tuo giudizio così negativo.
    Grazie per lo spazio di discussione e la possibilità di dialogo.
  • Gestarsh99 • 24/08/11 22:42
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Innanzitutto voglio davvero ringraziati per la cortese ed esaustiva risposta, che ho apprezzato tantissimo.

    Tornando al punto focale di Right at your door, come ho già scritto non mi sognerei mai di mettere in dubbio la tua parola e non ho motivo di dubitare di quanto hai riportato. Il discorso che faccio in prima persona sul vostro film è lo stesso che farei su qualsiasi altra pellicola, sempre seguendo l'esempio che mi ero permesso di esporre coinvolgendo Pastore ed il suo thrilling anni '70: il mio giudizio prescinde da volontà e possibili intenti autoriali a monte ma si basa solo ed esclusivamente sulla visione e sulle sensazioni a pelle che il film trasmette.
    A me sta benissimo che il racconto da cui è tratto Tempo di reazione risalga al 2004 (non avendolo letto però non posso in alcun modo tastare con mano la sua sostanza contenutistica) ma a questo punto mi sento anche in dovere di puntualizzare che il romanzo orrorifico di King da cui è tratto The Mist fu pubblicato in America -e poi da noi- addirittura nella prima metà degli anni '80 (in due differenti edizioni dell'80 e dell'85).
    E di analogie ve ne sono eccome anche in questo caso.

    Comunque voglio sgombrare il campo da qualsiasi misunderstanding: il fatto che il film di Micciulli abbia attinto o meno da altre pellicole in circolazione a me interessa ben poco ai fini valutativi e ti assicuro che in nessun modo ho mai ritenuto che l'ispirazione potesse essere una discriminante negativa o positiva.
    Infatti nel mio commento non ho imputato nulla a questo elemento "citazionista", soffermandomi invece sul puro aspetto tecnico e spettacolare dell'opera.
    Poi, detto in tutta sincerità, che il film venga accostato a prodotti statunitensi di così buon livello non può essere altro che un motivo di fierezza e non certamente di offesa (sempre ripetendo che credo in tutto e per tutto alla tua buona fede, sia chiaro).


    Tempo1 ebbe a dire:
    ...Mi colpisce comunque moltissimo quello che scrivi, soprattutto perchè su un altro piccolo forum al quale ho partecipato mi hanno detto che il parallelismo con la mafia è fin troppo evidente...

    Anche questo non lo metto assolutamente in dubbio, ognuno recepisce quel che vede in maniera sempre diversa da quella di un qualsiasi altro individuo.
    A me questo parallelismo allegorico non sarebbe mai potuto saltare in mente senza aver prima letto le specifiche dichiarazioni dell'autore. Non ne ho ritrovato davvero nessuna traccia nel film.
    Come vedi anche Capannelle -che ha accolto con "sacrificio" l'invito alla visione- ha più o meno rilevato quel che avevo già evidenziato io in precedenza: la voluta interpretazione allegorica per cui il film stesso è stato concepito risulta del tutto impercettibile, a meno di non fare uno sforzo abbastanza notevole cercando di seguire le direttive rilasciate dall'autore nelle sue interviste (e sarà mia premura leggere quanto prima quella "lunga" da te linkata).

    Metafore ed allegorie cinematografiche dovrebbero emergere spontaneamente dai film, senza che l'autore debba preventivamente imboccarle in maniera didattica allo spettatore.
    Questo credo possa valere per chiunque, non solo per me.
    Dal film io ho estratto solo il senso di una vicenda di insana apocalissi fantascientifica, nè più e nè meno.
    Sarà un mio limite (da condividere al massimo con Capannelle) ma oltre il fattore di "genere" che l'opera propone non sono riuscito ad andare.


    Affrontare di petto un argomento così tragico e luttuoso come quello delle mafie, della connivenza omertosa e del favoreggiamento indiretto di chi ci vive quotidianamente a contatto, è un proposito da lodare ed applaudire, lo dico col cuore, ma secondo me voler far trapelare questa sacrosanta denuncia attraverso la cripticità di una inquietante vicenda fanta-horror mi sembra un azzardo un po' troppo ambizioso.
    Il genere "catastrofico/virale" difficilmente può prestarsi a questo tipo di collegamenti metatestuali di interesse civile e si è sempre dimostrato più duttile invece per discorsi di carattere filosofico o denunce di tutt'altra specie: soprattutto le derive anti-etiche di certa scienza selvaggia e gli eccessi del militarismo dissennato.
    E una mia opinione e chiunque può smentirla e metterla in discussione, ci mancherebbe.


    Sperando di averti chiarito le mie posizioni, voglio assicurarti che cercherò di riguardare con occhio ancora più attento la pellicola, anche se dubito che il mio voto possa poi cambiare in maniera radicale.

    Oddìo, mai dire mai ;)
    Ultima modifica: 25/08/11 00:59 da Gestarsh99
  • Capannelle • 31/08/11 23:59
    Scrivano - 3486 interventi
    Ho visto Right at your door e a parte la la moglie che esce di casa non vedo altre analogie strette. Tra l'altro, non mi pare un momento di massima importanza nell'economia del film italiano.
    Gli esiti sono diversi (una torna, l'altra no) come anche lo stile di ripresa, la profondità, i tormenti dei protagonisti.
  • Gestarsh99 • 1/09/11 01:47
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    @ Capannelle:
    Però bisogna citare soprattutto i due elementi principali: la nebbia letale e la trama chiusa tra le quattro mura di casa.
    E siamo già ad un buon 50% di cose in comune.
    Poi è chiaro che le due storie si sviluppino in maniera differente.
  • Capannelle • 1/09/11 12:22
    Scrivano - 3486 interventi
    Gestarsch88 ebbe a dire:
    @ Capannelle:
    Però bisogna citare soprattutto i due elementi principali: la nebbia letale e la trama chiusa tra le quattro mura di casa.
    E siamo già ad un buon 50% di cose in comune.
    Poi è chiaro che le due storie si sviluppino in maniera differente.


    Beh film sviluppati dentro una casa ne vediamo tanti.. la nebbia di Tempo di reazione è un qualcosa di indefinito e horrorifico (e poi metaforico) mentre la pioggia sporca di Right at your door è qualcosa che tutti sanno cosa sia, non ha doppi significati ed è letale.
  • Gestarsh99 • 1/09/11 13:03
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    ...la nebbia di Tempo di reazione è un qualcosa di indefinito e horrorifico (e poi metaforico)...

    Ti giuro, mi son sforzato con tutta la buona volontà di cogliere la valenza allegorica (Tempo1 ha escluso la metafora...) di questa benedetta nebbia/fumo/gas ma non ci sono riuscito.
    Paradossalmente, per me erano molto più simboliche la foschie minacciose di Right at your door e The Mist: dalla prima ho colto un pesantissimo riferimento alla politica isolazionista degli Stati Uniti dopo l'attentato dell'11 Settembre 2001 (SPOILER chi ha la peggio è colui che si rinchiude dentro le sue paure e le sue convinzioni pregiudiziali SPOILER); dalla seconda ho colto invece addirittura un piccolo riferimento alla pericolosa spregiudicatezza di certe sperimentazioni scientifiche a fini bellici, i cui effetti negativi si ritorcono poi inevitabilmente sulla salute dei civili (SPOILER se ricordi, tutto il putiferio veniva fuori da un non meglio identificato progetto di tipo fisico-militare SPOILER).

    In Tempo di reazione invece non si ha nemmeno un ciufolo cui attaccarsi per dedurne un qualche significato nascosto.
    Si parla di "un certo esperimento svolto dagli scienziati nelle vicinanze", di "donne cui è stato lasciato in mano tutto il potere"...ma non si riesce ad estrarre nulla di lontanamente significativo e coerente.
    Questo a prescindere da tutte le dichiarazioni di autori e addetti ai lavori, che secondo me restano solo sulla carta delle intenzioni, senza tradursi fattivamente nelle immagini del film.